Paccherotti e parmigiana di melanzane
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Delizia di pastaI paccherottiAlla parmigianaParmigiana al forno, semplice e
leggera con melanzane grigliate, passata di pomodoro, mozzarella e
parmigiano t...
2010-12-29
2010-12-27
Post-natalizio
Giordano Bruno
Sonetto IN LODE DE L'ASINO
O sant'asinità, sant'ignoranza,
santa stolticia e pia divozione,
qual sola puoi far l'anime sì buone,
ch'uman ingegno e studio non l'avanza:
non gionge faticosa vigilanza
d'arte qualumque sia, o 'nvenzione,
né de sofossi contemplazione,
al ciel dove t'edifichi la stanza.
Che vi val, curiosi, il studiare,
voler saper quel che fa la natura,
se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
La santa asinità di ciò non cura;
ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare
aspettando da Dio la sua ventura.
Nessuna cosa dura,
eccetto il frutto de l'eterna requie,
la qual ne done Dio dopo l'essequie.
Sonetto IN LODE DE L'ASINO
O sant'asinità, sant'ignoranza,
santa stolticia e pia divozione,
qual sola puoi far l'anime sì buone,
ch'uman ingegno e studio non l'avanza:
non gionge faticosa vigilanza
d'arte qualumque sia, o 'nvenzione,
né de sofossi contemplazione,
al ciel dove t'edifichi la stanza.
Che vi val, curiosi, il studiare,
voler saper quel che fa la natura,
se gli astri son pur terra, fuoco e mare?
La santa asinità di ciò non cura;
ma con man gionte e 'n ginocchion vuol stare
aspettando da Dio la sua ventura.
Nessuna cosa dura,
eccetto il frutto de l'eterna requie,
la qual ne done Dio dopo l'essequie.
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2010-12-20
L'importanza di chiamarsi Presidente
Dal Presidente degli Stati Uniti al Presidente del Copasir - nessuno sapeva cosa fosse fino a quando il baffino nazionale, Massimo D'Alema, non ne è diventato Presidente - l'aspirazione a presiedere accomuna le più diverse personalità. L'uomo di valore - ma anche la donna, vedi la Marcegaglia - vuole fermamente una presidenza qual che sia. C'è chi è orgoglioso di essere diventato "Presidente" di un consiglio scolastico o anche solo di una assemblea di condominio.
Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidente del Senato o della Camera, Presidente di Commissione, Presidente del Consiglio di Amministrazione, Presidente di Regione, di Provincia, di Partito, di squadra sportiva, di giornale, di scuderia automobilistica, di museo, dell'Aci, dell'Arci, dell'Ospedale, delle Ferrovie, della Borsa, della Banca, della Rai, della Cei (sia come Comitato Elettrotecnico Italiano sia come Conferenza Episcopale Italiana), del diavolo che ci porti... purché Presidente.
Se sei un Presidente importante hai sempre qualcuno intorno che ti apre porte e portiere, ti sussurra "Presidente", sorride compiaciuto, si occupa dei tuoi bisogni primari e secondari. Il presidente si muove leggero tra corridoi silenziosi, circondato da collaboratori discreti. Siede su comode poltrone, da udienza in uffici lussuosi agli ultimi piani degli edifici, alloggia nelle suite prestigiose degli hotel. Il Presidente presiede, ascolta, prende la parola tra la rispettosa attenzione degli astanti, firma delibere (firmare è una delle sue attività prioritarie).
Ci sono individui che nella loro vita fanno collezione di presidenze. Luca Cordero di Montezemolo, ad esempio, si dice sia stato Presidente, fin da piccolo, della sua sezione di Giovani Esploratori; un Lupetto prodigio.
Ci sono infine Presidenti emeriti che conservano le prerogative presidenziali pure non essendo più in carica, come il diritto a viaggiare su aerei di Stato.
Il più rappresentativo tra loro ci ha lasciato da poco. Si chiamava Kossiga e sbroccava con una certa fequenza. Nella sua lucida follia talvolta si lasciava sfuggire cose sacrosante apprese durante l'esercizio del potere. Ebbe a dichiarare: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. (...) Lasciarli fare [gli studenti]. Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio."
Così Gasparri, forse ricordandone le parole, ha ammonito: "Le manifestazioni studentesche sono frequentate da potenziali assassini. Vanno evitate."
Però non si può terminare senza citare almeno uno dei Presidenti attuali, ricco sfondato. Rivela WikiLeaks quanto scrive di lui un eminente diplomatico americano: "La sua vittoria è stata segnata da forti proteste di piazza.... le sue risposte a domande talvolta spigolose hanno dato luogo alle risposte bizzarre di un uomo chiaramente disturbato. (...) ha detto a una giornalista che il suo terzo mandato non sarebbe stato l’ultimo. Ciò chiaramente dimostra che vuole rimanere al potere per tempo indefinito".
Cosa avete capito sciocchini! Si tratta di Aleksandr Lukashenko, Presidente della Bielorussia, rieletto oggi con l'80 per cento delle preferenze tra arresti degli oppositori e accuse di brogli.
Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio, Presidente del Senato o della Camera, Presidente di Commissione, Presidente del Consiglio di Amministrazione, Presidente di Regione, di Provincia, di Partito, di squadra sportiva, di giornale, di scuderia automobilistica, di museo, dell'Aci, dell'Arci, dell'Ospedale, delle Ferrovie, della Borsa, della Banca, della Rai, della Cei (sia come Comitato Elettrotecnico Italiano sia come Conferenza Episcopale Italiana), del diavolo che ci porti... purché Presidente.
Se sei un Presidente importante hai sempre qualcuno intorno che ti apre porte e portiere, ti sussurra "Presidente", sorride compiaciuto, si occupa dei tuoi bisogni primari e secondari. Il presidente si muove leggero tra corridoi silenziosi, circondato da collaboratori discreti. Siede su comode poltrone, da udienza in uffici lussuosi agli ultimi piani degli edifici, alloggia nelle suite prestigiose degli hotel. Il Presidente presiede, ascolta, prende la parola tra la rispettosa attenzione degli astanti, firma delibere (firmare è una delle sue attività prioritarie).
Ci sono individui che nella loro vita fanno collezione di presidenze. Luca Cordero di Montezemolo, ad esempio, si dice sia stato Presidente, fin da piccolo, della sua sezione di Giovani Esploratori; un Lupetto prodigio.
Ci sono infine Presidenti emeriti che conservano le prerogative presidenziali pure non essendo più in carica, come il diritto a viaggiare su aerei di Stato.
Il più rappresentativo tra loro ci ha lasciato da poco. Si chiamava Kossiga e sbroccava con una certa fequenza. Nella sua lucida follia talvolta si lasciava sfuggire cose sacrosante apprese durante l'esercizio del potere. Ebbe a dichiarare: "Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. (...) Lasciarli fare [gli studenti]. Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio."
Così Gasparri, forse ricordandone le parole, ha ammonito: "Le manifestazioni studentesche sono frequentate da potenziali assassini. Vanno evitate."
Però non si può terminare senza citare almeno uno dei Presidenti attuali, ricco sfondato. Rivela WikiLeaks quanto scrive di lui un eminente diplomatico americano: "La sua vittoria è stata segnata da forti proteste di piazza.... le sue risposte a domande talvolta spigolose hanno dato luogo alle risposte bizzarre di un uomo chiaramente disturbato. (...) ha detto a una giornalista che il suo terzo mandato non sarebbe stato l’ultimo. Ciò chiaramente dimostra che vuole rimanere al potere per tempo indefinito".
Cosa avete capito sciocchini! Si tratta di Aleksandr Lukashenko, Presidente della Bielorussia, rieletto oggi con l'80 per cento delle preferenze tra arresti degli oppositori e accuse di brogli.
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2010-12-19
Bersani ai suoi critici del PD: "Non capite un tubo!"
Le ennesime "astute" sortite di Bersani (basta alle primarie, visto che le vincono quelli non appoggiati dai vertici, e alleanze con Casini e, perché no, Fini - ma cosa si fumano questi dirigenti del PD?) hanno fatto reagire il popolo del Web contro "L'amato leader" - come impietosamente rilevato da Gramellini su La stampa.
«Sono un ex iscritto e tra poco sarò un ex elettore» (Francesco). «Ma Fini è di destra! Come è possibile anche solo pensare a un’alleanza con lui?» (Michele). «Stasera restituisco la tessera» (Francesca). «Così non andiamo da nessuna parte, anzi sì: al suicidio» (Chiara). «Mi domando cosa avete nel cervello. Ma davvero le partorite voi queste cavolate? Andatevi a nascondere e non fatevi più rivedere!» (Gianni). «Cacchio, ma si può?» (Gian Piero). «Se succede, lascio il partito in un secondo» (Gianluca). «Bersani fa bene, sono d’accordo con lui» (Fassina, ma forse è la sorella dell’ex segretario). «Cioè, fatemi capire: dovrei scegliere alle prossime elezioni fra Fini e Berlusconi?» (Alessandro). «Dopo la fatica che abbiamo fatto a liberarci di Binetti e Rutelli, paffete che ci ritroviamo a subire i loro veti!» (Monica). «State ancora una volta riuscendo a rivitalizzare Berlusconi. Sono allibito» (Stefano). «Ero un ventenne che aveva trovato una piccola speranza. Ora lei me l’ha spenta di nuovo. Grazie, segretario» (Riccardo). «D’ora in poi come inizierà i suoi comizi? Cari democratici, cari compagni, cari camerati?» (Concita). «Grazie a tutti quelli che stanno commentando l’intervista» (Pier Luigi Bersani). «Segretario, tu ci ringrazi, ma i commenti li leggi o guardi solo le figure?» (Monica).
La risposta è arguta quanto astute le proposte. "Non capite un tubo!"
«Sono un ex iscritto e tra poco sarò un ex elettore» (Francesco). «Ma Fini è di destra! Come è possibile anche solo pensare a un’alleanza con lui?» (Michele). «Stasera restituisco la tessera» (Francesca). «Così non andiamo da nessuna parte, anzi sì: al suicidio» (Chiara). «Mi domando cosa avete nel cervello. Ma davvero le partorite voi queste cavolate? Andatevi a nascondere e non fatevi più rivedere!» (Gianni). «Cacchio, ma si può?» (Gian Piero). «Se succede, lascio il partito in un secondo» (Gianluca). «Bersani fa bene, sono d’accordo con lui» (Fassina, ma forse è la sorella dell’ex segretario). «Cioè, fatemi capire: dovrei scegliere alle prossime elezioni fra Fini e Berlusconi?» (Alessandro). «Dopo la fatica che abbiamo fatto a liberarci di Binetti e Rutelli, paffete che ci ritroviamo a subire i loro veti!» (Monica). «State ancora una volta riuscendo a rivitalizzare Berlusconi. Sono allibito» (Stefano). «Ero un ventenne che aveva trovato una piccola speranza. Ora lei me l’ha spenta di nuovo. Grazie, segretario» (Riccardo). «D’ora in poi come inizierà i suoi comizi? Cari democratici, cari compagni, cari camerati?» (Concita). «Grazie a tutti quelli che stanno commentando l’intervista» (Pier Luigi Bersani). «Segretario, tu ci ringrazi, ma i commenti li leggi o guardi solo le figure?» (Monica).
La risposta è arguta quanto astute le proposte. "Non capite un tubo!"
2010-12-18
La Russa insulta ripetutamente uno studente
Il ministro "La Rissa" non si smentisce mai per finezza espositiva e ricchezza di argomentazioni ad Anno Zero.
Dimentica però il suo passato da picchiatore fascista, quarant'anni fa, quando l'agente di polizia Marino morì a Milano per una bomba lanciata dai suoi camerati in una manifestazione non autorizzata.
Impagabile l'intermezzo con Casini che fa da paciere.
La Russa smentisce che suo figlio avrebbe mai potuto essere in piazza.
Già: il papà ministro gli ha già assicurato un posto ben remunerato nel consiglio di amministrazione dell'Automobil Club Italia insieme all'amichetto della ministra Brambilla ed altri vip. Alleluia!
2010-12-16
Julian Assange uomo dell'anno
Nel 2006 Time decretò "uomo dell'anno" tutti coloro che del Web sono attori attivi e passivi. Chi lo usufruisce, insomma, in tutte le sue forme. Campeggiava in copertina lo schermo di un computer che richiamava la schermata di Youtube. La scritta recitava: “La persona dell’anno sei tu. Si tu. Tu controlli l’età dell’informazione. Benvenuto nel tuo mondo”.
Questo rito del magazine americano, ripreso a destra e a manca, di nominare uomini e donne dell'anno può anche non significare un granché. Però quella scelta del 2006 sembrava una apertura alla democrazia globale dell'informazione, il riconoscimento di una rivoluzione culturale che ridimensionava il ruolo primario dei grandi mezzi di comunicazione a favore di una informazione parcellizzata costruita dal basso. Implicitamente il Time ammetteva la centralità di Internet nel mondo della informazione e della comunicazione.
Quattro anni dopo la rivista fa un salto indietro clamoroso. Ha chiesto ai suoi lettori di esprimersi, ma, davanti ai 382.025 voti per Julian Assange (di gran lunga al primo posto tra i votati), ha preferito dedicare la copertina prestigiosa a Mark Zuckerberg (solo al 18esimo posto con 18.353 voti). Immediate le proteste della rete.
Sembra quasi che in questo modo i giornalisti tradizionali, spiazzati dalla potenzialità della rete, che sempre più finisce con relegarli ad un ruolo di secondo piano, si siano vendicati arrogandosi il diritto di scegliere, anche contro le preferenze dei loro stessi lettori. A fronte di un Assange che con il suo WikiLeaks svela a tutto il mondo il pensiero "segreto" e le malefatte dei potenti, ponendo, senza mediazioni, a disposizione di chiunque tutti i documenti originali (e per questo viene messo alla gogna) si preferisce un geniale ragazzotto multimiliardario che, un po' per gioco, si è inventato una fortunata piattaforma di comunicazione sociale. Facebook è sicuramente un evento epocale con il suo mezzo miliardo di utenti sparsi nel mondo (vedi sotto la mappa delle relazioni), ma di fatto è, specularmente al Web, spazzatura in elevatissima percentuale. Però, per dirla con De André, "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori". Così nel cumulo di ciarpame accatastato, tanto su Facebook come nel Web in generale, si trova tutto ciò che può soddisfare qualsiasi ricercatore. Inoltre non è facile prevedere quali nuovi usi di Internet potranno venir fuori dall'inventiva degli utilizzatori. Qui il discorso diventa complesso e non è la sede per affrontarlo.
Comunque, per i giornalisti della carta stampata, questa realtà diventa sempre meno controllabile ed è dunque più che comprensibile la loro resistenza, per quanto destinata al fallimento. Ciò può in parte spiegare l'attuale scelta di campo del Time. Di WikiLeaks, avrebbe volentieri fatto a meno. Meglio dunque premiare l'inventore di un apparentemente meno pericoloso luogo di incontri interpersonali come Facebook che Julian Assange, detestato da coloro che influiscono sulle sorti del mondo e temono la mancanza di controllo sulla comunicazione.
