2009-11-30

Minareti no armi si

Gli svizzeri si sono espressi con due referendum. Non vogliono minareti sul loro territorio, ma intendono continuare a vendere armi indisturbati.
Plaudono i cugini padani. La pensano esattamente come loro.

Vedere su La Stampa l'articolo Missili e campanili

2009-11-29

Sporchi ma sani

Pigpen Hoedown

Verso la fine degli anni ’80 incominciò a circolare l'ipotesiche che spiegava l’alta percentuale di allergie nei Paesi industrializzati con una bassa esposizione ad agenti patogeni. Si faceva strada l'iedea che germi e batteri non siano solo fonte di malanni e infezioni, ma anche un importante aiuto nel corretto funzionamento della reazione immunitaria dell’organismo.
Una ricerca scientifica sembra oggi comprovare l'idea.
Vedere Repubblica e Corriere

2009-11-25

Bancaria condannata. Non ha rubato ai poveri per darlo ai ricchi!

Robin Hood, Walt Disney

Banche, associazioni a delinquere legalizzate. Molti lo pensano, non i banchieri, ovviamente, che continuano, impuniti, a dividersi bonus milionari.
Una bancaria atipica - in Germania non in Italia! - copriva, temporaneamente, i conti in rosso dei clienti in difficoltà con i soldi dei clienti ricchi. Non ci ha guadagnato mai nemmeno un centesimo, ma questo, quando è stata scoperta, non l'ha salvata dalla condanna penale. Così va il mondo.

2009-11-24

Bersani: "no" al "No Berlusconi day"

La copertina di Rolling Stone - Silvio Berlusconi 'Rockstar dell'anno'

«Noi facciamo le nostre manifestazioni e non accettiamo lezioni di antiberlusconismo da nessuno» così Bersani.
Detto da chi avrebbe potuto fare molto per evitarci il berlusconismo - e non l'ha fatto - sembra una presa per i fondelli.

2009-11-20

Provincia Pavese «BIOCOTTANO il No Berlusconi day»

troppo bello questo refuso!

PAVIA. Questione politica e di libertà d'espressione negata per il comitato "No Berlusconi day", semplice questione di precedenza per il comandante della polizia locale Gianluca Giurato. Gli ingredienti della polemica, però, ci sono tutti: polemica che nasce dall'autorizzazione negata ad un banchetto informativo sulla manifestazione del 5 dicembre contro il presidente del consiglio. Il banchetto del comitato che appoggia la manifestazione che chiede le dimissioni di Silvio Berlusconi avrebbe dovuto essere operativo domani in piazza della Vittoria.

Peccato che al suo posto sia stato accettato, guarda caso, il gazebo di un deputato del... PDL!

2009-11-19

Acqua privata - Firma la petizione contraria al decreto che oggi è diventato legge

