2011-10-25

Delle pensioni - e dei pensionati - alla banda BB non frega una beata mazza

Traduzione per i non lombardi

- Lascia stare i miei pensionati...
- Attento Bossi che andiamo a casa!
- Andate a dar via le chiappe tutti e due

Proverbio milanese:
Quando la merda sale al trono o puzza o fa danno

2011-10-20

Morte di un satrapo. Un'immagine che entrerà nella storia


Questa immagine di Gheddafi (ferito o già morto?) non mi rallegra.
Solleva il fatto che i libici,  finalmente liberati dalla sua ingombrante presenza, potranno riprendere il cammino verso una normalità che sembra ancora incerta e lontana.
Sconcerta che solo poco più di un anno fa (era la fine di agosto del 2010) sia stato accolto a Roma da 500 "hostess" pagate 70 euro l'una e da un Berlusconi entusiasta.

2011-10-19

Omaggio a Zanzotto: Esistere psichicamente


Esistere psichicamente

Da questa artificiosa terra-carne
esili acuminati sensi
e sussulti e silenzi,
da questa bava di vicende
- soli che urtarono fili di ciglia
ariste appena sfrangiate pei colli -
da questo lungo attimo
inghiottito da nevi, inghiottito dal vento,
da tutto questo che non fu
primavera non luglio non autunno
ma solo egro spiraglio
ma solo psiche,
da tutto questo che non è nulla
ed è tutto ciò ch'io sono:
tale la verità geme a se stessa,
si vuole pomo che gonfia ed infradicia.
Chiarore acido che tessi
i bruciori d'inferno
degli atomi e il conato
torbido d'alghe e vermi,
chiarore-uovo
che nel morente muco fai parole
e amori.

Andrea Zanzotto Vocativo, Mondadori, 1957

2011-10-17

Lega, congresso provinciale di Varese, s'incrina il monolite e Il presidente del consiglio vuole fare la rivoluzione [sic!]



La stupidità è endemica, come la più grave delle malattie infettive, come la peste. E’ la peste del tempo presente. Se uno è stupido si aggregherà con gli stupidi, si attornierà di idioti. Si attiva il meccanismo della selezione naturale: gli intelligenti sono segregati e uccisi psicologicamente, gli stupidi si moltiplicheranno come i topi, come i conigli. Genereranno bambini che la natura potrà anche aver dotato di capacità creative, ma diventeranno stupidi perché educati alla stupidità. Respireranno un’aria mefitica, che uccide la mente e rinvigorisce i muscoli e il tessuto cavernoso del pene che si erigerà sempre di più. L’intelligenza è una possibilità della biologia, non un imperativo, non una necessità. L’educazione sopprime ogni potenzialità e così crescono piccoli idioti che poi diventano grandi e ancor più idioti.
Stupidità, la peste di oggi di Vittorino Andreoli La Stampa 22.04.05

Berlusconi a Lavitola: ''Facciamo fuori il palazzo di Giustizia di Milano...''

Smoke

...e talvolta capita di vedere per caso un vecchio film (del '95) che ti eri perso.  
Smoke di Wayne Wang, sceneggiatura dello scrittore Paul Auster, con un cast di ottimi attori (Harvey Keitel, William Hurt, Forest Whitaker).
Gli episodi concatenati raccontano le storie di alcuni personaggi che ruotano intorno ad una delle superstiti tabaccherie di Brooklyn.
Film di parole e scarsa azione, delicato e forte insieme, ha il sapore un po' polveroso, ma sapido, del tempo che fu (un passato prossimo che sembra remoto).
Si fuma tutti molto tabacco, si beve, si chiacchiera, si vive faticosamente il presente - con qualche imprevisto e un occhio in parte nostalgico in parte disincantato sui nodi irrisolti del proprio passato.
Niente di speciale insomma, ma quanto basta a far la differenza tra un buon film e tanti film mediocri in circolazione.

