2014-09-27

Samira Saleh al-Naimi: una morte ignorata

Sui media che dedicano, a proposito e sproposito, tanto spazio agli sgozzamenti di giornalisti e cittadini occidentali da parte dell'ISIS e alla presunta identità dei macellai esecutori materiali degli omicidi, è stata praticamente ignorata l'uccisione dell'attivista irachena per i diritti umani e avvocato Samira Saleh al-Naimi, per mano degli stessi assassini.
La donna era stata rapita e torturata per cinque giorni prima di essere abbandonata cadavere in una strada di Mosul.
Se ripropongo questa ennesima tragedia dell'odio e del fanatismo è perché la scarsa rilevanza assegnata all'evento la dice lunga sulla mentalità di tanto giornalismo "embedded".

Sotto la notizia così come è stata brevemente diramata il 25 settembre

A Mosul i miliziani dello Stato Islamico hanno ucciso pubblicamente, dopo cinque giorni di torture, l'avvocato attivista per i diritti umani Samira Saleh al-Naimi, accusata di apostasia. La donna era stata prelevata da casa lo scorso 17 settembre dopo alcuni commenti - postati su Facebook - in cui criticava la distruzione da parte dei jiahdisti di alcuni siti religiosi a Mosul. La pagina sul social network è stata immediatamente rimossa dopo la sua morte.
Si è detto estremamente scioccato dalla notizia il rappresentante Onu della Missione in Iraq, Unami, Nickolay E. Mladenov.
Secondo quanto riportato dal Gulf Center for Human Right la donna ha lavorato a lungo in difesa dei diritti dei detenuti e dei poveri. L'esecuzione, secondo il centro, sarebbe legata alla sua attività in difesa dei concittadini di Mosul. Il Gulf Center rivolge anche un appello alle Nazioni Unite e alle istituzioni internazionali affinché sia effettuata "un'indagine immediata, imparziale e approfondita dell'esecuzione di Samira Saleh al- Naimi e di tutti gli altri crimini commessi dall'Isia, al fine di portare i responsabili di fronte alla giustizia". - See more at: http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/Isis-attivista-irachena-uccisa-pubblicamente-mosul-9f9df1b2-c71e-4445-a6f2-2aa9d647555a.html?refresh_ce#sthash.2Soe63yw.dpuf

2014-09-23

Scuola: Don Milani, il ministro Giannini e la fabbrica di saponette

Il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini continua a citare Loris Malaguzzi, Montessori, don Milani, ed altri a caso, come esempi di "buona scuola". 
A parte l'eterogeneità dei soggetti chiamati in causa penso, condiviso certamente da tutti coloro che hanno letto don Milani e conosciuto la sua scuola, che il don di Barbiana si stia rivoltando nella tomba (e anche Malaguzzi funzionario organizzatore a Reggio Emilia delle migliori scuole materne che l'Italia abbia mai conosciuto).
Cosa abbiano a che vedere costoro con chi "parla della scuola da venditori di saponette" - come Renzi, i suoi ministri e quelli che l'hanno preceduti - è misterioso.
[Nota: il virgolettato fa riferimento ad un pedagogista quale Benedetto Vertecchi, brevemente intervistato dal Secolo XIX
"Riforma della scuola,Vertecchi: «Don Milani non avrebbe avuto premi»" 

Trovate QUI l'articolo, sotto quello di Concita De Gregorio]



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