acqua-denaroPrivatizzazione dell'acqua. Oggi il decreto 135/09 è stato trasformato in legge. La petizione contraria Salva l'acqua del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha raccolto, fino ad ora, quarantamila firme. C'è stata anche un mail bombing nei confronti dei deputati.
A buonsenso l'acqua, come l'aria, dovrebbe essere gratuita e a disposizione di tutti. Per i nostalgici del socialismo utopico anche la terra ed i suoi prodotti, la casa, le cure mediche e l'istruzione dovrebbero essere garantiti a chiunque. Un diritto per chi nasce, altrimenti il nascere, per due terzi dell'umanità, più che un dono divino è l'inizio di un infinito tormento.
Il nostro governo ha varato una legge, come al solito blindata, che regalerà ai privati l'acqua pubblica. Inevitabile corollario sarà l'innalzamento dei suoi costi a livelli inimmaginabili. Non per niente l'acqua, sempre più scarsa, è definita "oro blu". Non è detto però che un governo, diciamo così, "di sinistra" avrebbe fatto meglio. Molte amministrazioni del vecchio centro-sinistra infatti, precorrendo i tempi, avevano già rinunciato alla gestione di questo - come di altri - bene pubblico.
Nell'indifferenza generale? No, tra proteste che non hanno prodotto un granché. Del resto si sa: gli italiani sono grandi consumatori di costose acque imbottigliate, anche se gli esperti concordano sul fatto che la qualità dell'acqua del rubinetto, quando non è migliore, è uguale a quella delle bottiglie.
Dunque, gli ambientalisti nostrani, resi impotenti dall'assenza della politica, corrono a chiudere le stalle quando i buoi sono ormai scappati. Come spesso accade, molti patetici sostenitori del PD, si accodano.
Già Bersani e Marino, sollecitati a prendere posizione dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, pur tra molti distinguo, avevano sostanzialmente avallato, la privatizzazione delle acque.
Ora, sulla Provincia Pavese, sulla questione si sono espresse molte firme illustri, da Boatti a Osculati. Sono le argomentazioni di quest'ultimo, noto professore universitario e, a suo tempo, capo delle aziende municipalizzate pavesi per i Democratici di Sinistra, a farmi riflettere.
Osserva: "la logica del profitto non è incompatibile con l'erogazione di buoni servizi." Vero, ma altrettanto vero che spesso gli interesse privati confliggono con quelli collettivi. Ad esempio banche ed assicurazioni sono abilissime nel produrre profitti privati, ma si curano ben poco dei danni arrecati alla collettività.
Nel pubblico "si possono verificare varie situazioni di sfruttamento di utenti e contribuenti sotto forma di inefficienze, clientelismi e disservizi." Ancora vero. Però è la mancanza del senso dello Stato, l'idea che ciò che è pubblico non è di nessuno, anziché di tutti, le continue malversazioni dei pubblici funzionari, collusi con politici corrotti, a rendere inaffidabile la pubblica amministrazione. Inoltre molte privatizzazioni dei servizi, all'estero come in Italia, si sono tradotte in autentici disastri per gli utenti finali. Ferrovie ed autostrade sono lì a dimostrarlo.
"Il fatto che, talora, le tariffe applicate dai soggetti pubblici siano più basse di
quelle applicate dai soggetti privati assume un ben scarso significato, visto che
comunque l'intero dei costi del servizio si paga: se non in tariffa, mediante la tassazione generale, tassazione che da noi non è affatto progressiva." Ancora una volta vero. Tuttavia non è ineluttabile l'ingiustizia fiscale che pone l'Italia all'ultimo posto tra i grandi Stati per capacità di riscuotere le tasse. Se l'evasione è tale da eguagliare annualmente l'ammontare di una intera corposa finanziaria probabilmente è anche dovuto al fatto che i comportamenti governativi - della destra in primo luogo, ma non solo - la favoriscono spudoratamente. A pagare fino all'ultima lira sono soltanto lavoratori dipendenti, pensionati e quegli autonomi meritevoli con medie entrate che, per onestà o paura di non farla franca, versano interamente i contributi.
Qui mi fermo con un'ultima citazione del prof. Osculati.
"...una tariffa idrica relativamente elevata ha il pregio di scoraggiare gli sprechi." Già, soltanto imposizioni e sanzioni possono indurre comportamenti virtuosi. Come dargli torto? È davvero sconsolante. Eppure ci dev'essere un modo per "educare" i cittadini a comportamenti corretti senza necessariamente ricorrere a vessazioni pecuniarie.
Ricordo tanti anni fa, ospite in Svizzera, di aver portato le bottiglie in un punto di raccolta dove erano distinte in contenitori a seconda del colore. In Italia la raccolta differenziata non si sapeva ancora cosa fosse. Là era normale e nessuno si sottraeva. Perché? Non ho una risposta. Sommessamente ipotizzo l'interiorizzazione di una forma statale che chiede un impegno, ma poi dà anche un ritorno in positivo. In Italia non è mai avvenuto.

