L’AMACA del 27/01/2013 (Michele Serra - La Repubblica).
La fatica tremenda che un cittadino comune deve fare per capire (o tentare inutilmente di capire) che cosa è accaduto al Monte dei Paschi, di che pasta sono fatte le alchimie finanziarie, che cosa sono i derivati: è questo il massimo scandalo. Segna il distacco spaventoso tra la grandissima maggioranza delle persone, che vive del proprio lavoro e con la vita fa conti ardui, ma chiari; e la ristretta lobby di giocatori (non trovo un termine più appropriato) che spostano miliardi, li nascondono, ne deformano il valore. Tra i centesimi pedantemente riportati (ed è giusto che sia così) nei nostri resoconti bancari, e quei miliardi fantasmatici, non si sa se solidi o gassosi, che volteggiano nel cielo cupo di ogni bancarotta, di ogni corruzione, di ogni mega-operazione finanziaria, che rapporto c’è? Nessuno: il nostro è denaro, quell’altro è potere.
Che non esista più alcun nesso tra il lavoro e il potere, tra il mercato concreto, fisico, dove noi tutti si guadagna e si spende, e il mercato metafisico dove nulla è trasparente, nulla dicibile a voce alta, è la tragedia politica della nostra epoca. Ed è qualcosa che rende ancora verosimile, e ancora pronunciabile, la parola rivoluzione.
Non c'é molto da aggiungere. Tutt'al più un rimando a due articoli il primo da La Repubblica il secondo da La Stampa:
La bomba-derivati che fa esplodere i bilanci delle...
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