2022-01-21

La pandemia delle disuguaglianze

Il Covid fa benissimo ai 10 uomini più ricchi del mondo. 
Il rapporto Oxfam lo attesta ancora. 
In due anni i loro patrimoni sono passati da 700 a 1.500 miliardi di dollari, al ritmo di 15.000 dollari al secondo, 1,3 miliardi di dollari al giorno. Detengono cioè una ricchezza sei volte superiore al patrimonio del 40% più povero della popolazione mondiale, composto da 3,1 miliardi di persone [sic!] 
La cosa deve avere un po' preoccupato un gruppetto di super milionari dell'esclusiva élite di Davos che ha scritto una lettera nella quale si chiede di tassare maggiormente gli extra ricchi. 
Non è una novità. 
Non si tratta di buon cuore o maggiore desiderio di uguaglianza da parte di  "lorsignori". 
Si tratta semplicemente di paura. 
Paura di qualche rivoluzione.
In effetti se ne vedono le avvisaglie. Le eccessive disuguaglianze ne sono un potente acceleratore. 
Le rivoluzioni non sono mai "democratiche": si esprimono prevalentemente con la violenza. Insomma, come diceva Mao, non sono pranzi di gala.
Però l'ideologia, di destra o sinistra che sia, è propria di chi le guida. Chi le realizza è perlopiù disperato tanto da non vedere altro sbocco possibile al suo malessere.
Di norma un buon modo per evitare che la violenza degli ultimi si rivolga contro chi guida la società è dirottarla contro qualche più o meno immaginario nemico, scatenando istinti barbarici o magari una guerra.
Non è detto che lorsignori non vi ricorrano.
Ma il rischio di passare da una miriade di guerre a bassa intensità ad una di carattere globale con probabile Game Over per tutti - cosa che soltanto la stupidità dei generaloni 5 Stelle non sembra mai tenere in conto - spinge i più cauti a tentare la strada di una equa tassazione per raffreddare gli animi.
Pannicelli caldi.
Anche in Italia i 40 miliardari più ricchi posseggono oggi l’equivalente della ricchezza netta del 30% degli italiani più poveri, corrispondente a 18 milioni di persone adulte.
Qui dunque non si tratta di invidia per i ricchi, ma di radicale ridistribuzione dei redditi, cosa che sia Draghi sia alcun altro ha intenzione di attuare. 
Si assiste invece al ridicolo teatrino di un super miliardario condannato per evasione fiscale che si autocandida Presidente della Repubblica. 
Allora chiediamoci perché, nella sfiducia generale per politici e partiti, aumenti la violenza giovanile e ai più non interessi una beata mazza del gran parlare autoreferenziale di tv e giornali su chi sarà il nuovo Presidente e il prossimo capo del governo.
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