2009-11-18

Vivere in padania

Il mondo gira intorno a nuovi poli. Ne è esempio la visita di Obama in Cina. I maggiori giornali del mondo parlano di questo con tutto ciò che comporta.
I nostri quotidiani si occupano invece delle esternazioni di Schifani e del contrasto Fini-Berlusconi, per taluni nella speranza - temo vana - che questo possa nuocere a Berlusconi, per altri, al contrario, nella convinzione che il cavaliere possa uscire da eventuali nuove elezioni rafforzato e libero anche della zavorra finiana.
Intanto Maroni vaneggia di terrorismo mescolando confusamente BR, Nat (fantomatici nuclei di azione territoriale) e terrorismo islamico e sindaci padani si inventano nuove multe assurde per i loro già tartassati concittadini.
Ultima in ordine di tempo quella da 500 euro per chi non espone il crocifisso nei luoghi pubblici, bar compresi.
Se l'è inventata Paolo Bremi, sindaco di destra di Trivolzio, paesino alle porte di Pavia che conterà si e no un migliaio di anime.
In sè potrebbe far sorridere tanta solerzia antieuropea. Ma il signor Bremi, agente generale Inaassitalia a Pavia, rappresenta bene virtù e vizi del padano medio. Ci tiene ad essere sindaco e s'inventa la consueta lista civica per l'occasione: “Insieme per il futuro di Trivolzio”. Si sceglie un vicesindaco, diciamo così, di centro-sinistra e sostiene che la sua "è una giunta assolutamente apolitica" con lo scopo preciso di continuare a cementificare il territorio attraverso "l'espansione edilizia", esattamente allo stesso modo del suo predecessore ed attuale vicesindaco [sic!]. Magari sarebbe stato più appropriato chiamare la lista "Insieme per il passato"!
Però, nonostante l'apoliticità, il sindaco non resiste alla tentazione ideologica di dar prova del suo cattolicesimo militante inventandosi una multa incredibile. Uah! Uah! Uah!

2009-11-16

Ci vuole Report perché ne parlino anche i giornali!

spezzone Report del 15 novembre 2009 sulla banca Arner

Berlusconi e figli hanno depositi per 60 milioni nella Banca Arner - sede a Lugano e tre filiali tra Milano, Nassau e Dubai - commissariata dalla banca d'Italia per sospetto riciclaggio. Lo rivela Report in un interessante servizio: La banca dei numei uno.
Solitamente ben poco si sa di queste cose, tanto noiose quanto fondamentali. Sui giornali migliaia di articoli si occupano di tette e culi, ma inchieste sulla finanza se ne fanno poche.
Oggi Repubblica rilancia: I misteri della Banca Arner con i depositi di Berlusconi e figli
Per la verità se ne erano già occupati Peter Gomez e Vittorio Malagutti su L'Espresso: Vado, riciclo e torno
Ma queste sono cose che non lasciano il segno.

2009-11-15

Saviano - Appello per il ritiro della legge sul processo breve

Antonio Albanese: Cetto Laqualunque ed il linguaggio della politica

Ho firmato l'appello sotto riprodotto, insieme ormai a quasi centomila persone, e invito anche chi legge a farlo (QUI)
Non credo affatto che Berlusconi, il cui unico scopo è salvare sé stesso, sia in qualche modo sensibile a questo genere di richieste.
Rimane l'ennesima manifestazione di dissenso, tanto sterile quanto irrinunciabile, contro un sistema politico - ma prima ancora economico - sempre più marcio.
È anche un monito per Fini e tutti coloro che continuano a scegliere "il male minore" come se questo potesse scongiurare il peggio. (Vedi
Fini e il male minore di Barbara Spinelli su La Stampa)

PRESIDENTE, RITIRI QUELLA NORMA DEL PRIVILEGIO

SIGNOR Presidente del Consiglio, io non rappresento altro che me stesso, la mia parola, il mio mestiere di scrittore. Sono un cittadino. Le chiedo: ritiri la legge sul "processo breve" e lo faccia in nome della salvaguardia del diritto. Il rischio è che il diritto in Italia possa distruggersi, diventando uno strumento solo per i potenti, a partire da lei.

Con il "processo breve" saranno prescritti di fatto reati gravissimi e in particolare quelli dei colletti bianchi. Il sogno di una giustizia veloce è condiviso da tutti. Ma l'unico modo per accorciare i tempi è mettere i giudici, i consulenti, i tribunali nelle condizioni di velocizzare tutto. Non fermare i processi e cancellare così anche la speranza di chi da anni attende giustizia.

Ritiri la legge sul processo breve. Non è una questione di destra o sinistra. Non è una questione politica. Non è una questione ideologica. E' una questione di diritto. Non permetta che questa legge definisca una volta per sempre privilegio il diritto in Italia, non permetta che i processi diventino una macchina vuota dove si afferma il potere mentre chi non ha altro che il diritto per difendersi non avrà più speranze di giustizia.