(cliccarci sopra per ingrandirla)
Mappa su scala mondiale delle relazioni di amicizia tra tutti gli iscritti a Facebook. Si è utilizzata una scala di colori, che va dal nero al blu al bianco, per rappresentare con linee di colorazioni diverse le relazioni personali tra gli utenti in tutto il mondo.
Questo rito del magazine americano, ripreso a destra e a manca, di nominare uomini e donne dell'anno può anche non significare un granché. Però quella scelta del 2006 sembrava una apertura alla democrazia globale dell'informazione, il riconoscimento di una rivoluzione culturale che ridimensionava il ruolo primario dei grandi mezzi di comunicazione a favore di una informazione parcellizzata costruita dal basso. Implicitamente il Time ammetteva la centralità di Internet nel mondo della informazione e della comunicazione.
Quattro anni dopo la rivista fa un salto indietro clamoroso. Ha chiesto ai suoi lettori di esprimersi, ma, davanti ai 382.025 voti per Julian Assange (di gran lunga al primo posto tra i votati), ha preferito dedicare la copertina prestigiosa a Mark Zuckerberg (solo al 18esimo posto con 18.353 voti). Immediate le proteste della rete.
Sembra quasi che in questo modo i giornalisti tradizionali, spiazzati dalla potenzialità della rete, che sempre più finisce con relegarli ad un ruolo di secondo piano, si siano vendicati arrogandosi il diritto di scegliere, anche contro le preferenze dei loro stessi lettori. A fronte di un Assange che con il suo WikiLeaks svela a tutto il mondo il pensiero "segreto" e le malefatte dei potenti, ponendo, senza mediazioni, a disposizione di chiunque tutti i documenti originali (e per questo viene messo alla gogna) si preferisce un geniale ragazzotto multimiliardario che, un po' per gioco, si è inventato una fortunata piattaforma di comunicazione sociale. Facebook è sicuramente un evento epocale con il suo mezzo miliardo di utenti sparsi nel mondo (vedi sotto la mappa delle relazioni), ma di fatto è, specularmente al Web, spazzatura in elevatissima percentuale. Però, per dirla con De André, "dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori". Così nel cumulo di ciarpame accatastato, tanto su Facebook come nel Web in generale, si trova tutto ciò che può soddisfare qualsiasi ricercatore. Inoltre non è facile prevedere quali nuovi usi di Internet potranno venir fuori dall'inventiva degli utilizzatori. Qui il discorso diventa complesso e non è la sede per affrontarlo.
Comunque, per i giornalisti della carta stampata, questa realtà diventa sempre meno controllabile ed è dunque più che comprensibile la loro resistenza, per quanto destinata al fallimento. Ciò può in parte spiegare l'attuale scelta di campo del Time. Di WikiLeaks, avrebbe volentieri fatto a meno. Meglio dunque premiare l'inventore di un apparentemente meno pericoloso luogo di incontri interpersonali come Facebook che Julian Assange, detestato da coloro che influiscono sulle sorti del mondo e temono la mancanza di controllo sulla comunicazione.
(cliccarci sopra per ingrandirla)
Mappa su scala mondiale delle relazioni di amicizia tra tutti gli iscritti a Facebook. Si è utilizzata una scala di colori, che va dal nero al blu al bianco, per rappresentare con linee di colorazioni diverse le relazioni personali tra gli utenti in tutto il mondo.
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2010-12-15
Video scontri Roma
Non mi piacciono i manifestanti violenti così come non mi piacciono i poliziotti violenti.
Ieri a Roma hanno legittimamente manifestato decine di migliaia di persone, per lo più giovani, contro tutto il marcio del nostro sistema politico, ma oggi tv e giornali non parlano d'altro che di questi scontri.
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manifestazione 14 dicembre,
Roma
2010-12-14
"Coglionazzo dimettiti!" "Vadi alle Bahamas!"
Così ha gridato a Fini un deputato della maggioranza appena riconfermata per tre voti. "Troia" ha inveito un finiano alla Polidori, rea di essere passata all'ultimo momento con Berlusconi per interessi economici legati al Cepu, di proprietà della sua famiglia e sponsor del cavaliere.
L'innato bon ton di questi parlamentari, in un modo o nell'altro prezzolati - il fatto di essere scelti dal "capo" per un seggio è già di per sé una forma di pagamento per favori ricevuti o che si riceveranno -, si è confermata questa mattina. Risse, cori da stadio e ovazioni per i deputati che, a tariffa, erano passati dalla così detta opposizione alle dirette dipendenze del cavaliere di Arcore (i due dipietristi in primis), hanno caratterizzato la "storica" seduta.
Squallidi individui siedono in questo parlamento e, comunque vadano le cose, brutta gente siederà anche nel prossimo, poiché ormai la metastasi del sistema politico è irreversibile.
Che Fini di dimetta o meno è del tutto indifferente, come indifferente era l'esito dell'odierna votazione per le sorti di questo paese allo sbando. Solo i giornalisti fibrillavano a comando per la commedia tragicomica che si recitava nelle sedi governative (vedi mio post di ieri Crisi da fine legislatura e pensioni parlamentari....)
Di Pietro, che con i suoi eletti ha contribuito alla caduta del governo Prodi e oggi alla tenuta di quello Berlusconi, si è esibito nel solito show che non incanta pià nessuno. Rivolto al cavaliere - uscito dall'aula durante il suo intervento - ha urlato: "Vadi alle Bahamas!" [Sic: vadi]
Un'opposizione di qualità quasi quanto la maggioranza, non c'è che dire.
L'innato bon ton di questi parlamentari, in un modo o nell'altro prezzolati - il fatto di essere scelti dal "capo" per un seggio è già di per sé una forma di pagamento per favori ricevuti o che si riceveranno -, si è confermata questa mattina. Risse, cori da stadio e ovazioni per i deputati che, a tariffa, erano passati dalla così detta opposizione alle dirette dipendenze del cavaliere di Arcore (i due dipietristi in primis), hanno caratterizzato la "storica" seduta.
Squallidi individui siedono in questo parlamento e, comunque vadano le cose, brutta gente siederà anche nel prossimo, poiché ormai la metastasi del sistema politico è irreversibile.
Che Fini di dimetta o meno è del tutto indifferente, come indifferente era l'esito dell'odierna votazione per le sorti di questo paese allo sbando. Solo i giornalisti fibrillavano a comando per la commedia tragicomica che si recitava nelle sedi governative (vedi mio post di ieri Crisi da fine legislatura e pensioni parlamentari....)
Di Pietro, che con i suoi eletti ha contribuito alla caduta del governo Prodi e oggi alla tenuta di quello Berlusconi, si è esibito nel solito show che non incanta pià nessuno. Rivolto al cavaliere - uscito dall'aula durante il suo intervento - ha urlato: "Vadi alle Bahamas!" [Sic: vadi]
Un'opposizione di qualità quasi quanto la maggioranza, non c'è che dire.
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crisi governo,
parlamentari
2010-12-13
Crisi da fine legislatura e pensioni parlamentari... Non vendere la pelle dell'orso prima di averlo ucciso
Fibrillazione diffusa in attesa del voto di domani in Parlamento.
Ma davvero agli italiani non intrippati con l'informazione e la politica interessa qualcosa di quello che accadrà domani e che ripercussioni avrà sul futuro di Berlusconi e del suo governo? Non so, ma ne dubito.
Il fatto è che "il palazzo" è oggi lontano più che mai dalle persone comuni e resta poco, oltre al disprezzo, per una quantità di individui eletti perché nelle grazie dei signorotti del voto, primo fra tutti il cavaliere di Arcore. Cosa tutto ciò abbia a che vedere con la democrazia rappresentativa sfugge a chiunque abbia voglia di pensarci.
Se domani il cavaliere resterà in sella lo dovrà quasi esclusivamente ai rapporti di vassallaggio instaurati in una quindicina d'anni di potere autocratico e alla paura dei peones parlamentari di perdere prebende e pensione vitalizia per non avere ancora raggiunto i due anni e mezzo di mandato, quanto basterebbe per sistemarsi per sempre. Ridicolo. Eppure tra Camera e Sanato sono ben 345 in queste condizioni e per lo più personaggi animati da tutto tranne che da passioni politiche autentiche.
L'opposizione, che opposizione non è stata capace di fare, e Fini sperano nel miracolo e fingono certezze che non hanno. Stringono le chiappe e incrociano le dita non avendo poi la più pallida idea di dove si andrà a parare anche nel caso Berlusconi finisse sotto di qualche voto.
A tutti coloro che si augurano la fine di questa lunga fase di decadenza culturale e morale che caratterizza il berlusconismo, ma si estende ben oltre i suoi confini, non resta che la disperazione. Comunque vada ci vorrà molto tempo per invertire le tendenze in atto. Certo si vorrebbe vedere andare a casa per sempre una genia mummificata di parlamentari incapaci di azioni politiche a favore del benessere collettivo. Ma non si tratta soltanto del ceto politico centrale e periferico. Tutto un apparato dirigente colluso con pratiche economiche delinquenziali, quando non direttamente con la malavita organizzata, andrebbe spazzato via. Gli attori di questo teatrino hanno aspetti esteriori diversi. A volte orrifici sotto spessi strati di cerone e ripetuti quanto improbabili lifting, altre impeccabili ed asettiche, altre ancora si presentano in sembianze di giornalisti ciarlieri, procaci fanciulle e rampanti giovanotti, però mummie sono e mummie restano.
casa delle libertà
Ma davvero agli italiani non intrippati con l'informazione e la politica interessa qualcosa di quello che accadrà domani e che ripercussioni avrà sul futuro di Berlusconi e del suo governo? Non so, ma ne dubito.
Il fatto è che "il palazzo" è oggi lontano più che mai dalle persone comuni e resta poco, oltre al disprezzo, per una quantità di individui eletti perché nelle grazie dei signorotti del voto, primo fra tutti il cavaliere di Arcore. Cosa tutto ciò abbia a che vedere con la democrazia rappresentativa sfugge a chiunque abbia voglia di pensarci.
Se domani il cavaliere resterà in sella lo dovrà quasi esclusivamente ai rapporti di vassallaggio instaurati in una quindicina d'anni di potere autocratico e alla paura dei peones parlamentari di perdere prebende e pensione vitalizia per non avere ancora raggiunto i due anni e mezzo di mandato, quanto basterebbe per sistemarsi per sempre. Ridicolo. Eppure tra Camera e Sanato sono ben 345 in queste condizioni e per lo più personaggi animati da tutto tranne che da passioni politiche autentiche.
L'opposizione, che opposizione non è stata capace di fare, e Fini sperano nel miracolo e fingono certezze che non hanno. Stringono le chiappe e incrociano le dita non avendo poi la più pallida idea di dove si andrà a parare anche nel caso Berlusconi finisse sotto di qualche voto.
A tutti coloro che si augurano la fine di questa lunga fase di decadenza culturale e morale che caratterizza il berlusconismo, ma si estende ben oltre i suoi confini, non resta che la disperazione. Comunque vada ci vorrà molto tempo per invertire le tendenze in atto. Certo si vorrebbe vedere andare a casa per sempre una genia mummificata di parlamentari incapaci di azioni politiche a favore del benessere collettivo. Ma non si tratta soltanto del ceto politico centrale e periferico. Tutto un apparato dirigente colluso con pratiche economiche delinquenziali, quando non direttamente con la malavita organizzata, andrebbe spazzato via. Gli attori di questo teatrino hanno aspetti esteriori diversi. A volte orrifici sotto spessi strati di cerone e ripetuti quanto improbabili lifting, altre impeccabili ed asettiche, altre ancora si presentano in sembianze di giornalisti ciarlieri, procaci fanciulle e rampanti giovanotti, però mummie sono e mummie restano.
casa delle libertà
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crisi governo,
pensioni parlamentari
Anche YAHOO! ha propensioni alla censura?
Casualmente mi sono imbattuto in un post di oggi su Yahoo! Answers così concepito:
"Crisi da fine legislatura e pensioni parlamentari: coincidenze....?"
Ma cliccandosi sopra Yahoo porta ad una pagina sulla quale si legge:
Questa domanda è stata eliminata
Le domande su Yahoo! Answers possono essere eliminate in accordo con le nostre Linee Guida della Community.
Mi sono chiesto se anche questa fosse una coincidenza e sono andato a curiosare nella copia cache.
Ecco cosa stava scritto sulla pagina rimossa.
Crisi da fine legislatura e pensioni parlamentari : coincidenze....?
La crisi....:
inizio attuale legislatura : 29/ 04/ 2008
crisi da fine legislatura attuale ( discorso di fini a perugia ) : 07/ 11/ 2010 .
tempo trascorso : 2 anni , 6 mesi , 8 giorni .
e le pensioni....:
Il comune cittadino può andare attualmente in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni di età. Se lo scalone di Maroni non sarà toccato dal governo Prodi, dal prossimo anno ci vorranno addirittura 60 anni. Deputati e senatori potranno invece affrontare la vecchiaia con il conforto di ricche pensioni-baby. Secondo i regolamenti di Montecitorio e Palazzo Madama il diritto al vitalizio si acquisisce versando le quote contributive (attualmente 1.006 euro mensili) per almeno cinque anni di mandato. Davvero una bella differenza con i 20 anni di contributi minimi richiesti ai cittadini per la pensione di vecchiaia. E non basta. I parlamentari hanno voluto annullare anche gli effetti dell'instabilità politica che in Italia, si sa, porta sovente alla chiusura anticipata delle legislature. Come? Decidendo all'unisono che in questi malaugurati casi
2 anni e sei mesi
di effettivo incarico sono sufficienti per il diritto alla pensione. Basta pagare contributi volontari per i due anni e mezzo mancanti. E senza nemmeno affannarsi con i versamenti: agli onorevoli parlamentari è infatti permesso di saldare anche a 'fine mandato e in 60 rate'. Più facile di così!
La storia dei due anni e mezzo corrisponda al vero, il fatto dei contributi non so.
Comunque mi chiedo perché Yahoo si sia sentito in dovere di cancellare il tutto.
"Crisi da fine legislatura e pensioni parlamentari: coincidenze....?"
Ma cliccandosi sopra Yahoo porta ad una pagina sulla quale si legge:
Questa domanda è stata eliminata
Le domande su Yahoo! Answers possono essere eliminate in accordo con le nostre Linee Guida della Community.
Mi sono chiesto se anche questa fosse una coincidenza e sono andato a curiosare nella copia cache.
Ecco cosa stava scritto sulla pagina rimossa.
Crisi da fine legislatura e pensioni parlamentari : coincidenze....?
La crisi....:
inizio attuale legislatura : 29/ 04/ 2008
crisi da fine legislatura attuale ( discorso di fini a perugia ) : 07/ 11/ 2010 .
tempo trascorso : 2 anni , 6 mesi , 8 giorni .
e le pensioni....:
Il comune cittadino può andare attualmente in pensione con 35 anni di contributi e 57 anni di età. Se lo scalone di Maroni non sarà toccato dal governo Prodi, dal prossimo anno ci vorranno addirittura 60 anni. Deputati e senatori potranno invece affrontare la vecchiaia con il conforto di ricche pensioni-baby. Secondo i regolamenti di Montecitorio e Palazzo Madama il diritto al vitalizio si acquisisce versando le quote contributive (attualmente 1.006 euro mensili) per almeno cinque anni di mandato. Davvero una bella differenza con i 20 anni di contributi minimi richiesti ai cittadini per la pensione di vecchiaia. E non basta. I parlamentari hanno voluto annullare anche gli effetti dell'instabilità politica che in Italia, si sa, porta sovente alla chiusura anticipata delle legislature. Come? Decidendo all'unisono che in questi malaugurati casi
2 anni e sei mesi
di effettivo incarico sono sufficienti per il diritto alla pensione. Basta pagare contributi volontari per i due anni e mezzo mancanti. E senza nemmeno affannarsi con i versamenti: agli onorevoli parlamentari è infatti permesso di saldare anche a 'fine mandato e in 60 rate'. Più facile di così!