2011-10-15

Indignati, incazzati, facinorosi, teppisti, black bloc (o seplicemente provocatori?)... e a Roma scene di ordinaria guerriglia

Scontri a Roma. Come sempre ci distinguiamo nel peggio. A Berlino, Londra, Parigi, Madrid le manifestazioni si sono svolte, belle, senza incidenti.
La stessa cosa sarebbe accaduta anche da noi se un pugno di provocatori probabilmente istigati da qualcuno che ha interesse a mandare in vacca la protesta non avesse fatto ancora una volta il solito vecchio gioco.

Che si possa essere così incazzati da voler passare alle vie di fatto non è di per sé impossibile. Le modalità di questa violenza però sono sempre quelle, arcinote, viste e riviste tante volte, capaci solo di oscurare e screditare la protesta, magari utopica e sterile, ma legittima.

Indignados - La scoperta dell'acqua calda

Aleksandr Deinekax, Futuri aviatori, 1938

Non si può che essere a fianco degli "indignati" di tutto il mondo, giovani o meno giovani, che oggi manifestano un po' ovunque.
Ambigua è invece la solidarietà che alcuni ricconi, banchieri e politici (largamente responsabili dell'attuale crisi) attestano pubblicamente al movimento.
Ma c'è davvero del nuovo in tutto ciò?
La storia ritorna, seppure mai uguale a sé stessa. Dunque anche stavolta i motivi contingenti che hanno aggregato nell'indignazione milioni di persone non vanno sottovalutati.
Eppure talune analisi di fondo dei perché le cose accadono restano con tutta la loro forza di profetica evocazione.
Certe riletture - magari un po' riadattate nella terminologia ed attualizzate - aiutano a dare significato al ciclico ritorno di proteste e protestatari.

"Il potere statale moderno non è che un comitato che amministra gli affari comuni di tutta la classe borghese.

La borghesia ha avuto nella storia una parte sommamente rivoluzionaria.

Dove ha raggiunto il dominio, la borghesia ha distrutto tutte le condizioni di vita feudali, patriarcali, idilliche. Ha lacerato spietatamente tutti i variopinti vincoli feudali che legavano l'uomo al suo superiore naturale, e non ha lasciato fra uomo e uomo altro vincolo che il nudo interesse, il freddo "pagamento in contanti". Ha affogato nell'acqua gelida del calcolo egoistico i sacri brividi dell'esaltazione devota, dell'entusiasmo cavalleresco, della malinconia filistea. Ha disciolto la dignità personale nel valore di scambio e al posto delle innumerevoli libertà patentate e onestamente conquistate, ha messo, unica, la libertà di commercio priva di scrupoli. In una parola: ha messo lo sfruttamento aperto, spudorato, diretto e arido al posto dello sfruttamento mascherato d'illusioni religiose e politiche.

Con lo sfruttamento del mercato mondiale la borghesia ha dato un'impronta cosmopolitica alla produzione e al consumo di tutti i paesi. Ha tolto di sotto i piedi dell'industria il suo terreno nazionale, con gran rammarico dei reazionari. Le antichissime industrie nazionali sono state distrutte, e ancora adesso vengono distrutte ogni giorno. Vengono soppiantate da industrie nuove, la cui introduzione diventa questione di vita o di morte per tutte le nazioni civili, da industrie che non lavorano più soltanto le materie prime del luogo, ma delle zone più remote, e i cui prodotti non vengono consumati solo dal paese stesso, ma anche in tutte le parti del mondo. Ai vecchi bisogni, soddisfatti con i prodotti del paese, subentrano bisogni nuovi, che per essere soddisfatti esigono i prodotti dei paesi e dei climi più lontani. All'antica autosufficienza e all'antico isolamento locali e nazionali subentra uno scambio universale, una interdipendenza universale fra le nazioni. E come per la produzione materiale, così per quella intellettuale. I prodotti intellettuali delle singole nazioni divengono bene comune. L'unilateralità e la ristrettezza nazionali divengono sempre più impossibili [...]

I bassi prezzi delle sue merci sono l'artiglieria pesante con la quale spiana tutte le muraglie cinesi, con la quale costringe alla capitolazione la più tenace xenofobia dei barbari. Costringe tutte le nazioni ad adottare il sistema di produzione della borghesia, se non vogliono andare in rovina, le costringe ad introdurre in casa loro la cosiddetta civiltà, cioè a diventare borghesi. In una parola: essa si crea un mondo a propria immagine e somiglianza.