ROBERTO SAVIANO

2009-11-14

Nuovi quotidiani: Il Clandestino, The Front Page e la crisi della carta stampata

Il Clandestino, derivato cartaceo del Clandestino web, del quale è prevista l'uscita fra una decina di giorni, si autodefinisce senza divisa, ma la sua vetrina di riferimento - sotto riprodotta - è eloquente nello svelarne la tendenza.

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Altrettanto senza veli l'origine di The Front Page, ideato da Fabrizio Rondolino e Claudio Velardi. Pare ci scrivano giornalisti "di peso" sotto pseudonimo (un po' come Il barbiere della sera, ma meglio sponsorizzato). Rispetto al primo ha l'innegabile pregio di essere on-line, dunque di non contribuire, bene o male che vada, ad un ulteriore spreco di carta.
Sarebbe rituale augurare ogni bene a nuove testate di comunicazione indipendentemente dalla collocazione politica. Ora, se si tratta di avventure in rete, ben vengano. Ci sono ormai una quantità smisurata di comunicatori, ma non importa. C'è chi vorrebbe impedirlo: guai se accadesse!
Diverso il discorso per giornali di carta. Costano - dunque qualcuno alle spalle deve pur esserci - e sprecano risorse. Ciascuno giura sul proprio successo, è normale, la verità però è che anche le testate storiche tirano sempre meno. I dati di confronto tra giugno 2008 e 2009 sono impietosi:

Con questi chiari di luna non si capisce cosa abbia spinto Sansonetti (gli Altri) Padellaro (il Fatto Quotidiano) e compagnia a tentare la sorte, tanto più che pescano nello stesso piccolo stagno di altri più affermati giornali politici di sinistra.
Il calo delle vendite è un trend mondiale né c'è da sperare in una prossimo riavvicinamento dei giovani alla carta stampata.

2009-11-13

Word - C"i"glioni a destra come a sinistra

Nelle prime versioni di word se scrivevi "coglioni" te lo correggeva automaticamente - e pudicamente - in "ciglioni".
Caso Meloni. La volgarità e rissosità di "destra" sembra contagiare una certa "sinistra" (ne ho pieni i ciglioni anche di questi termini che significano sempre meno). Della Meloni so ben poco per cui mi è ignoto il motivo di tanto livore a lei riservato dal fumettista Spataro - Qualche tempo fa la Meloni era già stata oggetto della mia solidarietà causa il video nel quale il grande capo Silvio, chiamandola a sé, le dà affettuosamente della zoccola (corretto poi in piccola, da che pulpito!). Vedi Berlusconi chiama la Meloni:"Dov'è la zoccola?".
Incomincerò a diventare anch'io un vecchio bacchettone che strilla contro l'imbarbarimento della politica - e non solo - ma non posso che essere d'accordo con il corsivo di Massimo Gramellini su La Stampa che riproduco qui sotto.

Non conosco il disegnatore Alessio Spataro, autore del libro di fumetti «La ministronza» che narra le avventure del ministro Giorgia Meloni (ribattezzata Mecojoni) nelle fogne di Roma, fra topi, scarafaggi e acrobazie erotiche con sconosciuti. Ma immagino che come artista di sinistra sarà giustamente sensibile ai diritti degli esquimesi e sosterrà le campagne ambientaliste per la difesa dell’upupa. Soprattutto si batterà contro lo sfruttamento delle donne e la volgarità con cui il «sistema» turbo-consumista, incarnato in Italia da Berlusconi, le utilizza per vendere prodotti e dare sfogo a istinti primordiali non mediati da educazione e cultura.
Eppure la sensibilità di Spataro si arresta di fronte a forme di vita diverse da sé. Il suo bersaglio è una giovane politica incensurata, sgobbona e talmente al di sopra di ogni sospetto che nemmeno la sua nomina a ministro fu accompagnata dalle battute maliziose che si riservano di solito alle donne in carriera. Viene dal popolo, ma per uno di sinistra non dovrebbe essere un difetto: almeno non lo era fino a qualche tempo fa. Agli occhi di un ultrà dell’ideologia, Giorgia Meloni però ha una tara irredimibile: è di destra e questa appartenenza la fa decadere dai suoi diritti di donna e di essere umano. Il rispetto che meritano le upupa non vale per lei. La si getti dunque nelle fogne, la si trasformi in una ninfomane che non si lava e parla in romanesco triviale coi sorci. Naturalmente trincerandosi dietro il diritto di satira, parolina magica che serve a coprire la mancanza di talento e prima ancora, come sempre, di autoironia.