La storia dei due anni e mezzo corrisponda al vero, il fatto dei contributi non so.
Comunque mi chiedo perché Yahoo si sia sentito in dovere di cancellare il tutto.
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2010-12-10
Inglesi, tasse, diritto allo studio
Happy wife, happy life. Moglie felice vita felice
Un non più giovane principe e la sua consorte trascorrono serenamente la loro vita tra castelli, passeggiate a cavallo, viaggi, interessi naturalistici e serate di gala.
Un brutto giorno teppisti scalmanati che si definiscono studenti - tutti sanno che i veri studenti stanno a casa a studiare - aggrediscono a colpi di uova e ortaggi la lucida Rolls Royce che li trasporta, provocando sui regali volti uno stupito moto d'inatteso timore. "Perché questi giovani sudditi si comportano in maniera tanto sconveniente mentre noi sorridiamo e salutiamo agitando la mano?" Si sarà chiesto il principe che da troppo tempo attende di diventare re.
Il motivo e semplice: sono state triplicate le tasse universitarie.
Vergogna! Chi l'ha detto che lo studio debba essere un diritto?
Un non più giovane principe e la sua consorte trascorrono serenamente la loro vita tra castelli, passeggiate a cavallo, viaggi, interessi naturalistici e serate di gala.
Un brutto giorno teppisti scalmanati che si definiscono studenti - tutti sanno che i veri studenti stanno a casa a studiare - aggrediscono a colpi di uova e ortaggi la lucida Rolls Royce che li trasporta, provocando sui regali volti uno stupito moto d'inatteso timore. "Perché questi giovani sudditi si comportano in maniera tanto sconveniente mentre noi sorridiamo e salutiamo agitando la mano?" Si sarà chiesto il principe che da troppo tempo attende di diventare re.
Il motivo e semplice: sono state triplicate le tasse universitarie.
Vergogna! Chi l'ha detto che lo studio debba essere un diritto?
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2010-12-09
Stupidopoli. Compravendita parlamentari, Alemanno, Frattini, WikiLeaks e giornalisti "embedded"
Se, e dico se, gli italiani fossero mediamente più attenti alle allucinanti vicende politiche che vedono protagonisti gli uomini pubblici dell'olimpo berlusconiano - anziché perdersi nella marea melmosa delle chilometriche trasmissioni dedicate a povere ragazzine scomparse, trucidi omicidi, grandifratellesche emozioni - si renderebbero conto della deriva grottesca di questo fine impero del cavalier Silvio da Arcore.
Vanno forte le quotazioni dei parlamentari in procinto di passare a dare una mano, o meglio un voto, non a gratis, al decotto Berlusconi - ultimi due tizi dell'Italia dei Valori - ah! ah! ah! la dice lunga sulla capacità del Di Pietro di scegliersi gli uomini da eleggere, ma anche di questo avevamo già avuto esperienza.
Nel clima di si salvi chi può, in una Roma allo sfascio economico, il duro e puro sindaco Alemanno sistema all'Atac, l'azienda dei trasporti, parenti, amici, sodali di partito e pure una ex cubista. Ben 854 assunzioni a chiamata diretta alla faccia della crisi.
Franco Frattini, miracolosamente assurto da maestro di sci a ministro degli esteri, continua a sparar cazzate. All'annucio delle rivelazioni di WikiLeaks aveva parlato di "terroristi che vogliono distruggere il mondo" e di "11 settembre della diplomazia". Per l'arresto del capo di WikiLeaks, Assange, esulta, rivendicandolo come un colpaccio della diplomazia: «Era ora, per fortuna l’accerchiamento internazionale ha avuto successo» e rincara «Assange ha fatto del male alle relazioni diplomatiche internazionali e mi auguro che sia interrogato e processato come le leggi stabiliscono»
Mah! Per il momento è arrestato per un caso assai dubbio, per quel che se ne sa, di stupro, e, comunque, se risultasse colpevole, è giusto che venga punito. Non si vede però come possa essere condannato per i danni arrecati alla relazioni internazionali anche se, senza dubbio, cercheranno di incastrarlo e metterlo a tacere in ogni modo.
Chi conosce la fiaba I vestiti nuovi dell'Imperatore di Hans Christian Andersen sa che ci vuole l'ingenuità di un bambino per far emergere la verità, specie quando è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliamo vedere e tacciono solamente per timore reverenziale. Ora che "il re è nudo" (e non ci si riferisce soltanto alle risapute "marachelle" del nostro piccolo satrapo nazionale) ci si spreca in commenti, spesso al limite del demenziale, sul come evitare che le persone comuni sappiano quel che pensano davvero coloro che li governano e sul come limitare di fatto la libertà d'informazione.
Magari ci riusciranno e non mancheranno neppure, come non sono mai mancati, i giornalisti "embedd" sempre pronti a scodinzolare al seguito dei potenti in nome della "responsabilità". Allora avremo fatto un altro bel balzo indietro sulla strada della effettiva democratizzazione.
Vanno forte le quotazioni dei parlamentari in procinto di passare a dare una mano, o meglio un voto, non a gratis, al decotto Berlusconi - ultimi due tizi dell'Italia dei Valori - ah! ah! ah! la dice lunga sulla capacità del Di Pietro di scegliersi gli uomini da eleggere, ma anche di questo avevamo già avuto esperienza.
Nel clima di si salvi chi può, in una Roma allo sfascio economico, il duro e puro sindaco Alemanno sistema all'Atac, l'azienda dei trasporti, parenti, amici, sodali di partito e pure una ex cubista. Ben 854 assunzioni a chiamata diretta alla faccia della crisi.
Franco Frattini, miracolosamente assurto da maestro di sci a ministro degli esteri, continua a sparar cazzate. All'annucio delle rivelazioni di WikiLeaks aveva parlato di "terroristi che vogliono distruggere il mondo" e di "11 settembre della diplomazia". Per l'arresto del capo di WikiLeaks, Assange, esulta, rivendicandolo come un colpaccio della diplomazia: «Era ora, per fortuna l’accerchiamento internazionale ha avuto successo» e rincara «Assange ha fatto del male alle relazioni diplomatiche internazionali e mi auguro che sia interrogato e processato come le leggi stabiliscono»
Mah! Per il momento è arrestato per un caso assai dubbio, per quel che se ne sa, di stupro, e, comunque, se risultasse colpevole, è giusto che venga punito. Non si vede però come possa essere condannato per i danni arrecati alla relazioni internazionali anche se, senza dubbio, cercheranno di incastrarlo e metterlo a tacere in ogni modo.
Chi conosce la fiaba I vestiti nuovi dell'Imperatore di Hans Christian Andersen sa che ci vuole l'ingenuità di un bambino per far emergere la verità, specie quando è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliamo vedere e tacciono solamente per timore reverenziale. Ora che "il re è nudo" (e non ci si riferisce soltanto alle risapute "marachelle" del nostro piccolo satrapo nazionale) ci si spreca in commenti, spesso al limite del demenziale, sul come evitare che le persone comuni sappiano quel che pensano davvero coloro che li governano e sul come limitare di fatto la libertà d'informazione.
Magari ci riusciranno e non mancheranno neppure, come non sono mai mancati, i giornalisti "embedd" sempre pronti a scodinzolare al seguito dei potenti in nome della "responsabilità". Allora avremo fatto un altro bel balzo indietro sulla strada della effettiva democratizzazione.
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2010-12-08
John Lennon a trent'anni dalla morte - Imagine
(se non si sente cliccate qui)
Imagine
di John Lennon
Imagine
Imagine there's no heaven
It's easy if you try
No hell below us
Above us only sky
Imagine all the people
Living for today...
Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will be as one
Imagine no possessions
I wonder if you can
No need for greed or hunger
A brotherhood of man
Imagine all the people
Sharing all the world...
You may say I'm a dreamer
But I'm not the only one
I hope someday you'll join us
And the world will live as one
Immagina
Immagina non ci sia il paradiso
È facile se ci si prova
Nessun inferno sotto di noi
Sopra di noi solo il cielo
Immagina tutte le persone
vivere per l'oggi...
Immagina non ci siano nazioni
Non è difficile da fare
Nulla per cui uccidere o morire
E nessuna religione
Immagina tutte le persone
vivere la vita in pace...
Si puè dire che sono un sognatore
ma io non sono il solo
Spero che un giorno ti unirai a noi
e il mondo sarà come uno solo
Immagina non ci siano proprietà
mi chiedo se ci riesci
Nessuna necessità di cupidigia o fame
Una fratellanza di uomini
Immagina tutte le persone
condividere tutto il mondo...
Si può dire che sono un sognatore
ma io non sono il solo
Spero che un giorno ti unirai a noi
e il mondo vivrà come uno solo
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2010-12-02
Monicelli. Branca branca branca, leon leon leon. Zazzazaparapapa' Fiiiiiii Bum!
Mario Monicelli, regista de L'armata Brancaleone e di tanti altri film di successo, è morto.
Era uomo geniale, come geniale è stato Lele Luzzati i cui inconfondibili disegni sono nel video. Degli uomini geniali sarebbe meglio non parlare. Bastano le loro opere a ricordarli.
Come ampiamente documentato ogni giorno, è della stupidità degli uomini da poco, pervenuti al successo, che si spendono milioni di vuote parole.
La morte di Mario Monicelli ha però suscitato un vespaio perché si è trattato del suicidio di un novantacinquenne malato. E allora si sono scatenati tutti.
Poco tempo fa un amico si è suicidato allo stesso modo gettandosi dal balcone. La cosa ha colpito dolorosamente tutto il giro delle sue conoscenze. Ognuno si è posto domande sul perché di un tale gesto, ma nessuno si è sognato di chiedersi se ne avesse o meno il diritto.
Se credi che la vita sia dono di Dio togliersela è peccato, va da sé, mentre è eroico perderla combattendo in suo nome. Ma, se ancora esiste il diritto di non credere in alcun dio, la mia vita appartiene a me solo, e quel che ne faccio sono affari miei.
A mio avviso buttarsi da un balcone è atto disperato. In un mondo più civile dovrebbe esserci la possibilità di morire dignitosamente e dolcemente per propria scelta quando la vita non è più degna di essere vissuta. Passare dalla concretezza dell'essere al nulla del non essere non è poi questo dramma esistenziale, quando non si ha più nulla da perdere se non la sofferenza.
Ma i "difensori della vita", i crociati del dolore come prova di coraggio per conquistarci una fetta di paradiso, ci negano il diritto di non credere nell'aldilà.
Ho sempre avuto il massimo rispetto per chi ha una fede e per le scelte che compie, ma, a quanto sembra, si mette sempre più spesso in discussione il mio uguale diritto a non credere in alcunché d'ultraterreno, quasi che il non avere una fede religiosa sia di per sé una pazzia.
Questo oscurantismo di ritorno, con tutte le sue ripercussioni nella vita quotidiana, per lo scatenarsi dell'irrazionalità che comporta, m'inquieta più della crisi economica globale che ci sovrasta.
Morire quando si vuole, come si vuole, senza chiese preti funerali e quant'altro dovrebbe essere possibile a tutti senza suscitare scandalo alcuno.
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2010-11-28
Berlusconi - Wikileaks - Spectre: mi vogliono rovinare e chi non vota per me peste lo colga
The SPecial Executive for Counter-intelligence, Terrorism, Revenge and Extortion
Silvio, come lo chiamano i suoi accoliti, non ne può più di "congiunture" sfavorevoli. Non sono lui, i suoi ministri, i suoi uomini piazzati ovunque a combinarne così tanto che si è perso il conto e fatta l'assuefazione a tutte le loro malefatte. È la Spectre che congiura.
Sono tutti in trepida attesa di quello che potrà venir fuori dai documenti resi pubblici da Wikileaks [definito sito di terroristi criminali perché ha la cattiva abitudine di "disperdere" sul web le notizie segrete che mettono al corrente noi, insignificanti cittadini, di quello che davvero fanno e pensano i potenti del mondo], ma per quel che riguarda "il Silvio" cosa mai potrà venir fuori di compromettente che già non conosciamo.
Che è considerato un pirla nel mondo intero? Sarebbe il meno.
Chi non vuol sapere continuerà a ignorare, gli altri proseguiranno a sperare che tolga l'incomodo al più presto e vada a godersi la vecchiaia in una delle sue innumerevoli ville sparse per il mondo, magari portando con sé Bondi e tutta la sua corte dei miracoli, Letta compreso.
Riproduco di seguito il gustoso corsivo di Alessandro Robecchi su Il Manifesto per farsi quattro amare risate domenicali.
Il Manifesto, in collaborazione con la Spectre. È in grado di mostrare in esclusiva mondiale il maligno disegno che si propone di screditare l’Italia a livello mondiale, un complotto demo-giudo-plutocratico-venusiano. La prima novità è che il disegno non è uno solo. Ecco il dettaglio della torbida macchinazione.
Nel primo disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che piazza il figlio della sua compagna al ministero, un lavoretto da consulente all’Osservatorio per lo Spettacolo (2009) per la miseria di 25mila euro.
Nel secondo disegno si vede ancora il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che trova un lavoretto (altri 25mila euro) all’ex marito della suddetta compagna, Emanuela Repetti, che evidentemente nella sua condizione di indigente deputata Pdl non poteva dagli una mano da sola.
Nel terzo disegno si vede – nell’ambito dei drastici tagli alla cultura – il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che elargisce una sovvenzione di 285mila euro a una compagnia teatrale che sta vicino a Fivizzano, il suo paese.
Nel quarto disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi finanziare la trasferta dalla Bulgaria di quaranta persone per presentare e premiare a Venezia un film che non ha visto nessuno, dove recita (?) l’attrice Bulgara Michelle Bonev, “molto cara al primo ministro bulgaro e a Berlusconi” (parole del ministro della cultura bulgaro). Le indiscrezioni parlano di una cifra intorno ai 400mila euro.
Nel quinto disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi stanziare di 670 mila euro per lavori di ristrutturazione in due chiese, site a Novi Ligure, città della sua compagna e attuale residenza del ministro.
Come tutti possono capire, c’è un complotto internazionale per screditare l’Italia, come ha fatto intendere l’ex maestro di sci dei figli di Silvio Berlusconi, il ministro degli affari esteri Franco Frattini. E’ ora di dire basta, di respingere questi disegni che screditano il paese. Cosa che faremo con decisione. Appena avremo smesso di ridere.
Silvio, come lo chiamano i suoi accoliti, non ne può più di "congiunture" sfavorevoli. Non sono lui, i suoi ministri, i suoi uomini piazzati ovunque a combinarne così tanto che si è perso il conto e fatta l'assuefazione a tutte le loro malefatte. È la Spectre che congiura.
