Pavia: pubblicità di una scuola privata alla fermata degli autobus (retroilluminata e ben visibile anche di notte... il crepuscolo della istruzione pubblica)
L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
E` prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Non ho niente contro le scuole private (a parte che, sulla base degli indici di valutazione dell'Ocse-progetto Pisa - Programme for International Student Assessment - in Italia gli esiti educativi risultano più scadenti che nelle scuole pubbliche).
Ritengo però - come quasi tutti del resto, almeno a parole - che un paese avanzato dovrebbe fare il massimo sforzo economico per garantire ai suoi cittadini un elevato livello d'istruzione. Essendo un obiettivo strategico di sviluppo, oltre che un diritto individuale, lo Stato dovrebbe farsene interamente carico.
Tuttavia niente deve vietare ai privati di aprire scuole, ma secondo il dettato costituzionale, ovvero senza oneri per lo Stato.
Così non è purtroppo ed ora anche il comune di Pavia, che pure in passato si è impegnato per avere una scuola per l'infanzia di livello avanzato, con la giunta Cattaneo passa al finanziamento dei privati. [Provincia Pavese: "E in Consiglio comunale nasce la polemica. A sollevarla, lunedì sera, è stato Davide Ottini"]
Il contributo è di per sé modesto. 50mila euro per cinque scuole: la Domus Pacis, l’istituto San Giorgio, la Pianzola, la Maria Ausiliatrice e l’istituto delle Canossiane.
Il principio invece non può essere condivisibile.
Il denaro pubblico, in base alla Costituzione, non dovrebbero sovvenzionare le scuole private.
Sciaguratamente non è stato un governo di destra a spalancare le porte al finanziamento pubblico della scuola privata, ma il D'Alema bis con la Legge 10 Marzo 2000, n. 62 che autorizzava "per le scuole private la spesa di lire 250 miliardi per l’anno 2000 e di lire 300 miliardi annui a decorrere dall’anno 2001", fermi restando "gli interventi di competenza di ciascuna Regione".
E infatti la regione Lombardia del "Celeste" Formigoni ci è andata giù pesante.
Vediamo, ad esempio, i dati dell'ultimo anno scolastico.
Contributi alle scuole private (fonte: Ufficio scolastico regionale della Lombardia)
Pavia assegnazione a.s. 2010-2011
Scuole per dell'infanzia (asili) € 2.117.229,48 (totale in Lombardia € 65.146.309,13)
Scuole primarie (elementari) € 1.108.760,88 (totale in Lombardia € 38.333.180,24)
Scuole secondarie di I grado (medie) € 64.325,64 (totale in Lombardia € 2.101.752,04)
Scuole secondarie di II grado (superiori) € 40.139,84 (totale in Lombardia € 1.097.649,46)
A ciò vanno aggiunti 255 milioni di euro destinati al sistema della "Dote Scuola" i cui beneficiari sono, a richiesta, studenti residenti in Lombardia che frequentano corsi a gestione ordinaria presso le scuole primarie e secondarie di I e II grado, paritarie, legalmente riconosciute e parificate, con sede in Lombardia.
Un altro modo per sovvenzionare, di fatto, le scuole private.
Tanto denaro insomma, ma non è questo il punto. Per un'istruzione di qualità questo ed altro è più che giustificato.
La questione invece è la dispersione delle risorse sugli istituti privati e sui singoli individui cosiddetti bisognosi in base alle dichiarazioni dei redditi. Così l'assurdo che ricchi evasori che snobbano la scuola pubblica possano accedere alla "dote" regionale, cioè ai soldi dei contribuenti, per pagarsi le rette delle scuole private diventa regola.
Pare del tutto evidente che concentrare ogni sforzo economico, sia del Governo, sia delle Amministrazioni locali, per un miglior funzionamento della scuola pubblica potrebbe portare, oltre ad un miglioramento generale delle condizioni della scuola, ad una effettiva gratuità dell'istruzione a tutto beneficio dei meno abbienti.
Eppure anche il governo Monti, quello dei "tecnici" che dovrebbero pensarla in modo razionale senza guardare in faccia nessuno, ha più di un occhio di riguardo per le istituzioni cattoliche. Molti gli esempi. L'ultima uscita del ministro Profumo è emblematica di un atteggiamento; si dichiara favorevole a esentare le scuole paritarie dal pagamento dell'IMU. Ulteriore regalo ai privati, scuole cattoliche in primis.