2009-11-12

Ma quale sinistra? Eurodeputati PD favorevoli al crocifisso

Crocifissi: le consuete fini argomentazioni di Ignazio La Rissa

Possibile che non uno degli eurodeputati PD (neppure la Serracchiani per quel che ne so) abbia sentito il bisogno di dissociarsi, come atto di semplice civiltà, dalla "dichiarazione sulla libertà di esposizione in luoghi pubblici di simboli religiosi" presentata dai capidelegazione del Pdl Mario Mauro, del Pd David Sassoli, dell'Udc Magdi Allam, e della Lega Nord Mario Borghezio, dai due vicepresidente italiani dell'Europarlamento, Gianni Pittella (Pd) e Roberta Angelilli (Pdl), nonché dal presidente della commissioni Affari costituzionali Carlo Casini (Udc), da Sergio Silvestris del Pdl, e da Cristiana Muscardini (Pdl)?
Vero è che il parlamento di Strasburgo per molti è soltanto una sinecura economicamente vantaggiosa da abbandonare non appena all'orizzonte si profili una occasione migliore (vedi La girandola degli eurodeputati), tuttavia sarebbe interessante sapere cosa ne pensano su determinati argomenti i singoli eurodeputati. Dobbiamo credere che tutti abbiano la stessa mentalità codina?

Elenco eurodeputati PD :

BALZANI FRANCESCA
BERLINGUER LUIGI
BORSELLINO RITA DETTA RITA
CARONNA SALVATORE
COFFERATI SERGIO GAETANO
COSTA SILVIA
COZZOLINO ANDREA
CROCETTA ROSARIO
DE ANGELIS FRANCESCO
DE CASTRO PAOLO
DOMENICI LEONARDO
GUALTIERI ROBERTO
MILANA GUIDO
PANZERI PIERANTONIO DETTO ANTONIO
PIRILLO MARIO
PITTELLA GIOVANNI SAVERIO FURIO
PRODI VITTORIO
SASSOLI DAVID MARIA
SERRACCHIANI DEBORA
SUSTA GIANLUCA

2009-11-11

Mediaset e Mills. Berlusconi, grazie a Fini, dribbla i processi. Gli basterà?

Saltano i processi di corrotti e bancarottieri dopo due ore di colloquio tra Fini e Berlusconi.
"È andata bene" ha commentato il cavaliere all'uscita. In effetti ha strappato al presidente della Camera ciò che più gli premeva: la sua personale immunità. Oggi però il Giornale, quotidiano della famiglia Berlusconi, titola "Il cavaliere furibondo. Fini vuole affossare Berlusconi".
Intanto si fa strada l'ipotesi di reintrodurre l'immunità parlamentare a suo tempo bocciata dalla stragrande maggioranza degli italiani. Considerando il numero di parlamentari condannati ed inquisiti e le collusioni mafiose - e d'ogni altro genere - che emergono a getto continuo, ne hanno davvero bisogno.

