"Possibile che alla povera gente tocca lavorare come le bestie e fare la fine del topo"
Così un ex operaio Eternit di Casale Monferrato.
Oggi una sentenza diversa, controcorrente.
Il tribunale di Torino certifica il "dolo". I dirigenti sapevano fin dagli anni sessanta quale fosse la nocività dell'amianto, ma la logica del profittio è sempre stata più importante della salute dei lavoratori.
La condanna a 16 anni in primo grado per De Cartier e Schmidheiny e i risarcimenti per i 3000 morti e ammalati non ridanno vita e salute a chi "ha fatto la fine del topo", ma segnano una piccola conquista di civiltà per coloro che si sono battuti per moltissimi anni affinché i loro diritti fossero riconosciuti.
Alla Fibronit di Broni, vicino a Pavia, si è continuato a lavorare l'amianto fino al 1994 e il mesotelioma ha colpito duramente.
Chiusa la produzione la bonifica territoriale è ancora in alto mare.
Nel 2010 Gianluigi Vecchi di Legambiente diceva: «Attualmente i casi di morte sono quasi 700 e ancora attendiamo il picco, che è previsto tra il 2015 e il 2020, ma il processo di bonifica, il cui costo è stato stimato in circa 30milioni di euro, è appena agli inizi»
Chissà che la sentenza di Torino non rimetta in movimento anche la vicenda di Broni.
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