di Rina Gagliardi
Eugenio Scalfari aveva definito le primarie dell'Unione, nientemeno, che "un topolino". Curzio Maltese ne aveva scritto peste e corna, prevedendo che, più o meno, nessuno sarebbe andato a votare. Giampaolo Pansa aveva profetizzato, qualche giorno fa, la sconfitta di Romano Prodi e la vittoria di Fausto Bertinotti. Il manifesto aveva giudicato l'appuntamento con un misto di sufficienza e di ostilità. Molti altri, a sinistra, ciascuno con le sue ragioni e pulsioni diverse, avevano decretato che comunque sarebbe stato un fallimento. E ora? Dopo il voto di domenica - dopo i quattro milioni e passa di persone che sono uscite di casa con in tasca la tessera elettorale e gli euri, sono andati ad un seggio che stava spesso per strada, hanno fatto la fila anche per tre quarti d'ora, hanno compilato una scheda con un atto consapevole e libero - ora tutti costoro dovrebbero avere l'onestà intellettuale di dire: ci siamo sbagliati.
liberazione.it
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