I rapporti borghesi di produzione e di scambio, i rapporti borghesi di proprietà, la società borghese moderna che ha creato per incanto mezzi di produzione e di scambio così potenti, rassomiglia al mago che non riesce più a dominare le potenze degli inferi da lui evocate. Sono decenni ormai che la storia dell'industria e del commercio è soltanto storia della rivolta delle forze produttive moderne contro i rapporti moderni della produzione, cioè contro i rapporti di proprietà che costituiscono le condizioni di esistenza della borghesia e del suo dominio. Basti ricordare le crisi commerciali che col loro periodico ritorno mettono in forse sempre più minacciosamente l'esistenza di tutta la società borghese.

Nelle crisi commerciali viene regolarmente distrutta non solo una parte dei prodotti ottenuti, ma addirittura gran parte delle forze produttive già create. Nelle crisi scoppia una epidemia sociale che in tutte le epoche precedenti sarebbe apparsa un assurdo: l'epidemia della sovraproduzione. La società si trova all'improvviso ricondotta a uno stato di momentanea barbarie; sembra che una carestia, una guerra generale di sterminio le abbiano tagliato tutti i mezzi di sussistenza; l'industria, il commercio sembrano distrutti. E perché? Perché la società possiede troppa civiltà, troppi mezzi di sussistenza, troppa industria, troppo commercio. Le forze produttive che sono a sua disposizione non servono più a promuovere la civiltà borghese e i rapporti borghesi di proprietà; anzi, sono divenute troppo potenti per quei rapporti e ne vengono ostacolate, e appena superano questo ostacolo mettono in disordine tutta la società borghese, mettono in pericolo l'esistenza della proprietà borghese. I rapporti borghesi sono divenuti troppo angusti per poter contenere la ricchezza da essi stessi prodotta. Con quale mezzo la borghesia supera le crisi? Da un lato, con la distruzione coatta di una massa di forze produttive; dall'altro, con la conquista di nuovi mercati e con lo sfruttamento più intenso dei vecchi. Dunque, con quali mezzi? Mediante la preparazione di crisi più generali e più violente e la diminuzione dei mezzi per prevenire le crisi stesse."

Queste cose le ha scritte centosessantaquattro anni fa Karl Marx, Il Manifesto del Partito Comunista (clicca qui per leggerlo)

2011-10-13

Caduto il governo Berlusconi!

Berlusconi mostra il bernoccolo dopo la caduta (nella doccia di casa)

Bufala, purtroppo.
Una speranza vana a fronte di una opposizione ridicola e con un parlamento intento soltanto a preservare stipendi e privilegi.
Il cavaliere di Arcore ha raccontato un sacco di balle in parlamento, come suo solito, e alla fine, salvo clamorosa caduta - non soltanto in bagno come gli accadde a luglio - strapperà l'ennesima "fiducia".
Se domani, o nei prossimi mesi, succederà il miracolo sarà per lo sgambetto di qualcuno della sua maggioranza, insofferente per una troppo lunga permanenza in secondo piano o non sufficientemente remunerato nella politica di interscambi, altrimenti detta mercato delle vacche, nella quale il nostro presidente del consiglio eccelle.
Ma sembra per tutti più conveniente tenerlo lì, a bagnomaria, per continuare a fare i propri porci comodi almeno finché dura.

2011-10-07

La scuola degli orrori: bugie sul numero dei bocciati, quiz pieni di errori, spese funzionamento insufficienti, classi pollaio...

Sulla Gelmini e la sua gestione della scuola si è ormai detto tutto il male possibile.
Ciò che sconcerta è la falsità delle sue dichiarazioni, una falsità del resto perfettamente in linea con quella espressa da tutta la compagine governativa e dai parlamentari che la sostengono.
Per questo c'è tanto accanimento contro la libera informazione. Mettere un bavaglio al dissenso informato è prioritario per "l'amico di Putin" - Berlusconi sta proprio ora volando a festeggiare il compleanno del pericoloso leader della Russia dove le bocche ai giornalisti si chiudono anche con il piombo (Anna Politoskaia fu uccisa proprio nel giorno del complenno dell'amico Putin e ancora non si conosce il mandante).
C'è solo da augurarsi che sia ormai troppo tardi e il crollo del berlusconismo prossimo, non fosse altro per tutto il marcio che ha accumulato nella sua stessa pancia.

