2019-02-20

Diciotti. A bocce ferme

I giudici hanno messo sotto accusa Salvini non perché puttaniere (che sarebbero fatti suoi) o per frode fiscale (che sono fatti di noi tutti!), ma per sequestro di persona aggravato. Al di là dell'aspetto tecnicamente giuridico, sul quali non ho competenza per esprimermi, non può sfuggire la valenza politica della questione. Se il Ministro dell'Interno è apparso comunque da subito in una botte di ferro, per svariati motivi, i cinque stelle da subito si sono trovati a subire quello che a scacchi si chiama un doppio attacco (cioè quando comunque si è messi nella condizione di perdere un pezzo). Sottrarre Salvini alla magistratura, contrariamente ai principi da sempre sbandierati,  perdendo faccia e credibilità oppure rischiare di far cadere il governo permettendo al leader leghista di aumentare ancor più la sua popolarità tra coloro che lo ritengono un salvatore della patria? Hanno optato per la prima scelta forse consapevoli che, nonostante gli strepiti fattoquotidianeschi del super giustizialista Travaglio che sembra aver vissuto la vicenda come un affronto personale, di faccia da perdere gliene resta ormai poca. Meglio così piuttosto del rischio di veder terminare, magari per sempre, la loro avventura governativa. Probabilmente perderanno ancora consensi, ma fintanto che Salvini avrà bisogno di loro per proseguire nella sua resistibile ascesa - scrollandosi di dosso il sempre ingombrante Berlusconi - i capetti pentastellati, così come i loro peones, parlamentari per caso, potranno garantirsi il culetto al caldo sui banchi del governo e sugli scranni parlamentari.

2019-02-06

Venezuela [Post per quelli (pochi!) che non gliene frega niente di San Remo]

 #Venezuela
Per una volta apprezzo l'equidistanza di Bergoglio: "Sul Venezuela, papa Francesco taglia il cordone ombelicale con l’Occidente"


Londra, Parigi, Vienna, Berlino e Madrid riconoscono l'autonominatosi Presedente Guaidò.
I governanti europei, incapaci di elaborare una comune politica autonoma, si accodano ubbidienti alle pretese egemoniche degli Stati Uniti anche se guidati da un tipo inaffidabile e pericoloso come Trump.
Non parteggio per Maduro come non avevo particolari simpatie per Hugo Chávez nei tempi in cui governava incontrastato e amato dal popolo, anche se ho la sensazione, comprovata dai venezuelani che ho conosciuto, che siano i ceti meno disagiati - che poi sono gli unici ad arrivare dalle nostre parti - a volerne la destituzione, come già volevano quella di Chávez.
Però legittimare il cambio di potere in Venezuela lo vedo come "intromissione negli affari interni di un Paese" con il rischio di scatenare una sanguinosa guerra civile.
Che da sempre i Paesi forti intervengano, direttamente e indirettamente, negli affari interni di quelli più deboli e un fatto assodato, ma non significa che sia giusto.
Che questo provochi danni è altrettanto certo anche quando è mascherato dalla pelosa motivazione di esportare la "democrazia".
Evidentemente i disastri provocati in Africa - tanto per citare i più recenti - fomentando la cosiddetta "primavera araba" (quando non intervenendo direttamente come la Francia in Libia con tutti i guai che ne sono conseguiti per l'Italia in primis e per l'Europa tutta) non hanno insegnato alcunché.

2019-02-03

Trump: un altro allegro passo verso il paleolitico

Gli Stati Uniti sospendono l'adesione al trattato con la Russia sul disarmo dei missili nucleari a medio raggio il cui scopo principale è, di sicuro, favorire ulteriormente l'industria bellica. Putin non starà certo a guardare e punterà sui vicini europei le sue armi atomiche, ancora di più di quanto già non faccia.
Così la vecchia Europa sarebbe la prima a prenderlo in quel posto in caso di conflitto. Però sculetta indefessa al seguito del "polentina" americano seguendolo prona in ogni sua assurda iniziativa.
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