Gli elettori americani, non diversamente dagli elettori di tutti gli altri paesi, hanno la memoria corta e sono facile preda della propaganda elettorale di chi ha più soldi per farla e pelo sullo stomaco nel raccontar balle.
Ecco perché, localmente, temo il ritorno in prima persona del Cavaliere già ben sapendo che, anche se per qualche ragione il vessillo Berlusconi si automettesse in soffitta, pezzi pesanti di berlusconismo zavorreranno l'Italia chissà per quanto tempo ancora.
In suolo americano il grande Eastwood si è rimesso nei panni del peggior ispettore Callaghan.
Al proposito non posso che condividere l'opinione dell'amico Nuccio Lodato che cito integralmente (scusandomene con lui).
Dopo la fulminata e inopinata uscita di Eastwood alla GOP Convention di Tampa, ammirando la fulminante replica di Obama e lasciando ai seguaci della "Moral Guidance" l'arduo compito di un'eventuale apologia, non si può che utilizzare al contrario una citazione proustiana. In "All'ombra delle fanciulle" a un certo punto il Narratore dice, parlando del dottor Cottard (destinato poi, i lettori lo sanno, a folgorante verduriniana carriera...): "In quel momento la mamma ed io capimmo che quell'imbecille era un grande clinico".
Parlando del nostro o ex-nostro di ieri, non possiamo che concludere parafrasando: "In quel momento capimmo che quel grande artista era un ..."
A proposito di memoria corta, frottole, conservatori e contraddizioni Think Progress riporta un articolo nel quale si elencano dieci cose fatte da Reagan - indiscusso campione dei conservatori - delle quali poco si parla. [Articoliscelti: Dieci cose che i Conservatori non vogliono che si sappiano su Ronald Reagan]
Paccherotti e parmigiana di melanzane
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