Rilancio qui 10 BUGIE di Giuseppe Caliceti (da Rete Scuola).

...

2011-10-06

Dalla prima pagina di Wikipedia (che molti dei nostri parlamentari probabilmente non sanno neppure cosa è)

Cara lettrice, caro lettore,
in queste ore Wikipedia in lingua italiana rischia di non poter più continuare a fornire quel servizio che nel corso degli anni ti è stato utile e che adesso, come al solito, stavi cercando. La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero.
Negli ultimi 10 anni, Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero. Una nuova e immensa enciclopedia multilingue e gratuita.
Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto — neutralità, libertà e verificabilità dei suoi contenuti — rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni.
Il Disegno di legge - Norme in materia di intercettazioni telefoniche etc., così modificato (vedi p. 24), alla lettera a) del comma 29 recita:
«Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono.»
Tale proposta di riforma legislativa, che il Parlamento italiano sta discutendo in questi giorni, prevede, tra le altre cose, anche l'obbligo per tutti i siti web di pubblicare, entro 48 ore dalla richiesta e senza alcun commento, una rettifica su qualsiasi contenuto che il richiedente giudichi lesivo della propria immagine.
Purtroppo, la valutazione della "lesività" di detti contenuti non viene rimessa a un Giudice terzo e imparziale, ma unicamente all'opinione del soggetto che si presume danneggiato.
Quindi, in base al comma 29, chiunque si sentirà offeso da un contenuto presente su un blog, su una testata giornalistica on-line e, molto probabilmente, anche qui su Wikipedia, potrà arrogarsi il diritto — indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive — di chiedere l'introduzione di una "rettifica", volta a contraddire e smentire detti contenuti, anche a dispetto delle fonti presenti.
In questi anni, gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa.
Dichiarazione Universale dei Diritti dell'Uomo
Articolo 27
«Ogni individuo ha diritto di prendere parte liberamente alla vita culturale della comunità, di godere delle arti e di partecipare al progresso scientifico e ai suoi benefici.
Ogni individuo ha diritto alla protezione degli interessi morali e materiali derivanti da ogni produzione scientifica, letteraria e artistica di cui egli sia autore.»
L'obbligo di pubblicare fra i nostri contenuti le smentite previste dal comma 29, senza poter addirittura entrare nel merito delle stesse e a prescindere da qualsiasi verifica, costituisce per Wikipedia una inaccettabile limitazione della propria libertà e indipendenza: tale limitazione snatura i principi alla base dell'Enciclopedia libera e ne paralizza la modalità orizzontale di accesso e contributo, ponendo di fatto fine alla sua esistenza come l'abbiamo conosciuta fino a oggi.
Sia ben chiaro: nessuno di noi vuole mettere in discussione le tutele poste a salvaguardia della reputazione, dell'onore e dell'immagine di ognuno. Si ricorda, tuttavia, che ogni cittadino italiano è già tutelato in tal senso dall'articolo 595 del codice penale, che punisce il reato di diffamazione.
Con questo comunicato, vogliamo mettere in guardia i lettori dai rischi che discendono dal lasciare all'arbitrio dei singoli la tutela della propria immagine e del proprio decoro invadendo la sfera di legittimi interessi altrui. In tali condizioni, gli utenti della Rete sarebbero indotti a smettere di occuparsi di determinati argomenti o personaggi, anche solo per "non avere problemi".
Vogliamo poter continuare a mantenere un'enciclopedia libera e aperta a tutti. La nostra voce è anche la tua voce: Wikipedia è già neutrale, perché neutralizzarla?
Gli utenti di Wikipedia



Rassegna stampa

2011-10-05

Come titola Libero nel giorno in cui Moody's spinge la testa dell'Italia che affoga sotto di altri tre livelli?


