Günter Grass
"Perché ho taciuto finora?
Perché pensavo che la mia origine,
gravata da una macchia incancellabile,
impedisse di aspettarsi questo dato di fatto
come verità dichiarata dallo Stato d´Israele
al quale sono e voglio restare legato.
Perché dico solo adesso,
da vecchio e con l´ultimo inchiostro:
la potenza nucleare di Israele minaccia
la così fragile pace mondiale?"
Questi versi di Günter Grass stanno suscitando scalpore.
In gioventù Günter Grass si arruolò nelle Waffen-SS così come Joseph Ratzinger da giovane aveva aderito alla Hitler Jugend.
Ho simpatia per lo scrittore tedesco fin da quando, lui autore ancora sconosciuto o quasi, io ragazzino, spinto da non so quale molla, mi aggiudicai il poderoso tomo del Tamburo di latta uscito, se ben ricordo, in edizione Feltrinelli.
Per Ratzinger e i Papi in generale - così come per tutte le religioni - confesso un afflato assai minore.
Tuttavia ben mi guarderei di tacciare entrambi di nazismo o anche solo di antisemitismo.
Ci sono stati Papi persecutori di ebrei (Paolo IV ad esempio, da non confondere con Paolo IV) e scrittori anche grandi e osannati, ma sicuramente antisemiti (Thomas S. Eliot ad esempio).
Ora chiunque abbia un nome appena illustre e si azzardi a criticare la politica israeliana trova subito chi tira in ballo la Shoah e lo bolla come nemico degli ebrei.
A me poco importa se lo scrittore tedesco abbia ragione o meno nella sua affermazione circa il pericolo rappresentato dalle bombe atomiche di Israele.
Che però non si possano denunciare le cazzate di un governo, anche quello israeliano, senza per questo essere considerati antisemiti è un tabù che va smontato.
Un popolo non può essere in toto giudicato per quel che dicono e fanno i suoi governanti (noi italiani ne sappiamo qualcosa!) ed essere contro un governo non significa necessariamente essere contro un popolo.
Poi che la pace mondiale sia fragile sembra scontato e che il medio oriente rimanga una polveriera pure. Se ad accenderla dovesse essere una bomba atomica, sparata non importa da chi, la tragedia ci coinvolgerebbe tutti.
I governanti iraniani mi spaventano così come quelli siriani e i regimi dittatoriali di mezzo mondo. Ma mi spaventa pure la miopia di coloro che in nome di una malintesa idea di democrazia esportano guerre invincibili per la gioia dei produttori d'armi.
Non meno mi preoccupano gli idioti che sostengono la necessità di usare la forza, la segregazione, la tortura, e qualsiasi altro strumento per imporre il proprio modello di civiltà.
Capisco la paura che siano altri con diversa ideologia a poter vincere spinti anche da una maggior fede nelle proprie credenze e scarsa attitudine alla critica.
Ma poi penso a quanto sta accadendo in casa nostra dove l'1% riesce ad imporre la propria volontà politica e l'assoluto predominio economico al 99% della popolazione e mi chiedo: è questa la democrazia?
E mi cascano le braccia.
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