2009-11-09

Prima o poi tutti i muri cadono

Vent'anni fa, oggi, cadeva il muro di Berlino senza che nessuno l'avesse previsto in tempi tanto brevi. Insieme a quello si sfaldò anche, più prevedibilmente, il socialismo reale. Michail Sergeevič Gorbačëv, ultimo Segretario generale del Partito comunista dell'Unione Sovietica, già da quasi cinque anni, con la Glasnost ("trasparenza") e la Perestrojka ("ristrutturazione"), stava smantellando il comunismo sovietico. L'anno precedente alla caduta del muro aveva decretato la fine della dottrina Brežnev che impediva qualsiasi autonomia alle nazioni satelliti dell'Unione Sovietica, sancite dal patto di Varsavia.
Finiva così, per implosione, senza spargimenti di sangue e rimpianti l'epopea sovietica che tante speranze e delusioni aveva suscitato nei lavoratori di tutto il mondo. Il resto è già storia fatta di poche luci e tante ombre. Il concludersi dell'esperienza iniziata con la rivoluzione d'ottobre del 1917 non pone termine al conflitto tra classi dominanti e classi dominate, sfruttati e sfruttatori. Il capitalismo sembra essere rimasto l'unico modello di riferimento praticabile, ma nulla è per sempre. Libertà, giustizia, solidarietà non sono garantite nè dal comunismo nè dal capitalismo. La grande utopia socialista di un mondo migliore sembra lontana oggi più che mai. Nessuno dei veri dissidenti dell'est ha trovato successo politico ad ovest. Non mancano neppure i nostalgici dei regimi autoritari che stavano meglio quando stavano peggio. Non sono necessariamente coloro che godevano di privilegi. Semplicemente sono persone che si sentivano più protette in quel mondo povero dove però non mancava l'indispensabile piuttosto che in questo dove tutto ha un prezzo e se non sei bravo a lottare soccombi. Per i giovani è diverso. In fondo basta avere soltanto vent'anni per non serbare ricordi di come era prima.

2009-11-08

Vai dove ti porta il clito

“In origine era uno spettacolo del ’96, l’autrice mi fece causa e la perse. La prima di una lunga serie. L’ho riscritto per più di metà, il tono è satirico-surreale. Il libro della Tamaro esprimeva tutti quei valori, per me decrepiti, che ne spiegavano il successo. Valori da spazzare via con la satira: si percepiva che portavano con sé qualcosa di fascistoide. Ora quei valori sono diventati un programma di governo. Un incubo esistenziale per molti. Non a caso adesso l’autrice scrive per Famiglia Cristiana”.

Intervista a Daniele Luttazzi, il satirico più radiato dalla TV (Rainews24 e Micromega

Crisi economica: coraggio il meglio è alle spalle

Euforia governativa per il buon piazzamento dell'Italia sul fronte della ripresa.
Chissà se chi ha perso il posto di lavoro, o fatica ad arrivare a fine mese, se ne sarà accorto.
I nostri ministri poi, a partire dal primo super pares, sono un raro esempio di coerenza. Insultano l'OCSE quando ci massacra, ma ne tengono gran conto quando ci valuta positivamente.
Comunque val la pena leggersi Galapagos sul Manifesto: Ocse. Ripresa effimera

Squalene nel vaccino influenzale

Non sono pregiudizialmente contrario ai vaccini. Ma poiché grande è la confusione sotto il cielo mi piacerebbe sapere da chi è più competente quanta verità ci sia nelle notizie relative allo squalene adiuvante nel vaccino contro l'influenza A/H1N1.
Ciò che constato è la diffidenza dei medici, ben poco propensi a farsi vaccinare. Possibile che siano così incolti? Magari non saranno mostri di cultura, ma almeno per quanto concerne il loro campo specifico qualcosa sapranno.
Altro dato di fatto è che l'americana Food and Drug Administration (FDA) non ha approvato la sostanza, che non è infatti presente nella versione americana del vaccino, mentre lo è in quella italiana. D'altro canto l'EMEA (Agenzia europea per il controllo sui farmaci) ha dato via libera. In Svizzera però un altro vaccino contetente squalene non è stato autorizzato per le donne in gravidanza, i minori di 18 anni e gli anziani oltre i 60 anni. E allora?
Poveri noi subissati da tante informazioni contraddittorie.

2009-11-07

Sequestro stile camorra

Secuestro estilo camorra

Questo il post odierno di denuncia per l'intimidazione subita della più famosa blogger dissidente cubana (l'immagine è del suo libro). Ciò che mi spinge a pubblicarlo è che a Cuba come in America e in Italia (per non dire in Russia e altrove) i metodi della polizia o, peggio, di corpi speciali appositamente addestrati sembrano gli stessi ovunque. La cultura della sopraffazione violenta - non importa se di idee o comportamenti - non sembra avere mai fine.