Sono tutti in trepida attesa di quello che potrà venir fuori dai documenti resi pubblici da Wikileaks [definito sito di terroristi criminali perché ha la cattiva abitudine di "disperdere" sul web le notizie segrete che mettono al corrente noi, insignificanti cittadini, di quello che davvero fanno e pensano i potenti del mondo], ma per quel che riguarda "il Silvio" cosa mai potrà venir fuori di compromettente che già non conosciamo.
Che è considerato un pirla nel mondo intero? Sarebbe il meno.
Chi non vuol sapere continuerà a ignorare, gli altri proseguiranno a sperare che tolga l'incomodo al più presto e vada a godersi la vecchiaia in una delle sue innumerevoli ville sparse per il mondo, magari portando con sé Bondi e tutta la sua corte dei miracoli, Letta compreso.
Riproduco di seguito il gustoso corsivo di Alessandro Robecchi su Il Manifesto per farsi quattro amare risate domenicali.
Il Manifesto, in collaborazione con la Spectre. È in grado di mostrare in esclusiva mondiale il maligno disegno che si propone di screditare l’Italia a livello mondiale, un complotto demo-giudo-plutocratico-venusiano. La prima novità è che il disegno non è uno solo. Ecco il dettaglio della torbida macchinazione.
Nel primo disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che piazza il figlio della sua compagna al ministero, un lavoretto da consulente all’Osservatorio per lo Spettacolo (2009) per la miseria di 25mila euro.
Nel secondo disegno si vede ancora il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che trova un lavoretto (altri 25mila euro) all’ex marito della suddetta compagna, Emanuela Repetti, che evidentemente nella sua condizione di indigente deputata Pdl non poteva dagli una mano da sola.
Nel terzo disegno si vede – nell’ambito dei drastici tagli alla cultura – il ministro dei beni culturali Sandro Bondi che elargisce una sovvenzione di 285mila euro a una compagnia teatrale che sta vicino a Fivizzano, il suo paese.
Nel quarto disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi finanziare la trasferta dalla Bulgaria di quaranta persone per presentare e premiare a Venezia un film che non ha visto nessuno, dove recita (?) l’attrice Bulgara Michelle Bonev, “molto cara al primo ministro bulgaro e a Berlusconi” (parole del ministro della cultura bulgaro). Le indiscrezioni parlano di una cifra intorno ai 400mila euro.
Nel quinto disegno si vede il ministro dei beni culturali Sandro Bondi stanziare di 670 mila euro per lavori di ristrutturazione in due chiese, site a Novi Ligure, città della sua compagna e attuale residenza del ministro.
Come tutti possono capire, c’è un complotto internazionale per screditare l’Italia, come ha fatto intendere l’ex maestro di sci dei figli di Silvio Berlusconi, il ministro degli affari esteri Franco Frattini. E’ ora di dire basta, di respingere questi disegni che screditano il paese. Cosa che faremo con decisione. Appena avremo smesso di ridere.
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Wikileaks
2010-11-26
Wikileaks. Documenti "di scenario". Booh!
Franco Frattini, dopo avere ricevuto la notifica, da parte dell'ambasciata americana a Roma, sulla possibilità che vengano pubblicati da Wikileaks documenti relativi alle relazioni bilaterali tra i due Paesi, ha tenuto a precisare che si tratta di documenti "di scenario".
Cosa voglia dire non si sa. Vedremo.
Ce l'hanno tutti con l'Italia secondo Frattini. Un complotto. Dal rudo a Napoli al crollo di Pompei, dal marcio in Finmeccanica [leggi Lorenza Sarzanini sul Corriere: «Società offshore per gli appalti gonfiati»] a Wikileaks. Del resto Berlusconi lo dice da sempre: la colpa è dei giornalisti - pochi - che conducono inchieste e dei giudici che indagano. Governo e imprenditori dal guadagno facile sono martiri. E va be'.
Cosa voglia dire non si sa. Vedremo.
Ce l'hanno tutti con l'Italia secondo Frattini. Un complotto. Dal rudo a Napoli al crollo di Pompei, dal marcio in Finmeccanica [leggi Lorenza Sarzanini sul Corriere: «Società offshore per gli appalti gonfiati»] a Wikileaks. Del resto Berlusconi lo dice da sempre: la colpa è dei giornalisti - pochi - che conducono inchieste e dei giudici che indagano. Governo e imprenditori dal guadagno facile sono martiri. E va be'.
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2010-11-25
Bondi. Ministro indecente di un governo indecente
C'era una volta il comune senso della decenza, cosa assai arbitraria per la quale benpensanti e giudici bigotti non esitavano a condannare per atti contrari alla pubblica decenza due gay che si baciavano in pubblico.
Non è indecente invece sentire un ministro della IN-cultura in carica sostenere impudicamente di aver aiutato due casi umani dando posto di lavoro e consulenze al figlio e all'ex marito della sua donna (fatta eleggere, per altro, al parlamento italiano, come tanti altri cani e porci, grazie alla oscena legge elettorale Calderoli). [Leggere al riguardo L’aiutino (pubblico) non si nega a nessuno di G.A. Stella sul Corriere]
Ma Sandro Bondi, evidentemente poco soddisfatto della sua performance a Anno Zero e di quella del suo boss Berlusconi a Ballarò, ha avuto la faccia tosta di dichiarare che i conduttori televisivi di queste due trasmissioni dovrebbero ripensare il proprio ruolo perché "Di questo passo viene letteralmente annientata la dignità della politica e la credibilità degli esponenti politici..."
Capito? Osceni non sono i comportamenti suoi, di Berlusconi o, tanto per fare un altro esempio a caso, del ministro della guerra La Russa con le sue incivili risse televisive e i posti assegnati a figli parenti ed amici. Indecenti sono i giornalisti che ne parlano.
È L'osceno normalizzato di cui scrive Barbara Spinelli su Repubblica.
Non è indecente invece sentire un ministro della IN-cultura in carica sostenere impudicamente di aver aiutato due casi umani dando posto di lavoro e consulenze al figlio e all'ex marito della sua donna (fatta eleggere, per altro, al parlamento italiano, come tanti altri cani e porci, grazie alla oscena legge elettorale Calderoli). [Leggere al riguardo L’aiutino (pubblico) non si nega a nessuno di G.A. Stella sul Corriere]
Ma Sandro Bondi, evidentemente poco soddisfatto della sua performance a Anno Zero e di quella del suo boss Berlusconi a Ballarò, ha avuto la faccia tosta di dichiarare che i conduttori televisivi di queste due trasmissioni dovrebbero ripensare il proprio ruolo perché "Di questo passo viene letteralmente annientata la dignità della politica e la credibilità degli esponenti politici..."
Capito? Osceni non sono i comportamenti suoi, di Berlusconi o, tanto per fare un altro esempio a caso, del ministro della guerra La Russa con le sue incivili risse televisive e i posti assegnati a figli parenti ed amici. Indecenti sono i giornalisti che ne parlano.
È L'osceno normalizzato di cui scrive Barbara Spinelli su Repubblica.
2010-11-24
Berlusconi sbraca a Ballarò
Niente di nuovo. Le sparate televisive dell'iracondo cavaliere sono tra le cose che non fanno più notizia tanto gli italiani ci sono abituati.
"Ghe pensi mi" aveva detto a A tigi unificati ai primi di luglio, promettendo mari e monti.
Sui rifiuti napoletani, con a fianco il fido Bertolaso - che nel frattempo se ne è andato prudentemente in pensione - aveva garantito soluzioni prima in dieci poi in tre giorni. Gli ispettori europei, un po' indignati, hanno dichiarato una quarantina di ore fa che a Napoli hanno trovato la stessa disastrosa situazione del 2008.
Che Berlusconi non abbia bacchette magiche, checché ne pensino i suoi fan, è un fatto. Che a Napoli - e non solo a Napoli - il ceto politico, di destra come di centro o sinistra, sarebbe da mettere - metaforicamente, per carità! - al rogo è un altro fatto.
Delle parole di Berlusconi al telefono di Ballarò colpisce non tanto la consueta maleducazione ed arroganza anfetaminica da padrone assoluto alla quale il premier ci ha da tempo assuefatti, quanto la piccolezza del suo atteggiamento. Fateci caso. Lui telefona a Floris, concorda che accetterà il contraddittorio, poi fa la sua sparata e interrompe la comunicazione. Non solo: tenta di far credere agli ascoltatori che sia stato Ballarò a chiamarlo, non il contrario. Questa è paranoia. Siamo governati da un uomo tanto afflitto da manie di grandezza da non essere più in grado di ammettere nemmeno a sé stesso di essere stato lui a cercare gli altri e non gli altri a cercare lui. Sembra secondario, ma è indicativo di una mentalità.
Italiani, continuate imperterriti a votarlo.
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2010-11-20
Dell'Utri - mafia. Motivazioni della sentenza di condanna. Altra mazzata per Berlusconi
Le motivazioni della sentenza di condanna in secondo grado nei confronti di Marcello Dell'Utri chiamano pesantemente in causa Berlusconi. (vedi Il ruolo di Marcello Dell’Utri)
Io non so se il berlusconismo è finalmente al capolinea oppure se il cavaliere riuscirà a cavarsela per il rotto della cuffia. Un giorno sembra finito, il giorno dopo si riprende come il protagonista in un brutto film horror.
La pochezza dei suoi oppositori - tutti i suoi oppositori - e l'idea qualunquista che i politici siano tutti uguali, sempre più radicata nella mente degli italiani, non fa presagire nulla di buono.
Anche stavolta diranno: Berlusconi ha pagato protezioni mafiose? E perché, gli altri cosa fanno? Gli altri, il tormentone che accomuna chiunque in una gelatinosa massa putrida.
La situazione è davvero brutta e non si intravvede luce in fondo al tunnel.
Mi chiedo perché io, e migliaia di altre persone meglio di me, continuiamo a stilare post di questo genere rilanciando notizie nella disperata speranza di smuovere qualcosa. Sembriamo soltanto turbinare in un grande circolo autoreferenziale non meno di quello dei grandi mezzi di comunicazione cartacei. Forse è soltanto un modo per sentirci più partecipi al grande psicodramma collettivo che sconvolge l'Italia.
Io non so se il berlusconismo è finalmente al capolinea oppure se il cavaliere riuscirà a cavarsela per il rotto della cuffia. Un giorno sembra finito, il giorno dopo si riprende come il protagonista in un brutto film horror.
La pochezza dei suoi oppositori - tutti i suoi oppositori - e l'idea qualunquista che i politici siano tutti uguali, sempre più radicata nella mente degli italiani, non fa presagire nulla di buono.
Anche stavolta diranno: Berlusconi ha pagato protezioni mafiose? E perché, gli altri cosa fanno? Gli altri, il tormentone che accomuna chiunque in una gelatinosa massa putrida.
La situazione è davvero brutta e non si intravvede luce in fondo al tunnel.
Mi chiedo perché io, e migliaia di altre persone meglio di me, continuiamo a stilare post di questo genere rilanciando notizie nella disperata speranza di smuovere qualcosa. Sembriamo soltanto turbinare in un grande circolo autoreferenziale non meno di quello dei grandi mezzi di comunicazione cartacei. Forse è soltanto un modo per sentirci più partecipi al grande psicodramma collettivo che sconvolge l'Italia.
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2010-11-18
'ndrangheta a Milano? Fatemela vedere
Ripropongo l'intervento di Saviano anche per dare il senso di quanto sia pretestuoso l'attacco della Lega nei suoi confronti
Gian Valerio Lombardi, Prefetto di Milano, dice: "dov’è la ‘ndrangheta, fatemela vedere"...
«La mafia non esiste» dicevano i boss negli anni Settanta.
Anche a Pavia c'era chi sosteneva che la mafia non esiste e si diffidava Irene Campari, consigliere comunale, dal parlarne.
Poi, quest'estate, proprio a Pavia, hanno arrestato il direttore dell'ASL, Carlo Chiriaco sequestrandogli beni per un milione di euro...
Giovanni Giovannetti, ben prima che esplodesse il bubbone, aveva raggruppato in un suo post dal titolo, appunto, La mafia non esiste un bel po' di stralci da giornali, spezzoni di inchieste e fatti a dir poco inquietanti. La rilettura, alla luce dei fatti successivi, è interessante.
Alcune righe d'assaggio:
«Le mafie sono ormai radicate a Pavia e in provincia, operano negli appalti, nella ristorazione, nel piccolo e nel grande commercio». Lo ha confermato il Procuratore distrettuale antimafia Ferdinando Pomarici, (“la Provincia Pavese”, 25 settembre 2008). Difficile sperare che le mafie si fossero fermate a Buccinasco, la Platì del Nord. E infatti Pavia brulica di inutili cantieri, di oscure operazioni immobiliari, di lussuosi negozi sempre deserti che cambiano frequentemente proprietario, di oltre sessanta sportelli bancari nonostante l’assenza di attività produttive.
E più avanti:
...un fiume di denaro sporco dilavato in banche compiacenti, in borsa, nell’edilizia privata, nelle bische clandestine; oppure moltiplicato con il traffico dei rifiuti e nelle sale gioco (a Pavia si conta una new-slot ogni 55 abitanti, più del triplo della media nazionale, una spesa media di 1.498 euro per ogni abitante), oppure negli appalti pubblici e nell’escavazione; o investito nel commercio e nella grande distribuzione, o nell’acquisto di cliniche, alberghi, ristoranti, cinema...
Basta guardarsi intorno.
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2010-11-12
Pompei
Pompei, tempio di Giove con copia della testa
Pompei, agosto. Giornata limpida e calda, mitigata da una brezza costante che rende sopportabile la visita agli scavi.
Lunga fila all'ingresso. Prezzo del biglietto: 11 euro a testa.
Al Prado di Madrid si entra con 8 euro, al Pompidou di Parigi ci vogliono 10 euro e al Louvre 8,50.
Questi sono scavi, si dirà, unici al mondo. Vero come è vero che si tratta pur sempre di ruderi, un po' monotoni, come tutti i ruderi. Emozionano? Sì, se si pensa di calpestare le stesse pietre e precorrere le stesse strade di donne e uomini vissuti oltre duemila anni fa, curiosare dentro il perimetro delle loro case e cose del genere. Però è più una sensazione mentale che fisica. Ciò che appare sono pietre più o meno ben conservate che dicono poco a un profano. Poi ci sono i templi, le piazze, le grandi case dei ricchi con affreschi e mosaici e lì c'è il meglio. Pompei è una città e raggiungere i vari luoghi dove ci sono i reperti più interessanti vuol dire scarpinare. Infatti ci sono torme di visitatori - molti stranieri - scalmanati per il caldo, che si aggirano, mappe alla mano, per capire dove è questo e dove è quello. Non è facile. Le cartine che si prendono all'ingresso non sempre sono precise e i numeri non corrispondono con le numerazioni sui muri delle vie. La lettura delle indicazioni sulla guida prende tempo, né si è aiutati da spiegazioni su appositi cartelli per capire cosa si sta vedendo. Insomma è tutto abbastanza faticoso senza contare che a volte si arriva ad una domus particolarmente significativa e la si trova sbarrata per qualche ignota ragione. Altro elemento di delusione è l'assenza, pur comprensibile per ragioni di conservazione, delle migliori statue, dei manufatti del vivere quotidiano, dei calchi. Qui c'è solo qualcosa di minor conto accatastata alla rinfusa dietro una cancellata e copie. Gli originali sono altrove, al museo archeologico di Napoli e in altri luoghi. (Pompeiani in fuga: calchi di gesso e resina in mostra nell’Antiquarium di Boscoreale, in provincia di Napoli)
Alla fine sembra che l'oasi più apprezzata da molti, specie italiani con bambini annoiati al seguito, sia il posto di ristoro, lo Spizzico dove si mangia e si beve.
