Fibrillazione diffusa in attesa del voto di domani in Parlamento.
Ma davvero agli italiani non intrippati con l'informazione e la politica interessa qualcosa di quello che accadrà domani e che ripercussioni avrà sul futuro di Berlusconi e del suo governo? Non so, ma ne dubito.
Il fatto è che "il palazzo" è oggi lontano più che mai dalle persone comuni e resta poco, oltre al disprezzo, per una quantità di individui eletti perché nelle grazie dei signorotti del voto, primo fra tutti il cavaliere di Arcore. Cosa tutto ciò abbia a che vedere con la democrazia rappresentativa sfugge a chiunque abbia voglia di pensarci.
Se domani il cavaliere resterà in sella lo dovrà quasi esclusivamente ai rapporti di vassallaggio instaurati in una quindicina d'anni di potere autocratico e alla paura dei peones parlamentari di perdere prebende e pensione vitalizia per non avere ancora raggiunto i due anni e mezzo di mandato, quanto basterebbe per sistemarsi per sempre. Ridicolo. Eppure tra Camera e Sanato sono ben 345 in queste condizioni e per lo più personaggi animati da tutto tranne che da passioni politiche autentiche.
L'opposizione, che opposizione non è stata capace di fare, e Fini sperano nel miracolo e fingono certezze che non hanno. Stringono le chiappe e incrociano le dita non avendo poi la più pallida idea di dove si andrà a parare anche nel caso Berlusconi finisse sotto di qualche voto.
A tutti coloro che si augurano la fine di questa lunga fase di decadenza culturale e morale che caratterizza il berlusconismo, ma si estende ben oltre i suoi confini, non resta che la disperazione. Comunque vada ci vorrà molto tempo per invertire le tendenze in atto. Certo si vorrebbe vedere andare a casa per sempre una genia mummificata di parlamentari incapaci di azioni politiche a favore del benessere collettivo. Ma non si tratta soltanto del ceto politico centrale e periferico. Tutto un apparato dirigente colluso con pratiche economiche delinquenziali, quando non direttamente con la malavita organizzata, andrebbe spazzato via. Gli attori di questo teatrino hanno aspetti esteriori diversi. A volte orrifici sotto spessi strati di cerone e ripetuti quanto improbabili lifting, altre impeccabili ed asettiche, altre ancora si presentano in sembianze di giornalisti ciarlieri, procaci fanciulle e rampanti giovanotti, però mummie sono e mummie restano.
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