Ma sì va, facciamoci quattro risate con l'odierno titolo di Libero a tutta pagina e poi, magari, leggiamo Titoli a picco (Avvenire), dove i titoli non sono quelli di borsa, ma quelli dei giornali.
Guarda caso proprio ieri anch'io avevo fatto un post sui titoli dei giornali (e i contenuti dell'informazione): Donne. La solitudine di Eli: fa da sola anche il pieno. Penoso da D repubblica.it - Amanda, Pippa e le altre

2011-10-04

Donne. La solitudine di Eli: fa da sola anche il pieno. Penoso da D repubblica.it - Amanda, Pippa e le altre

Georgia O'Keeffe

Che dire sulla Knox (e Sollecito) da mostro a vittima ed eroina? Vittorio Zucconi (su Repubblica) è da leggere: Il tifo della platea americana.
Poco da aggiungere.
Sconcerta il pasticcio delle indagini e una "giustizia" tanto ondivaga. Anche in Italia, come in America quando un processo è indiziario ciò che più conta sono avvocati di grido (la Bongiorno ad esempio).
Noi "spettatori" non abbiamo elementi per esprimere un parere documentato, preda come siamo dei media che si impossessano dei casi giudiziari più golosi, sposando una o l'altra tesi e influenzando le platee.
Il "povero negro" invece non ce l'ha fatta. Italia come l'America.
Rudy Guede, il terzo protagonista, secondo l'accusa, dell'omicidio di Meredith Kercher (lei sì la vera vittima dimenticata), condannato definitivamente a 16 anni.

Da segnalare il penoso D La Repubblica per come tratta di donne. La solitudine di Eli (la Canalis) fa da sola anche il pieno, Pippa: il bacio ufficiale, Lusso e regolatezza, Sparlare fa bene al cervello, Non ti fidi degli uomini? La scienza ti dice perché, La regina Cenerentola Beatrice perde la scarpa.
Titoli ad hoc per argomenti stupidi trattati con una superficialità degradante.
Inutile sfoggiare tanta intelligenza analitica nelle pagine "serie" che trattano "politicamente" delle donne berlusconiane per poi cadere negli stessi abusati cliché nei siti e giornali a loro dedicati.

...

2011-10-01

Non indignatevi soltanto. Incazzatevi con i commercianti disonesti che aumentano i prezzi a capocchia

L'Iva è passata dal 20 al 21 per cento. Aumenta il prezzo di detersivi, giocattoli, tv, ma anche auto, moto, abbigliamento, scarpe, computer, vino, cioccolato, calzature e altri servizi.
Bene, anzi male. Comunque si tratta di un aumento che, sul singolo articolo, non dovreste sentire troppo.
Se il vostro barista, con la scusa dell'Iva, vi alza il prezzo della tazzina di caffè di 10 centesimi è un ladro. Incazzatevi.
Perché? Per 10 centesimi non ne vale la pena.
Ci fotte la paura di sembrare miserabili, ma i veri miserabili sono coloro che ci fregano in continuazione contando sulla nostra condiscendenza.
È su queste piccole cose moltiplicate per dieci, cento, mille e sulla nostra incapacità di reazione che si è realizzata una ridistribuzione dei redditi a favore dei disonesti, in particolare nel momento in cui l'euro ha sostituito la lira. Ricordate? I prezzi sono raddoppiati, ma gli stipendi dei lavoratori dipendenti sono rimasti quelli di prima.
Ora si rischia qualche cosa di simile, anche se in scala minore. (Vedere L’Iva sale di 1 punto, i prezzi anche del 7%, Corriere)
Per ogni euro di valore di un prodotto, con l'Iva al 20 per cento, si pagava un euro e venti. Ora, con l'Iva al 21 per cento, la differenza è di un centesimo per ogni euro di valore di base del prodotto. Non è che si aggiunge al prezzo, comprensivo della vecchia Iva, la nuova Iva.
Chi su un euro di valore di base di un prodotto arrotonda l'aumento, ad esempio, a uno e trenta compie una vera e propria truffa.

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