La magia della città, ben resa dalle suggestioni del video sottostante, non la si ritrova facilmente abbandonati a sé stessi nel caldo del mezzogiorno tra percorsi difficilmente rintracciabili.
Qui, come in tanti altri grandi musei, per apprezzare meglio le opere d'arte bisognerebbe avere il tempo di tornare più volte, con in mente itinerari ben definiti. Ma questo è altro discorso.
Ora il crollo della Domus dei Gladiatori ha riacceso i riflettori sullo stato di salute di questo sito, patrimonio dell'umanità.
Scrive Sergio Rizzo sul Corriere del 9 novembre che i soldi incassati non bastano a coprire le spese. Eppure undici euro per tre milioni di visitatori all'anno fanno una bella somma.
Dice Rizzo che i dipendenti sono 524, dei quali 312 addetti alla vigilanza, costano 18 milioni di euro all'anno e sono numericamente insufficienti. Personalmente non ne ho visto in giro neanche uno per tutto il tempo della visita, mentre al Prado, per fare un esempio, ogni sala ha il suo vigilante presente. Rizzo ci racconta anche che in realtà solo sette milioni all'anno degli incassi vengono reinvestiti per Pompei e gli scavi sono sempre stati una voragine mangiasoldi. Ai tempi del ministro Vincenzo Scotti (democristiano, poi sottosegretario nel governo Berlusconi IV) cento miliardi delle vecchie lire arrivati dal Fio (fondo investimento e occupazione) sparirono nel nulla senza che niente fosse fatto. Più di recente 80 milioni di euro accumulati dai sovrintendenti e non reinvestiti sono stati utilizzati altrove. Una trentina se li è ripresi l'allora ministro Buttiglione e quaranta sono stati trasferiti d'autorità alla Protezione civile che ha finanziato le opere in deroga del commissario Marcello Fiori.
L'uso "allegro" che ne è stato fatto dal duo Bondi-Bertolaso si evince dall'inchiesta pubblicata sull'Espresso di questa settimana Pompei crolla, loro mangiano.
Anche questa è l'Italia del basso impero dove tutto sta crollando.
Pompei, agosto. Giornata limpida e calda, mitigata da una brezza costante che rende sopportabile la visita agli scavi.
Lunga fila all'ingresso. Prezzo del biglietto: 11 euro a testa.
Al Prado di Madrid si entra con 8 euro, al Pompidou di Parigi ci vogliono 10 euro e al Louvre 8,50.
Questi sono scavi, si dirà, unici al mondo. Vero come è vero che si tratta pur sempre di ruderi, un po' monotoni, come tutti i ruderi. Emozionano? Sì, se si pensa di calpestare le stesse pietre e precorrere le stesse strade di donne e uomini vissuti oltre duemila anni fa, curiosare dentro il perimetro delle loro case e cose del genere. Però è più una sensazione mentale che fisica. Ciò che appare sono pietre più o meno ben conservate che dicono poco a un profano. Poi ci sono i templi, le piazze, le grandi case dei ricchi con affreschi e mosaici e lì c'è il meglio. Pompei è una città e raggiungere i vari luoghi dove ci sono i reperti più interessanti vuol dire scarpinare. Infatti ci sono torme di visitatori - molti stranieri - scalmanati per il caldo, che si aggirano, mappe alla mano, per capire dove è questo e dove è quello. Non è facile. Le cartine che si prendono all'ingresso non sempre sono precise e i numeri non corrispondono con le numerazioni sui muri delle vie. La lettura delle indicazioni sulla guida prende tempo, né si è aiutati da spiegazioni su appositi cartelli per capire cosa si sta vedendo. Insomma è tutto abbastanza faticoso senza contare che a volte si arriva ad una domus particolarmente significativa e la si trova sbarrata per qualche ignota ragione. Altro elemento di delusione è l'assenza, pur comprensibile per ragioni di conservazione, delle migliori statue, dei manufatti del vivere quotidiano, dei calchi. Qui c'è solo qualcosa di minor conto accatastata alla rinfusa dietro una cancellata e copie. Gli originali sono altrove, al museo archeologico di Napoli e in altri luoghi. (Pompeiani in fuga: calchi di gesso e resina in mostra nell’Antiquarium di Boscoreale, in provincia di Napoli)
Alla fine sembra che l'oasi più apprezzata da molti, specie italiani con bambini annoiati al seguito, sia il posto di ristoro, lo Spizzico dove si mangia e si beve.
La magia della città, ben resa dalle suggestioni del video sottostante, non la si ritrova facilmente abbandonati a sé stessi nel caldo del mezzogiorno tra percorsi difficilmente rintracciabili.
Qui, come in tanti altri grandi musei, per apprezzare meglio le opere d'arte bisognerebbe avere il tempo di tornare più volte, con in mente itinerari ben definiti. Ma questo è altro discorso.
Ora il crollo della Domus dei Gladiatori ha riacceso i riflettori sullo stato di salute di questo sito, patrimonio dell'umanità.
Scrive Sergio Rizzo sul Corriere del 9 novembre che i soldi incassati non bastano a coprire le spese. Eppure undici euro per tre milioni di visitatori all'anno fanno una bella somma.
Dice Rizzo che i dipendenti sono 524, dei quali 312 addetti alla vigilanza, costano 18 milioni di euro all'anno e sono numericamente insufficienti. Personalmente non ne ho visto in giro neanche uno per tutto il tempo della visita, mentre al Prado, per fare un esempio, ogni sala ha il suo vigilante presente. Rizzo ci racconta anche che in realtà solo sette milioni all'anno degli incassi vengono reinvestiti per Pompei e gli scavi sono sempre stati una voragine mangiasoldi. Ai tempi del ministro Vincenzo Scotti (democristiano, poi sottosegretario nel governo Berlusconi IV) cento miliardi delle vecchie lire arrivati dal Fio (fondo investimento e occupazione) sparirono nel nulla senza che niente fosse fatto. Più di recente 80 milioni di euro accumulati dai sovrintendenti e non reinvestiti sono stati utilizzati altrove. Una trentina se li è ripresi l'allora ministro Buttiglione e quaranta sono stati trasferiti d'autorità alla Protezione civile che ha finanziato le opere in deroga del commissario Marcello Fiori.
L'uso "allegro" che ne è stato fatto dal duo Bondi-Bertolaso si evince dall'inchiesta pubblicata sull'Espresso di questa settimana Pompei crolla, loro mangiano.
Anche questa è l'Italia del basso impero dove tutto sta crollando.
2010-11-07
La crisi del Pdl e il Pd che non c'è. Tutti in cerca di un leader
Il limone mutante di Terzigno, cresciuto vicino alla discarica, è anche parlante - Cliccaci sopra per scoprire chi è
Azzarda Bersani dal palco dell'Auditorium: «Stiamo diventando il primo partito del Paese». Però non pronuncia la parola elezioni.
Curzio Maltese su La Repubblica (Il fai-da-te dei rottamatori) sembra spiegarne la ragione:
In una eventuale campagna elettorale il Pd non può infatti contare su nessun argomento forte, scavalcato in tutti dalla concorrenza. Sulla difesa della legalità e l’antiberlusconismo, ormai sinonimi, il Pd è meno efficace di Di Pietro e ora anche di Fini e Famiglia Cristiana, sulle questioni sociali e ambientali, per dire il precariato o il nucleare o la privatizzazione dell’acqua, è meno chiaro di Vendola e Grillo, sulla laicità e i diritti civili più ambiguo di tutti i nominati più i radicali, sull’immigrazione non ne parliamo. Perfino sulle legge elettorale il Pd non ha ancora scelto una linea, fra quattro o cinque possibili.
In questa Italia sommersa dai rifiuti, avvelenata dall'inquinamento, dalla corruzione, dalla disgregazione sociale, dove i giovani non hanno più futuro e il ceto politico ha subito una mutazione genetica malformante come il limone di Terzigno, riporre speranze sulle vecchie facce dei politici, poco importa se di destra, di centro o di sinistra è illusorio.
Lasciamo perdere i Berlusconi, Bossi, Casini, Rutelli, D'Alema, Veltroni, e compagnia cantante, non tutti nella stessa misura responsabili del disfacimento del paese, ma tutti corresponsabili dello sfascio istituzionale.
Titic e titac. Ti salta fuori dal cappello un Fini. Fini, uno che da quarant'anni mercanteggia con la politica e negli ultimi quindici ha condiviso tutte le peggiori scelte berlusconiane. Titac e titic ed eccoti lì i soliti Tremonti - un commercialista di successo che sa tutto su come far pagare poche tasse ai ricchi, ma poco ferrato in economia, cosa che non è necessariamente un male -, Luca Cordero di Monteprezzemolo - sempre accreditato ovunque al pari della verde erbetta, anche se sfugge quali siano davvero i suoi meriti a parte il cognome, Montezemolo, una dinastia per generazioni al servizio dei Savoia -, Mr. Sergio Marchionne, CEO Fiat - in tutt'altre faccende affaccendato, direi, per impelagarsi nella politica italiana -, Mario Draghi sul quale nessuno di quelli che in Italia contano, tranne Tremonti, porrebbe apertamente il veto. Ma anche questo Draghi, governatore della Banca d'Italia, non più un giovincello con i suoi sessantatre anni, con un curriculum da spavento tra studi, incarichi nazionali e internazionalie, appartenenze a consigli d'amministrazione e, tra l'altro, vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs tra il 2002 e il 2005, quale garanzia potrebbe mai offrire di essere l'uomo giusto per portare l'Italia fuori dal guano?
Valutando dalle referenze è mente fuori dal comune e dopo figuri come Bossi, Berlusconi e i loro scherani dio sa quanto l'Italia avrebbe bisogno di persone intelligenti alla guida della cosa pubblica.
Però l'essere stato ai vertici della Goldman Sachs, rimasta la più grossa banca operante nel "mercato delle scommesse" [quello che permette di guadagnare cifre colossali scomettendo appunto sugli andamenti futuri di prezzi, indici, tassi e valute] dopo la traumatica uscita di scena delle sue più dirette concorrenti (Bear Stearns, Lehman Brothers e Merrill Lynch) e non meno di queste corresponsabile della crisi finanziaria che ancora ci travaglia, non depone necessariamente a suo favore, se non per il fatto di essere un super esperto dei sofisticati meccanismi finanziari che determinano le sorti del mercato.
Del resto la Goldman, che ha retto meglio alla crisi finanziaria anche grazie ai 10 miliardi di dollari dei contribuenti americani ricevuti in prestito dal Tesoro Usa, è stata accusata di frode per aver creato e venduto prodotti collegati a mutui suprime, rilasciando informazioni inesatte e omettendo fatti chiave, dalla Securities and Exchange Commission (la Consob americana). Per mettere tutto a tacere lo scorso luglio ha pagato una multa record da 550 milioni di dollari ottenendo la chiusura della causa. In un libro recente, di grande successo in America, della Goldman Sachs è stato scritto: «Ha il carattere crudele di una tigre della Manciuria, si insinua in tutto il mondo, come un cacciatore esperto, quando sente l'odore di sangue si avventa!»
Dico queste cose non certo per simpatia nei confronti di Tremonti, ma semplicemente perché quando sento tante campane suonare a favore di una persona mi chiedo cosa le abbia slegate e faccio qualche ricerca. Ora posso sbagliarmi però questo Draghi non ha precisamente un passato da Madre Teresa di Calcutta e lo preferirei come consulente finanziario - se avessi una valanga di soldi - piuttosto che a capo di un governo che per il "patto sociale" tra stato e cittadini dovrebbe pensare anche al bene di questi ultimi.
Azzarda Bersani dal palco dell'Auditorium: «Stiamo diventando il primo partito del Paese». Però non pronuncia la parola elezioni.
Curzio Maltese su La Repubblica (Il fai-da-te dei rottamatori) sembra spiegarne la ragione:
In una eventuale campagna elettorale il Pd non può infatti contare su nessun argomento forte, scavalcato in tutti dalla concorrenza. Sulla difesa della legalità e l’antiberlusconismo, ormai sinonimi, il Pd è meno efficace di Di Pietro e ora anche di Fini e Famiglia Cristiana, sulle questioni sociali e ambientali, per dire il precariato o il nucleare o la privatizzazione dell’acqua, è meno chiaro di Vendola e Grillo, sulla laicità e i diritti civili più ambiguo di tutti i nominati più i radicali, sull’immigrazione non ne parliamo. Perfino sulle legge elettorale il Pd non ha ancora scelto una linea, fra quattro o cinque possibili.
In questa Italia sommersa dai rifiuti, avvelenata dall'inquinamento, dalla corruzione, dalla disgregazione sociale, dove i giovani non hanno più futuro e il ceto politico ha subito una mutazione genetica malformante come il limone di Terzigno, riporre speranze sulle vecchie facce dei politici, poco importa se di destra, di centro o di sinistra è illusorio.
Lasciamo perdere i Berlusconi, Bossi, Casini, Rutelli, D'Alema, Veltroni, e compagnia cantante, non tutti nella stessa misura responsabili del disfacimento del paese, ma tutti corresponsabili dello sfascio istituzionale.
Titic e titac. Ti salta fuori dal cappello un Fini. Fini, uno che da quarant'anni mercanteggia con la politica e negli ultimi quindici ha condiviso tutte le peggiori scelte berlusconiane. Titac e titic ed eccoti lì i soliti Tremonti - un commercialista di successo che sa tutto su come far pagare poche tasse ai ricchi, ma poco ferrato in economia, cosa che non è necessariamente un male -, Luca Cordero di Monteprezzemolo - sempre accreditato ovunque al pari della verde erbetta, anche se sfugge quali siano davvero i suoi meriti a parte il cognome, Montezemolo, una dinastia per generazioni al servizio dei Savoia -, Mr. Sergio Marchionne, CEO Fiat - in tutt'altre faccende affaccendato, direi, per impelagarsi nella politica italiana -, Mario Draghi sul quale nessuno di quelli che in Italia contano, tranne Tremonti, porrebbe apertamente il veto. Ma anche questo Draghi, governatore della Banca d'Italia, non più un giovincello con i suoi sessantatre anni, con un curriculum da spavento tra studi, incarichi nazionali e internazionalie, appartenenze a consigli d'amministrazione e, tra l'altro, vicepresidente e membro del management Committee Worldwide della Goldman Sachs tra il 2002 e il 2005, quale garanzia potrebbe mai offrire di essere l'uomo giusto per portare l'Italia fuori dal guano?
