Oggi i giornali "grondano di retorica" (per dirlo in modo retorico)
Tanti morti sono ghiotta occasione per accantonare per un giorno il ciarlatano di Arcore e tutti gli altri ciarlatani che siedono in parlamento (e continuano a costarci, mediamente, intorno ai 15000 euro mensili ciascuno).
Ma da domani si ricomincia.
Le tragedie si dimenticano presto così come si dimentica di cancellare la Bossi-Fini e il decreto Maroni, come si dimenticano tutte le promesse elettorali con le quali si sono ottenuti i voti degli italiani e non si aboliscono i privilegi della cosiddetta "casta".
"La politica è una cosa complicata" ha sostenuto ieri sera da Santoro una deputata Pd per giustificare l'opportunismo che le è stato rinfacciato. Meno male che non ha anche aggiunto che "è una cosa seria".
Ieri però non è stato un brutto giorno per tutti. Mentre centinaia di sventurati morivano nel tentativo di sfuggire a persecuzioni e miseria Bernabè, presidente Telecom - quello che ha dichiarato di aver saputo dai giornali della vendita della sua azienda, nonostante percepisse uno stipendio di tre milioni di euro per guidarla - si è dimesso con una liquidazione di 6,6 milioni di euro e la gratitudine del consiglio che «ha espresso i suoi vivi ringraziamenti a Franco Bernabè per il grande impegno e l'elevato apporto manageriale profuso in questi anni alla guida della Società» [sic!]
La Telecom, tra parentesi, è indebitata fino al collo.
Io sono un uomo incapace di violenza, ma non mi meraviglierei se prima o poi signori di questa fatta venissero rincorsi per strada da folle inferocite.
Paccherotti e parmigiana di melanzane
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Delizia di pastaI paccherottiAlla parmigianaParmigiana al forno, semplice e
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