Nei pressi di calle 23, proprio alla rotonda dell’avenida de los Presidente, abbiamo visto arrivare a bordo di un’auto nera - di fabbricazione cinese - tre robusti sconosciuti: “Yoani, sali in auto” mi ha detto il primo afferrandomi con forza per un polso. Gli altri due trattenevano Claudia Cadelo, Orlando Luís Pardo Lazo e un’amica che ci accompagnava a una marcia contro la violenza. Ironia della vita, quella che doveva essere una giornata di pace e concordia si è trasformata in una serata carica di botte, grida e male parole. Gli stessi “aggressori” hanno chiamato una pattuglia che si è portata via gli altri miei due compagni, Orlando e io eravamo condannati all’auto con targa gialla, lo spaventoso terreno dell’illegalità e dell’impunità per l’Armageddon.
Mi sono rifiutata di salire sul brillante Jelly e abbiamo preteso che si identificassero e mostrassero un mandato giudiziario che li autorizzasse a portarci via. Non ci hanno fatto vedere nessuna carta che provasse la legittimità del nostro arresto. I curiosi si accalcavano intorno e io gridavo: “Aiuto, questi uomini ci vogliono sequestrare”, ma loro hanno fermato chi voleva intervenire con un grido che rivelava tutto il fondamento ideologico dell’operazione: “Non vi intromettete, questi sono dei controrivoluzionari”.
Di fronte alla nostra resistenza verbale, hanno preso il telefono e hanno detto a qualcuno che doveva essere il loro capo: “Cosa facciamo? Non vogliono salire sull’auto”. Immagino che all’altro lato la risposta sia stata categorica, perché dopo ci hanno riempito di botte e spintoni, mi hanno caricato con la testa verso il basso e hanno tentato di infilarmi nell’auto. Ho afferrato la porta, ricevendo colpi sulle mani, sono riuscita a togliere un foglio che uno di loro portava in tasca e me lo sono messo in bocca. Mi sono presa un’altra scarica di botte perché restituissi il documento.
Orlando era già dentro l’auto, immobilizzato da una mossa di karate che lo faceva stare con la testa verso il pavimento. Uno ha messo le sue ginocchia sul mio petto e l’altro, dal sedile anteriore mi colpiva nella zona dei reni e sulla testa per farmi aprire la bocca e liberare il documento. Per un istante, ho temuto che non sarei più uscita da quell’auto. “Sei arrivata fino a qui, Yoani”, “Adesso la finirai di fare pagliacciate”, ha detto quello che era seduto accanto all’autista e che mi tirava i capelli.
Nel sedile posteriore si poteva assistere a uno spettacolo molto strano: le mie gambe verso l’alto, il mio volto arrossato per la pressione e il corpo indolenzito, all’altro lato c’era Orlando conciato male da un picchiatore professionista. In un gesto di disperazione sono riuscita ad afferrare, dai pantaloni, i testicoli di questo personaggio. Ho affondato le mie unghie, supponendo che lui avrebbe continuato a schiacciare il mio petto fino all’ultimo respiro. “Uccidimi adesso”, gli ho gridato, con il fiato che mi restava, ma quello che stava nei sedili anteriori ha detto al più giovane: “Lasciala respirare”.
Sentivo Orlando ansimare e le botte continuavano a cadere su di noi, ho pensato per un attimo di aprire la porta e gettarmi fuori, ma all’interno non c’era una maniglia utilizzabile. Eravamo nelle loro mani ma ascoltare la voce di Orlando mi rincuorava.
In seguito lui mi ha detto che gli accadeva lo stesso ascoltando le mie parole rotte dai singhiozzi… perché gli dicevano “Yoani è ancora viva”. Ci hanno lasciati in pessime condizioni, scaraventandoci in una strada della Timba, una donna si è avvicinata: “Che cosa vi è successo?”… “Un sequestro”, ho risposto.
Ci siamo messi a piangere abbracciati in mezzo al marciapiede, pensavo a Teo, non sapevo come avrei potuto spiegargli quel che avevo passato. Come potrò dirgli che vive in un paese dove succedono queste cose, come potrò guardarlo e raccontargli che sua madre è stata malmenata in mezzo alla strada perché scrive un blog dove esprime le sue opinioni in kilobytes. Come potrò descrivergli il volto autoritario di chi ci ha fatto salire con la forza su quella macchina, il piacere che si leggeva sui loro volti mentre ci percuotevano, alzavano la mia gonna e mi trascinavano seminuda verso l’auto. Sono riuscita a vedere, nonostante tutto, il livello di agitazione dei nostri aggressori, la paura del nuovo, delle cose che non possono distruggere perché non le comprendono, il terrore del gradasso che sa di avere i giorni contati.