Valutando dalle referenze è mente fuori dal comune e dopo figuri come Bossi, Berlusconi e i loro scherani dio sa quanto l'Italia avrebbe bisogno di persone intelligenti alla guida della cosa pubblica.
Però l'essere stato ai vertici della Goldman Sachs, rimasta la più grossa banca operante nel "mercato delle scommesse" [quello che permette di guadagnare cifre colossali scomettendo appunto sugli andamenti futuri di prezzi, indici, tassi e valute] dopo la traumatica uscita di scena delle sue più dirette concorrenti (Bear Stearns, Lehman Brothers e Merrill Lynch) e non meno di queste corresponsabile della crisi finanziaria che ancora ci travaglia, non depone necessariamente a suo favore, se non per il fatto di essere un super esperto dei sofisticati meccanismi finanziari che determinano le sorti del mercato.
Del resto la Goldman, che ha retto meglio alla crisi finanziaria anche grazie ai 10 miliardi di dollari dei contribuenti americani ricevuti in prestito dal Tesoro Usa, è stata accusata di frode per aver creato e venduto prodotti collegati a mutui suprime, rilasciando informazioni inesatte e omettendo fatti chiave, dalla Securities and Exchange Commission (la Consob americana). Per mettere tutto a tacere lo scorso luglio ha pagato una multa record da 550 milioni di dollari ottenendo la chiusura della causa. In un libro recente, di grande successo in America, della Goldman Sachs è stato scritto: «Ha il carattere crudele di una tigre della Manciuria, si insinua in tutto il mondo, come un cacciatore esperto, quando sente l'odore di sangue si avventa!»
Dico queste cose non certo per simpatia nei confronti di Tremonti, ma semplicemente perché quando sento tante campane suonare a favore di una persona mi chiedo cosa le abbia slegate e faccio qualche ricerca. Ora posso sbagliarmi però questo Draghi non ha precisamente un passato da Madre Teresa di Calcutta e lo preferirei come consulente finanziario - se avessi una valanga di soldi - piuttosto che a capo di un governo che per il "patto sociale" tra stato e cittadini dovrebbe pensare anche al bene di questi ultimi.
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2010-11-03
Un paese per comici - Berlusconi presiede il prossimo convegno nazionale sulla famiglia
Il «nobiluomo» Gianni Letta («Gentiluomo di Sua Santità» per suggerimento del card. Tarcisio Bertone) come atto di riparazione ha imposto a Silvio Berlusconi di presiedere al convegno nazionale sulla famiglia
Sic!
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2010-11-02
"Meglio appassionato di belle ragazze che essere gay", Il Berlusca sì ch'l'è un om!
Diciamola tutta. Méi una bèla lögia che cü. Insomma meglio puttaniere che culattone. Questo proclama pubblicamente il nostro presidente del consiglio che ormai va a ruota libera.
Il dramma di questa Italia è che molti, apertamente o in cuor loro, sono d'accordo e non si scandalizzano se un primo ministro fa quel che fa e dice quel che dice.
Sia chiaro che dei gusti sessuali del cavaliere non ce ne importa niente. Può anche scoparsi una pecora se questo lo diletta, ma che esprima opinioni sui gusti altrui è inaccettabile. Nessun capo di stato di un paese civile si permetterebbe una simile battuta contro gli omosessuali, lui sì.
Tutta la mia solidarietà - e spero anche quella di chi legge questo post - ai gay lesbiche negri zingari ed ebrei da sempre dileggiati e perseguitati da individui col cervello atrofizzato.
Il dramma di questa Italia è che molti, apertamente o in cuor loro, sono d'accordo e non si scandalizzano se un primo ministro fa quel che fa e dice quel che dice.
Sia chiaro che dei gusti sessuali del cavaliere non ce ne importa niente. Può anche scoparsi una pecora se questo lo diletta, ma che esprima opinioni sui gusti altrui è inaccettabile. Nessun capo di stato di un paese civile si permetterebbe una simile battuta contro gli omosessuali, lui sì.
Tutta la mia solidarietà - e spero anche quella di chi legge questo post - ai gay lesbiche negri zingari ed ebrei da sempre dileggiati e perseguitati da individui col cervello atrofizzato.
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2010-10-31
Dilma Rousseff nuovo presidente brasiliano
Dilma Rousseff, 63 anni, una vita nel Pt (il partito dei lavoratori) succede a Lula come Presidente del Brasile.
Ex guerrigliera, imprigionata e torturata negli anni della dittatura, è considerata un politico intransigente e incorruttibile.
Queste cose accadono altrove mentre da noi...
Nicole Minetti, venticinque anni, ”igienista dentale”, già ballerina di Colorado Cafè.
"Scoperta" da Berluscuni, è eletta del PDL al Consiglio regionale lombardo (nel listino presentato in ritardo con firme falsificate) e inviata - in qualità di affidataria - a salvare dall'arresto Ruby, la diciasettenne protetta dallo stesso presidente del consiglio.
Evviva!
Ex guerrigliera, imprigionata e torturata negli anni della dittatura, è considerata un politico intransigente e incorruttibile.
Queste cose accadono altrove mentre da noi...
Nicole Minetti, venticinque anni, ”igienista dentale”, già ballerina di Colorado Cafè.
"Scoperta" da Berluscuni, è eletta del PDL al Consiglio regionale lombardo (nel listino presentato in ritardo con firme falsificate) e inviata - in qualità di affidataria - a salvare dall'arresto Ruby, la diciasettenne protetta dallo stesso presidente del consiglio.
Evviva!
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2010-10-30
Una nuova ondata di fango lambisce la credibilità delle istituzioni
Merda d'artista, Piero Manzoni, 1961
"Una nuova ondata di fango lambisce la credibilità delle istituzioni" dice la Marcegaglia, insensibile ai complimenti alle lusinghe e alle proposte che Berlusconi le ha rivolto a più riprese.
Ma va? E noi, sciocchini, che credavamo fossero già da tempo completamente nella merda!
"Una nuova ondata di fango lambisce la credibilità delle istituzioni" dice la Marcegaglia, insensibile ai complimenti alle lusinghe e alle proposte che Berlusconi le ha rivolto a più riprese.
Ma va? E noi, sciocchini, che credavamo fossero già da tempo completamente nella merda!
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2010-10-29
Lombardia: fogna fuorilegge. Pavia non fa eccezione
Dal 2005 gli impianti fognari dovevano essere messi in regola, secondo quanto fissato dalla Unione Europea. Ma in Lombardia più che a mettersi in regola si punta a privatizzare l'acqua con buona pace degli utenti, dei loro diritti e dei costi delle bollette che saliranno alle stelle.
Pavia non fa eccezione.
Scriveva la Provincia Pavese quasi un anno fa:
Fogne e depuratori, arrivano i soldi (la Provincia Pavese — 27 dicembre 2009 pagina 14)
Sette milioni e mezzo per rimettere in sesto reti idriche e fogne, quasi il doppio (12 milioni) per potenziare i depuratori ed evitare che l’Europa multi la provincia di Pavia scaricando sulle bollette i costi della sanzione.
Scrive ora:
Fogne fuorilegge, rischio tariffe triplicate la Provincia Pavese — 28 ottobre 2010 pagina 19
Depuratori e fognature fuorilegge: si rischiano tariffe triplicate per far fronte alle multe della Corte di Giustizia europea [...]Una batosta da bancarotta. Si parte con una multa dai 10 ai 20 milioni per il Comune inadempiente, più altri 200 mila euro (ma la cifra può triplicarsi) per ogni giorno oltre il quale l’impianto, nel frattempo sistemato, non è entrato in funzione.
Non ci capisco molto, né questi articoli aiutano a comprendere in che modo le questioni siano connesse e quali siano gli obblighi non ottemperati dei vari enti preposti. Così a spanne direi che di responsabilità da parte degli amministratori ce ne siano molte e soprattutto che ci sia un colpevole menefreghismo per i cittadini che alla fine saranno gli unici ad essere chiamati a pagare tutti i conti.
Chiedo ai comitati per la moratoria sulla privatizzazione dell'acqua di intervenire nel merito e mi domando fino a quando tutto questo ceto politico incapace e corrotto che ha governato in passato e governa ora resterà impunito?
Pavia non fa eccezione.
Scriveva la Provincia Pavese quasi un anno fa:
Fogne e depuratori, arrivano i soldi (la Provincia Pavese — 27 dicembre 2009 pagina 14)
Sette milioni e mezzo per rimettere in sesto reti idriche e fogne, quasi il doppio (12 milioni) per potenziare i depuratori ed evitare che l’Europa multi la provincia di Pavia scaricando sulle bollette i costi della sanzione.
Scrive ora:
Fogne fuorilegge, rischio tariffe triplicate la Provincia Pavese — 28 ottobre 2010 pagina 19
Depuratori e fognature fuorilegge: si rischiano tariffe triplicate per far fronte alle multe della Corte di Giustizia europea [...]Una batosta da bancarotta. Si parte con una multa dai 10 ai 20 milioni per il Comune inadempiente, più altri 200 mila euro (ma la cifra può triplicarsi) per ogni giorno oltre il quale l’impianto, nel frattempo sistemato, non è entrato in funzione.
Non ci capisco molto, né questi articoli aiutano a comprendere in che modo le questioni siano connesse e quali siano gli obblighi non ottemperati dei vari enti preposti. Così a spanne direi che di responsabilità da parte degli amministratori ce ne siano molte e soprattutto che ci sia un colpevole menefreghismo per i cittadini che alla fine saranno gli unici ad essere chiamati a pagare tutti i conti.
Chiedo ai comitati per la moratoria sulla privatizzazione dell'acqua di intervenire nel merito e mi domando fino a quando tutto questo ceto politico incapace e corrotto che ha governato in passato e governa ora resterà impunito?
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2010-10-28
2010-10-24
Dolce e Gabbana evasori e sponsor
Rainews24 è uno dei pochi canali televisivi italiani che fa informazione e non disinformazione fraudolenta. Talvolta però qualche servizio lascia perplessi. Oggi pomeriggio si parlava di pugilato e un intervistato ringraziava caldamente Dolce e Gabbana per aver generosamente sponsorizzato World Series of Boxing. Il pugilato, diceva, è insegnamento per i giovani di rispetto delle regola.
Nessuno ha ricordato che questi "benefattori" di fede berlusconiana sono stati recentemente accusati di evasione fiscale per un miliardo di euro ed indagati per truffa ai danni dello stato.
Alla faccia del rispetto delle regole!
[Ndr: la truffa nei confronti di chi compra a prezzi folli i loro prodotti fabbricati chissà dove a prezzi irrisori non è perseguibile né imputabile a nessuno se non ai compratori stessi]
Nessuno ha ricordato che questi "benefattori" di fede berlusconiana sono stati recentemente accusati di evasione fiscale per un miliardo di euro ed indagati per truffa ai danni dello stato.
Alla faccia del rispetto delle regole!
[Ndr: la truffa nei confronti di chi compra a prezzi folli i loro prodotti fabbricati chissà dove a prezzi irrisori non è perseguibile né imputabile a nessuno se non ai compratori stessi]
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2010-10-23
Sfasciare Pavia
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Fine settimana difficile per sindaci pidiellini dell'hinterland pavese in odore di 'ndrangheta. All'onore delle cronache, non primo né ultimo, Giovanni Valdes, Borgarello, uomo "da sempre vicino a chiesa e oratorio".
Gessatino e aplomb da manager Filippi Filippi, non sembra per nulla preoccupato della piega che stanno prendendo gli eventi, anche se nella sua lista alle elezioni comunali, Rinnovare Pavia figurava Rocco Del Prete, candidato nella piena disponibilità della cosca - sostengono gli inquirenti.
Nel video ci dice papale papale cose che già sapevamo su spartizioni e inciuci in quel di Pavia.
Sulla Provincia Pavese sono apparse negli ultimi giorni lettere di personaggi conosciuti.
Scrive Bosone (ex Dc e senatore Pd):
Chi amministra Pavia avendola davvero nel cuore, chi ha passione per la bellezza urbana, chi pensa che con la qualità ambientale si migliora anche il degrado umano, mai penserebbe di fare cose del genere né in centro né altrove. [...] Leggo di grattacieli nelle aree dismesse per risparmiare territorio. Nelle aree dismesse? Ma quale città dei grattacieli? Ma chi se li compra tutti questi appartamenti? [...] Non c'è passione e forse nemmeno un'idea precisa di città che vien fuori da Cattaneo e dalla sua giunta. Solo case e e centri commerciali...
Risponde Filippi:
Mi meraviglio che Bosone scopra il progetto di grattacieli nelle aree dismesse sulla «Provincia». Lo avrebbe già dovute leggere nei documenti della nostra giunta Capitelli. II progetto Neca era stato già presentato dalla Fondazione e solo la resistenza di Bengiovanni lo fermò per il tempo necessario ad impedirne l'approvazione prima della crisi. La Marelli è stata approvata da quella giunta e l'edificio residenziale non è basso. Quanto al «chi si compra tutti questi appartamenti» mi pare di sentire l'opposizione di sinistra e di centrodestra quando la nostra giunta Albergati due approvò il prg e la giunta Capitelli il documento d'indirizzo. [...] Quando Bosone arriva a dire «solo case e centri commerciali» rischia di cadere davvero nell'umorismo. La giunta Capitelli, la nostra giunta, ha autorizzato il Carrefour e lasciato sopravvivere altri due insediamenti esistenti; la giunta Albergati due, la nostra giunta, ha lottato per anni per superare l'opposizione del quartiere San Pietro contro il supermercato alla Snia che Caprotti, comproprietario di una parte voleva per l'Esselunga.
Impagabile quel "nostra giunta" ripetuto più volte. Il guaio è che ha ragione.
Già perché Ettore Filippi è uomo per tutte le stagioni e ottiene sempre ciò che vuole. Vicesindaco nella precedente giunta, quando ha avuto contezza che il sindaco Piera Capitelli non lo voleva più consigliere al San Matteo (quasi quarantamila euro all'anno e tante legittime ambizioni di manovra) ha dato la spallata decisiva ad una amministrazione traballante per gravi colpe proprie e si è schierato dall'altra parte, con Cattaneo.
Conclusione: la Capitelli è sparita dalla scena lui è rimasto al San Matteo.
Ebbravo Filippi! In mezzo a tutta sta sozzura politica e sepolcri imbiancati stai simpatico per la spudorata franchezza che hai sempre dimostrato.
Fine settimana difficile per sindaci pidiellini dell'hinterland pavese in odore di 'ndrangheta. All'onore delle cronache, non primo né ultimo, Giovanni Valdes, Borgarello, uomo "da sempre vicino a chiesa e oratorio".
Gessatino e aplomb da manager Filippi Filippi, non sembra per nulla preoccupato della piega che stanno prendendo gli eventi, anche se nella sua lista alle elezioni comunali, Rinnovare Pavia figurava Rocco Del Prete, candidato nella piena disponibilità della cosca - sostengono gli inquirenti.
Nel video ci dice papale papale cose che già sapevamo su spartizioni e inciuci in quel di Pavia.
Sulla Provincia Pavese sono apparse negli ultimi giorni lettere di personaggi conosciuti.
