Figura 1 (fonte Wikipedia)
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Guardate Di Maio: non una idea originale in testa, vestito perennemente da venditore del libro del Mormone, con la faccia da pretino perbenino che si ritrova, quanta strada ha fatto. Magari adesso potrà finalmente dire la sua, Casaleggio & C. permettendo.
Visto che Grillo si è defilato, ovviamente senza disconoscere la sua creatura e ha dismesso il "vaffa!" a lui tanto congeniale, se ne approprieranno altri ad ogni buona occasione.
Tuttavia si fatica a comprendere coloro che hanno odiato aprioristicamente i pentastellati.
Vabbè, non sono mai stati "compagni", però chissenefrega! È da mo che una sinistra degna di questo nome non alberga più "tra le genti del bel paese là dove 'l sì suona".
I cinquestelle, all'inizio, quando Grillo riempiva prima i teatri e poi le piazze, almeno erano ruspanti e facevano ben sperare; poi è arrivato Casaleggio e sono arrivati i voti, tanti, sempre di più e hanno fatto ideologicamente flop (perché in fondo una ideologia l'avevano: libertaria, ecologista - quando Grillo provocatoriamente sosteneva che un litro di benzina avrebbe dovuto costare non uno, ma dieci euro, considerando l'inquinamento che causa e si scagliava contro l'invasione della plastica e la pubblicità e il mito del PIL a crescita illimitata - caustica, protestataria, contestatrice del sistema - che non significa necessariamente "antisistema").
Al primo boom della tornata elettorale 2013 si era capita chiaramente la volontà di cambiamento degli italiani (vedi fig.1). Se il M5S avesse solo un po' provato a mettersi alla prova come ora sembra intenzionato a fare aprendosi a destra e a manca e come allora molti gli chiesero, magari chissà che non si sarebbero persi altri cinque anni. E se "gli altri", invece di inanellare malgoverni che imperterriti proseguivano negli errori dei precedenti, fossero stati più attenti al monito delle urne, forse non si sarebbe arrivati allo stallo attuale.
Ma si sa: del senno del poi sono piene le fosse.