Traduzione di Gordiano Lupi

2009-11-06

La voce del padone

A Berlusconi, si sa, Santoro, Floris, Fazio non piacciono. Mica si accontenta del consueto Vespa-zerbino! Vuole uno spazio serale quotidiano per il suo Belbietro nella Rai che "è casa sua" - come squittiscono garruli conduttori compiacenti. Dunque si sbrighino i direttori di rete, lo vuole subito, all'inizio del 2010. Dove e come lo ha già deciso il cavaliere: prime time, finestra a ridosso del telegiornale su Rai Uno o trasmissione più corposa sul Due. "Vedino loro!" [ndr: "Vedano" sarebbe troppo]

2009-11-04

Crocefisso a scuola

Crocefisso - Giotto di Bondone

Dai tormentoni non c'è scampo. Quello dei crocefissi ciclicamente ritorna.
Correvano i faticosi anni '70 e già si discuteva sui significati di quell'emblema in classe. Gli insegnanti non cattolici - ma anche qualche cattolico illuminato - erano propensi a staccarlo dal muro esattamente con le stesse motivazioni espresse ora dalla Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo. «La presenza dei crocifissi nelle aule scolastiche costituisce «una violazione del diritto dei genitori a educare i figli secondo le loro convinzioni» e una violazione alla «libertà di religione degli alunni». Pochi lo fecero davvero.
L'Italia è l'Italia e la coscienza civile è quello che è, così il crocefisso rimase anche grazie alla piena vigenza dell'art. 118 del Regio decreto n. 965 del 1924, che recita: “ogni istituto ha la bandiera nazionale; ogni aula, l'immagine del Crocifisso e il ritratto del Re” Dunque è già tanto che, per il momento, accanto al Cristo in croce non ci sia il ritratto del cavaliere.
Correva l'anno 2003 e di nuovo si riaccesero le polemiche, questa volta legate allo chador e all'opportunità o meno di ostentare simboli religiosi e politici. Scrissi allora un articoletto, ispirato al fatto di aver avuto uno scambio di idee con una vivace studentessa di seconda liceo, al quale rimando: Crocifissi e chador.

Pavia: si a Guzzanti



Corrado Guzzanti disturba il quieto tran tran della nuova giunta di destra pavese.
Niente Palaravizza per lui dissacratore del concittadino Tremonti.
Tre assessori (si dice Assanelli, Faldini e Niutta) si sono opposti. Il sindaco Alessandro Cattaneo però pare abbia fatto la cosa giusta e Guzzanti, salvo ulteriori intoppi, dovrebbe essere a Pavia ai primi di febbraio.
L'ex sindaco di Pavia Capitelli e la sua giunta così detta di sinistra, invece, distinguendosi in negativo anche quella volta, avevano vietato il Palazzetto a Beppe Grillo con la scusa che rovinasse il parquet. [sic!]

2009-11-03

2009-11-01

Alda Merini, poetessa, è morta

Corpo, ludibrio grigio
con le tue scarlatte voglie,
fino a quando mi imprigionerai?
anima circonflessa,
circonfusa e incapace,
anima circoncisa,
che fai distesa nel corpo?

D'Alema

D'Alema è sempre stato ai "vertici" da quando, a nove anni, fu nominato rappresentante dei piccoli pionieri comunisti.
Segretario della FGCI e del PDS, direttore dell'Unità, Presidente di innumerevoli cose, oltre che del Consiglio, ha rischiato anche di diventarlo prima della Camera e poi della Repubblica.
Dunque ha tutte le carte in regola per essere ministro degli esteri europeo (italiano lo è già stato) (Sole 24 ore D'Alema: per gli Esteri partita europea complessa). Persino Berlusconi gli ha dato il placet.
Che uomo! Chi? D'Alema o Berlusconi? Entrambi, perbacco!
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