Scrive Bosone (ex Dc e senatore Pd):
Chi amministra Pavia avendola davvero nel cuore, chi ha passione per la bellezza urbana, chi pensa che con la qualità ambientale si migliora anche il degrado umano, mai penserebbe di fare cose del genere né in centro né altrove. [...] Leggo di grattacieli nelle aree dismesse per risparmiare territorio. Nelle aree dismesse? Ma quale città dei grattacieli? Ma chi se li compra tutti questi appartamenti? [...] Non c'è passione e forse nemmeno un'idea precisa di città che vien fuori da Cattaneo e dalla sua giunta. Solo case e e centri commerciali...
Risponde Filippi:
Mi meraviglio che Bosone scopra il progetto di grattacieli nelle aree dismesse sulla «Provincia». Lo avrebbe già dovute leggere nei documenti della nostra giunta Capitelli. II progetto Neca era stato già presentato dalla Fondazione e solo la resistenza di Bengiovanni lo fermò per il tempo necessario ad impedirne l'approvazione prima della crisi. La Marelli è stata approvata da quella giunta e l'edificio residenziale non è basso. Quanto al «chi si compra tutti questi appartamenti» mi pare di sentire l'opposizione di sinistra e di centrodestra quando la nostra giunta Albergati due approvò il prg e la giunta Capitelli il documento d'indirizzo. [...] Quando Bosone arriva a dire «solo case e centri commerciali» rischia di cadere davvero nell'umorismo. La giunta Capitelli, la nostra giunta, ha autorizzato il Carrefour e lasciato sopravvivere altri due insediamenti esistenti; la giunta Albergati due, la nostra giunta, ha lottato per anni per superare l'opposizione del quartiere San Pietro contro il supermercato alla Snia che Caprotti, comproprietario di una parte voleva per l'Esselunga.
Impagabile quel "nostra giunta" ripetuto più volte. Il guaio è che ha ragione.
Già perché Ettore Filippi è uomo per tutte le stagioni e ottiene sempre ciò che vuole. Vicesindaco nella precedente giunta, quando ha avuto contezza che il sindaco Piera Capitelli non lo voleva più consigliere al San Matteo (quasi quarantamila euro all'anno e tante legittime ambizioni di manovra) ha dato la spallata decisiva ad una amministrazione traballante per gravi colpe proprie e si è schierato dall'altra parte, con Cattaneo.
Conclusione: la Capitelli è sparita dalla scena lui è rimasto al San Matteo.
Ebbravo Filippi! In mezzo a tutta sta sozzura politica e sepolcri imbiancati stai simpatico per la spudorata franchezza che hai sempre dimostrato.
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2010-10-21
Antigua, debito pubblico, Berlusconi, Moratti e lampioni
O che bel castello marcondirondirondello...
Milàn, si sa, ha il cour in man. Ma i milanesi, pur così generosi, sapevano che il loro sindaco Letizia Moratti aveva fatto dono ad Antigua della pubblica illuminazione nella parte dell'isola dove sorgono le ville di Berlusconi (vedi qui)?
E gli italiani sapevano che Berlusconi nel 2005, prima di comperare un numero imprecisato di ville ad Antigua - cinque dice il suo avvocato, Ghedini, quello che voleva la censura preventiva della puntata di Report dove se ne parlava - ha condonato al governo dell'isola 146 milioni di euro dei cittadini italiani medesimi?
Già perché i contribuenti italiani avrebbero finanziato con un prestito la costruzione di lussuosi resort ad Antigua già dai tempi di Craxi e questo prestito sarebbe stato poi quasi azzerato da Berlusconi. (Per maggiori informazioni leggere Lorenzo Campani, Antigua, una storia italiana)
Strani i casi della vita.
Magari in tutto questo giro di soldi, banche, case, società offshore non c'è nulla di illegale - è la finanza globale, belli! - però a noi poveri cristi, non privi d'ammirata invidia per le enormi ricchezze del nostro presidente del consiglio, sorge un dubbio: non è che qualcuno ciurla nel manico e ci prende per il culo?
Vedete, stiamo terra a terra, non ne facciamo una questione etica, per carità!
Altri, per i quali l'ammirazione prevale sull'invidia, diranno: "Fa ben bene lui che può". E continueranno a votarlo, il Berlusconi, anche alla prossima tornata elettorale. Che tristezza.
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2010-10-19
Sesto giorno di sciopero in Francia. Milioni di persone per le strade
I francesi non vogliono saperne di andare in pensione oltre i sessant'anni.
Urlano «Sarko, Sarko, tes réformes on en veut pas.»
Scarseggia il carburante, i trasporti sono in difficoltà, le scuole sono ferme.
Nonostante i disagi il settanta per cento dell'opinione pubblica è favorevole ai manifestanti.
Gli insegnanti cantano «Comment ne pas perdre la tête/ en voyant le dernier budget/ ces classes surchargées/ ces postes supprimés et ces congés non remplacés»
Classi sovraffollate, posti soppressi, congedi non rimpiazzati.
Sembra di essere in Italia, ma gli scempi della Gelmini sono anche peggiori.
Lì però vanno in piazza da giorni come i metalmeccanici a Roma, tutti insieme, senza la zavorra dei Bonanni e degli Angeletti, i loro inciuci col governo e le loro stucchevoli polemiche.
Urlano «Sarko, Sarko, tes réformes on en veut pas.»
Scarseggia il carburante, i trasporti sono in difficoltà, le scuole sono ferme.
Nonostante i disagi il settanta per cento dell'opinione pubblica è favorevole ai manifestanti.
Gli insegnanti cantano «Comment ne pas perdre la tête/ en voyant le dernier budget/ ces classes surchargées/ ces postes supprimés et ces congés non remplacés»
Classi sovraffollate, posti soppressi, congedi non rimpiazzati.
Sembra di essere in Italia, ma gli scempi della Gelmini sono anche peggiori.
Lì però vanno in piazza da giorni come i metalmeccanici a Roma, tutti insieme, senza la zavorra dei Bonanni e degli Angeletti, i loro inciuci col governo e le loro stucchevoli polemiche.
2010-10-17
Ben tornato Report - La baia del presidente
Una "casetta" di Berlusconi ad Antigua
The president bay. Così i politici locali intendono rinominare l'enorme proprietà del nostro presidente del consiglia ad Antigua paradiso fiscale oltre che tropicale.
Ghedini, avvocato di Berlusconi, ha tentato di bloccare la puntata di questa sera di Report dove si parla dei sei chilometri di costa comprati da "non si sa chi" tramite la banca Arner - dove Berlusconi ha depositato decine di milioni - commissariata da Bankitalia con il dottor Alessandro Marcheselli, in seguito a sua volta indagato per favoreggiamento e riciclaggio dalla procura di Milano.
Ma questa sera a Report si è parlato anche dello schifo della vicenda Automobile Club Italia a Milano dove Geronimo La Russa, figlio del ministro della Difesa Ignazio, Massimiliano Ermolli, figlio di Bruno, presidente di Promos e stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, ed Eros Maggioni, compagno del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla sono tra gli eletti del Consiglio direttivo, ecc ecc.
Ancora si sono viste interviste a signori potenti che accumulano decine di incarichi importanti in aperto conflitto d'interesse tra loro. Sconcertante è constatare con che faccia di tolla costoro ammettono e giustificano gli eventi o sostengono la loro perfetta ignoranza di tutto quanto avviene sotto il loro naso.
Grazie ancora una volta a Milena Gabanelli di Report a nome degli italiani che conservano la capacità d'indignarsi di fronte al documentato cumulo di marciume dissepolto da questo benemerito giornalismo d'inchiesta.
The president bay. Così i politici locali intendono rinominare l'enorme proprietà del nostro presidente del consiglia ad Antigua paradiso fiscale oltre che tropicale.
Ghedini, avvocato di Berlusconi, ha tentato di bloccare la puntata di questa sera di Report dove si parla dei sei chilometri di costa comprati da "non si sa chi" tramite la banca Arner - dove Berlusconi ha depositato decine di milioni - commissariata da Bankitalia con il dottor Alessandro Marcheselli, in seguito a sua volta indagato per favoreggiamento e riciclaggio dalla procura di Milano.
Ma questa sera a Report si è parlato anche dello schifo della vicenda Automobile Club Italia a Milano dove Geronimo La Russa, figlio del ministro della Difesa Ignazio, Massimiliano Ermolli, figlio di Bruno, presidente di Promos e stretto collaboratore di Silvio Berlusconi, ed Eros Maggioni, compagno del ministro del Turismo Michela Vittoria Brambilla sono tra gli eletti del Consiglio direttivo, ecc ecc.
Ancora si sono viste interviste a signori potenti che accumulano decine di incarichi importanti in aperto conflitto d'interesse tra loro. Sconcertante è constatare con che faccia di tolla costoro ammettono e giustificano gli eventi o sostengono la loro perfetta ignoranza di tutto quanto avviene sotto il loro naso.
Grazie ancora una volta a Milena Gabanelli di Report a nome degli italiani che conservano la capacità d'indignarsi di fronte al documentato cumulo di marciume dissepolto da questo benemerito giornalismo d'inchiesta.
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2010-10-14
Cile. Il crollo nella miniera di proprietà di un'impresa che violava tutte le regole di sicurezza sul lavoro
A fronte della spettacolarizzazione del recupero dei minatori cileni e della vergogna dei media che hanno fatto del salvataggio - per fortuna questa volta a lieto fine - un reality show, lo scrittore Luis Sepulveda sottolinea come la mancanza di sicurezza sul lavoro sia il vero dato saliente della vicenda. Sepulveda (omonimo del minatore che regala pietre nel video) rileva anche come "il presidente Piñera ha ringraziato Dio e la nomenclatura per ordine di importanza negli incarichi, dimenticando di ringraziare i minatori della Pennsylvania, che avendo sperimentato una tragedia simile si sono fatti solidali con i loro lontani colleghi di Atacama e hanno messo a disposizione le conoscenze tecniche - la cultura mineraria - e parte dei macchinari che hanno reso possibile il salvataggio."
Tanti i gesti religiosi nello show di Piñera, ma neanche una parola sulle responsabilità della destra cilena che si oppone a qualsiasi regolamentazione della sicurezza sul lavoro. Del resto del colpevole atteggiamento governativo nei confronti della sicurezza sul lavoro ne sappiamo qualcosa anche qui in Italia.
Non stupisce allora che Il Sole 24 Ore, giornale della Confindustria, se ne esca sul recupero dei minatori con un pezzo folcloristico, dell'inviato Del Rin.
Già dal titolo Miracolo a Copiapò si capisce l'ipostazione. Tanto colore, tanta religione, tanta ammirazione per il presidente Sebastian Piñera e moglie (la primera dama), per "la meraviglia della tecnologia cilena, l'efficienza dell'organizzazione" e per Javier Soto, un pastore evangelico, che dice «questo è un miracolo di Dio».
Né ci si ferma lì. In conclusione si inneggia - "Plutonite a me gli occhi!" - agli "occhiali tricolore" di Luxottica necessari per difendere i minatori dalla luce... dei riflettori visto che è notte fonda! E poi ancora non si perde occasione per citare la macchina dell'Enel Green Power e i macchinari bergamaschi di tesatura della Tesmec di Grassobbio (per mantenere in tensione le funi) e le gru per attrezzare le trivelle di perforazione della Fassi Gru di Albino.
Di tutto e di più, ma ben ci si guarda dal parlare di sicurezza sul lavoro.
Per gli articoli a confronto vedere Il Cile che rinasce dal sottosuolo - Miracolo a Copiapò
Tanti i gesti religiosi nello show di Piñera, ma neanche una parola sulle responsabilità della destra cilena che si oppone a qualsiasi regolamentazione della sicurezza sul lavoro. Del resto del colpevole atteggiamento governativo nei confronti della sicurezza sul lavoro ne sappiamo qualcosa anche qui in Italia.
Non stupisce allora che Il Sole 24 Ore, giornale della Confindustria, se ne esca sul recupero dei minatori con un pezzo folcloristico, dell'inviato Del Rin.
Già dal titolo Miracolo a Copiapò si capisce l'ipostazione. Tanto colore, tanta religione, tanta ammirazione per il presidente Sebastian Piñera e moglie (la primera dama), per "la meraviglia della tecnologia cilena, l'efficienza dell'organizzazione" e per Javier Soto, un pastore evangelico, che dice «questo è un miracolo di Dio».
Né ci si ferma lì. In conclusione si inneggia - "Plutonite a me gli occhi!" - agli "occhiali tricolore" di Luxottica necessari per difendere i minatori dalla luce... dei riflettori visto che è notte fonda! E poi ancora non si perde occasione per citare la macchina dell'Enel Green Power e i macchinari bergamaschi di tesatura della Tesmec di Grassobbio (per mantenere in tensione le funi) e le gru per attrezzare le trivelle di perforazione della Fassi Gru di Albino.
Di tutto e di più, ma ben ci si guarda dal parlare di sicurezza sul lavoro.
Per gli articoli a confronto vedere Il Cile che rinasce dal sottosuolo - Miracolo a Copiapò
2010-10-11
2010-10-02
Ritorno dal futuro
(Per ingrandire l'immagine cliccarci sopra)
Ho trascorso una decina di giorni all'estero, tra Francia e Spagna, ascoltando soltanto - e non sempre - una rapida rassegna stampa dei nostri giornali quotidiani.
Mi sono ritrovato per caso a Madrid nel giorno dello sciopero generale, uno sciopero compatto, sentito anche da coloro che non vi hanno partecipato.
Quando in Tv appare Zapatero nei notiziari - con parsimonia - non si sentono dal capo del governo proclami contro i giudici per salvare sé stesso dai processi in corso, né lo si sente difendere un Ciarrapico fascista di turno che in Parlamento pronuncia ignobili frasi antisemite, né lo si sorprende a raccontare barzellette di cattivo gusto su donne ed ebrei con bestemmia "contestualizzata" o tantomeno a vantare il possesso di venti case per cui non saprebbe dove andare se lo rimandassero a casa.
In Spagna l'informazione sul presidente del governo riguarda eventi relativi alle sue funzioni. Si può essere d'accordo o meno su quanto Zapatero dice e fa, ma tutto rimane nei limiti della politica senza usi sgangherati della parola da parte di questo o di quello. Almeno così mi è parso e se tornasse ad accadere altrettanto sulle Tv italiane sarebbe un passo avanti.
Il ritorno nella realtà italiana con la sua informazione giornalistica e televisiva deformata e grottesca ed i suoi personaggi politici da baraccone è da brivido.
L'Europa, della quale un tempo tentavano d'essere parte integrante, è sempre più lontana rivolta ad un futuro che ci viene negato dall'ignoranza sconcertante degli attuali governanti, legati a dittatori feroci e ridicoli come il satrapo libico e il pericoloso Putin e sempre pronti a schierarsi con posizioni retrive in fatto di politiche dell'accoglienza, nucleare, bioetica, controllo dell'informazione in rete e quant'altro.
C'è da chiedersi cosa ne sarà di noi.
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2010-09-17
Mappe sui rom in Europa
La popolazione rom in Europa in percentuale in numeri assoluti e a confronto
(cliccare sulle immagini per ingrandirle)
Dopo la litigata tra Sarkozy e Barroso, commissari e leader europei, sui rom e sulla loro espulsione dalla Francia è il caso di vedere quale sia l'incidenza numerica dei nomadi in Europa. I grafici sono tratti dal Sole 24 ore.
Ciò che fa male della vicenda non è tanto lo scontato appoggio di Berlusconi al presidente francese (ideologicamente il più simile al cavaliere) e tantomeno il plauso leghista (in Italia si espelle allo stesso modo e il ministro dell'interno Maroni trova normale che si possa sparare su clandestini e simili).
Quello che davvero sconvolge è l'ignoranza storica e i rigurgiti di nazionalismo e razzismo tipici degli eventi che portarono alla catastrofe della seconda guerra mondiale con il corollario dei campi di sterminio.
Con la sua parlata da ubriaco al bar Bossi dice che la "gente" la pensa così e in nome della "gente" sistema figlio, parenti ed amici nei posti più lucrosi a disposizione allo stesso modo che fu tipico della Democrazia Cristiana, dei socialisti craxiani e degli inciucisti che hanno portato alla distruzione totale prima del Partito Comunista e poi - ben più grave - di ogni credibilità dell'attuale sinistra.
Fomentare i più bassi istinti delle masse è da sempre tipico delle dittature.
Mai come ora sembra si ritorni verso quei modelli populistici.
La storia non si ripete mai completamente uguale a sé stessa, ma è soggetta a cicli e ricicli.
Magari i nemici non sono più il "giudaismo", la "massoneria, il "bolscevismo internazionale", però "il nomadismo fomentatore di disordini e il pacifismo propugnato dagli omosessuali e da vasti settori religiosi", come sosteneva la propaganda nazifascista, resta all'ordine del giorno.
In una situazione economica devastata, con disoccupazione crescente, povertà in aumento - non nel mondo in generale, ma qui da noi e in America -, mancanza di prospettive ed incapacità internazionale di uscire da un modello di sviluppo catastrofico, soffiare sul fuoco delle paure popolari per andare a caccia di facili consensi è non solo criminoso, ma anche demenziale.
(cliccare sulle immagini per ingrandirle)
Dopo la litigata tra Sarkozy e Barroso, commissari e leader europei, sui rom e sulla loro espulsione dalla Francia è il caso di vedere quale sia l'incidenza numerica dei nomadi in Europa. I grafici sono tratti dal Sole 24 ore.
Ciò che fa male della vicenda non è tanto lo scontato appoggio di Berlusconi al presidente francese (ideologicamente il più simile al cavaliere) e tantomeno il plauso leghista (in Italia si espelle allo stesso modo e il ministro dell'interno Maroni trova normale che si possa sparare su clandestini e simili).
Quello che davvero sconvolge è l'ignoranza storica e i rigurgiti di nazionalismo e razzismo tipici degli eventi che portarono alla catastrofe della seconda guerra mondiale con il corollario dei campi di sterminio.
Con la sua parlata da ubriaco al bar Bossi dice che la "gente" la pensa così e in nome della "gente" sistema figlio, parenti ed amici nei posti più lucrosi a disposizione allo stesso modo che fu tipico della Democrazia Cristiana, dei socialisti craxiani e degli inciucisti che hanno portato alla distruzione totale prima del Partito Comunista e poi - ben più grave - di ogni credibilità dell'attuale sinistra.
Fomentare i più bassi istinti delle masse è da sempre tipico delle dittature.
Mai come ora sembra si ritorni verso quei modelli populistici.
La storia non si ripete mai completamente uguale a sé stessa, ma è soggetta a cicli e ricicli.
Magari i nemici non sono più il "giudaismo", la "massoneria, il "bolscevismo internazionale", però "il nomadismo fomentatore di disordini e il pacifismo propugnato dagli omosessuali e da vasti settori religiosi", come sosteneva la propaganda nazifascista, resta all'ordine del giorno.
In una situazione economica devastata, con disoccupazione crescente, povertà in aumento - non nel mondo in generale, ma qui da noi e in America -, mancanza di prospettive ed incapacità internazionale di uscire da un modello di sviluppo catastrofico, soffiare sul fuoco delle paure popolari per andare a caccia di facili consensi è non solo criminoso, ma anche demenziale.
2010-09-14
2010-09-08
Quando fede e politica si confondono. Il pastore Jones e il rogo del Corano
6 In verità [per] quelli che non credono, non fa differenza che tu li avverta oppure no: non crederanno.
7 Allah ha posto un sigillo sui loro cuori esulle loro orecchie e sui loro occhi c'è un velo; avranno un castigo immenso. (Corano, Sura II)
----------
[36] Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui". (Bibbia Giovanni 3, 35-36)
"Certamente quei bambini ai quali è mancato il sacramento devono considerarsi tra coloro che non credono al Figlio e quindi, se usciranno dal corpo privi della grazia di questo sacramento, subiranno la conseguenza già detta: Non avranno la vita, ma l'ira di Dio incombe su di loro." (Sant'Agostino: Il castigo ed il perdono dei peccati e il battesimo dei bambini - Libro I 20.28)
Il pastore Jones è uno dei tanti furbastri e ciarlatani che vivono sfruttando la credulità e, diciamolo pure, stupidità di molti.
Già il fatto che si faccia riprendere con Bibbia e pistola la dice lunga sull'individuo. La sua intenzione, prima smentita poi riaffermata, di voler pubblicamente bruciare un po' di Corani per protesta contro la costruzione di una moschea nelle vicinanze di Ground Zero dovrebbe semplicemente suscitare commiserazione per l'individuo ed indignazione per l'idiozia del gesto. Dovrebbe insomma essere considerato più o meno alla stessa stregua del nostro ministro Calderoli quando porta a pisciare i maiali dove si intendono costruire moschee.
Invece è diventato un caso internazionale di gigantesca portata e, a sentire certuni, gravido di terribili conseguenze.
Non mi unirò mai al coro di coloro che vogliono mettere al rogo i libri.
Corano o Bibbia, sacro o profano che sia un testo è l'espressione di idee, della libertà di parola, della voglia di dire ad altri ciò che si pensa e spera.
Allo stesso modo non lascerò mai che un solo libro influenzi le mie convinzioni tanto da escluderne qualsiasi altra.
Tra i libri quelli che si pretendono dettati da Dio sono i più pericolosi poiché i loro interpreti terreni esigono obbedienza assoluta.
Ho anche sempre cercato di avere comprensione e rispetto per le ragioni dei credenti, qualsiasi fosse la loro fede, purché ricambiassero la medesima considerazione per il mio non essere credente. Purtroppo, o per fortuna, non sono stato toccato da alcuna grazia divina.
I tempi però sono sempre più cupamente irrazionali. C'è stato un breve periodo nel quale si è pensato di poter scindere l'impasto fatale tra politica e religione. Per motivi economici e politici, ma assai spesso in nome della religione, troppe volte, nel corso della storia, distruzione e morte hanno dominato la scena.
Probabilmente le grandi religioni hanno avuto anche dei meriti dettando regole che contenessero la bestialità umana entro limiti accettabili. Tuttavia è difficile, se non impossibile, tracciare un bilancio per quanto di bene e di male hanno fatto.
Personalmente non ne sono in grado. Certamente però la scia di sangue che le grandi fedi trascinano con sé non depone in loro favore. Più empatia umana e meno fanatismo religioso sarebbero auspicabili.
Ora un pastore, che pagando una piccola tassa si è fondato un'infima chiesa, rischia di scatenare attentati nel mondo. Persino il Presidente degli Stati Uniti Obama si è visto costretto a dichiarare di non essere in guerra con l'Islam, mentre un numero crescente di americani lo ritiene addirittura un musulmano occulto. Pazzesco.
7 Allah ha posto un sigillo sui loro cuori esulle loro orecchie e sui loro occhi c'è un velo; avranno un castigo immenso. (Corano, Sura II)
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[36] Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui". (Bibbia Giovanni 3, 35-36)
"Certamente quei bambini ai quali è mancato il sacramento devono considerarsi tra coloro che non credono al Figlio e quindi, se usciranno dal corpo privi della grazia di questo sacramento, subiranno la conseguenza già detta: Non avranno la vita, ma l'ira di Dio incombe su di loro." (Sant'Agostino: Il castigo ed il perdono dei peccati e il battesimo dei bambini - Libro I 20.28)
Il pastore Jones è uno dei tanti furbastri e ciarlatani che vivono sfruttando la credulità e, diciamolo pure, stupidità di molti.
Già il fatto che si faccia riprendere con Bibbia e pistola la dice lunga sull'individuo. La sua intenzione, prima smentita poi riaffermata, di voler pubblicamente bruciare un po' di Corani per protesta contro la costruzione di una moschea nelle vicinanze di Ground Zero dovrebbe semplicemente suscitare commiserazione per l'individuo ed indignazione per l'idiozia del gesto. Dovrebbe insomma essere considerato più o meno alla stessa stregua del nostro ministro Calderoli quando porta a pisciare i maiali dove si intendono costruire moschee.
Invece è diventato un caso internazionale di gigantesca portata e, a sentire certuni, gravido di terribili conseguenze.
Non mi unirò mai al coro di coloro che vogliono mettere al rogo i libri.
Corano o Bibbia, sacro o profano che sia un testo è l'espressione di idee, della libertà di parola, della voglia di dire ad altri ciò che si pensa e spera.
Allo stesso modo non lascerò mai che un solo libro influenzi le mie convinzioni tanto da escluderne qualsiasi altra.
Tra i libri quelli che si pretendono dettati da Dio sono i più pericolosi poiché i loro interpreti terreni esigono obbedienza assoluta.
Ho anche sempre cercato di avere comprensione e rispetto per le ragioni dei credenti, qualsiasi fosse la loro fede, purché ricambiassero la medesima considerazione per il mio non essere credente. Purtroppo, o per fortuna, non sono stato toccato da alcuna grazia divina.
I tempi però sono sempre più cupamente irrazionali. C'è stato un breve periodo nel quale si è pensato di poter scindere l'impasto fatale tra politica e religione. Per motivi economici e politici, ma assai spesso in nome della religione, troppe volte, nel corso della storia, distruzione e morte hanno dominato la scena.
Probabilmente le grandi religioni hanno avuto anche dei meriti dettando regole che contenessero la bestialità umana entro limiti accettabili. Tuttavia è difficile, se non impossibile, tracciare un bilancio per quanto di bene e di male hanno fatto.
Personalmente non ne sono in grado. Certamente però la scia di sangue che le grandi fedi trascinano con sé non depone in loro favore. Più empatia umana e meno fanatismo religioso sarebbero auspicabili.
Ora un pastore, che pagando una piccola tassa si è fondato un'infima chiesa, rischia di scatenare attentati nel mondo. Persino il Presidente degli Stati Uniti Obama si è visto costretto a dichiarare di non essere in guerra con l'Islam, mentre un numero crescente di americani lo ritiene addirittura un musulmano occulto. Pazzesco.
2010-09-06
Fini e l'aria fritta
Fini, giovane davvero, con Almirante
Ci vogliono stomaci forti per reggere l'unitematicità dei giornali odierni (e dei giornali in generale)
Fini con il suo tanto atteso discorso tiene banco. Essendo andato giù duro con i suoi ex colonnelli e generali (leggi Gasparri e La Russa) venduti anima e corpo al Cavaliere di Arcore e avendo sicuramente fatto incazzare non poco il suddetto cavaliere con quanto ha detto, dovremmo sostenerlo. Per tutti coloro che non vedono l'ora di farla finita con l'incubo berlusconiano, condito di odalische in salsa libica, tutto fa brodo, Fini compreso. Linea Rosi Bindi.
Però, onestamente, il fascismo "democratico" - orrendo ossimoro - di Fini ed ex camerati partorisce topolini di stampo casiniano. Non a caso Casini rivendica la paternità delle pochezze espresse da Fini: un po' di famiglia, un po' di giovani, tanta retorica sulla moralità politica come se entrambi non avessero militato a lungo nella banda Berlusconi. Come se non fosse chiaro fin da subito che all'uomo di Arcore non frega niente né del fascismo né del federalismo leghista né tantomeno degli italiani, preso unicamente dai propri interessi e dalle proprie megalomanie. Berlusconi ha imposto, da buon venditore in possesso dei più efficaci strumenti di convincimento, un modello ridicolo ai creduloni e a coloro che hanno avuto interesse a seguirlo.
Fini ha preso tanti sberloni dal Cavaliere in passato e qualche zuccherino per tenerselo buono. Alla corte berlusconiana Fini ha sempre contato come il due di picche, ma anche lui aveva le sue convenienze per dire sempre si, magari tortocollo.
Ieri, neanche tanto larvatamente, ha spiegato le ragioni della sua condiscendenza. O prima o poi Berlusconi doveva pur morire e allora sarebbe toccato a lui, Fini, succedergli. Non ha tenuto conto che il cavaliere, tramite don Verzè, ha un rapporto diretto con la Provvidenza. Un accidente dello schiumante Berlusconi davanti alla TV deve pur essergli arrivato. Alla fine del lungo discorso il povero Fini ha piegato le gambe. Un semplice calo di zuccheri, magari, a ricordargli che neppure lui è troppo giovane ormai.
Ci vogliono stomaci forti per reggere l'unitematicità dei giornali odierni (e dei giornali in generale)
Fini con il suo tanto atteso discorso tiene banco. Essendo andato giù duro con i suoi ex colonnelli e generali (leggi Gasparri e La Russa) venduti anima e corpo al Cavaliere di Arcore e avendo sicuramente fatto incazzare non poco il suddetto cavaliere con quanto ha detto, dovremmo sostenerlo. Per tutti coloro che non vedono l'ora di farla finita con l'incubo berlusconiano, condito di odalische in salsa libica, tutto fa brodo, Fini compreso. Linea Rosi Bindi.
Però, onestamente, il fascismo "democratico" - orrendo ossimoro - di Fini ed ex camerati partorisce topolini di stampo casiniano. Non a caso Casini rivendica la paternità delle pochezze espresse da Fini: un po' di famiglia, un po' di giovani, tanta retorica sulla moralità politica come se entrambi non avessero militato a lungo nella banda Berlusconi. Come se non fosse chiaro fin da subito che all'uomo di Arcore non frega niente né del fascismo né del federalismo leghista né tantomeno degli italiani, preso unicamente dai propri interessi e dalle proprie megalomanie. Berlusconi ha imposto, da buon venditore in possesso dei più efficaci strumenti di convincimento, un modello ridicolo ai creduloni e a coloro che hanno avuto interesse a seguirlo.
Fini ha preso tanti sberloni dal Cavaliere in passato e qualche zuccherino per tenerselo buono. Alla corte berlusconiana Fini ha sempre contato come il due di picche, ma anche lui aveva le sue convenienze per dire sempre si, magari tortocollo.
Ieri, neanche tanto larvatamente, ha spiegato le ragioni della sua condiscendenza. O prima o poi Berlusconi doveva pur morire e allora sarebbe toccato a lui, Fini, succedergli. Non ha tenuto conto che il cavaliere, tramite don Verzè, ha un rapporto diretto con la Provvidenza. Un accidente dello schiumante Berlusconi davanti alla TV deve pur essergli arrivato. Alla fine del lungo discorso il povero Fini ha piegato le gambe. Un semplice calo di zuccheri, magari, a ricordargli che neppure lui è troppo giovane ormai.
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