2018-12-27

Sei mesi di "governo del cambiamento"

Tempo di bilanci per il "governo del cambiamento". In 6 mesi poche leggi (e questo non sarebbe neppure un male) però malfatte [ndr: oltre che, per lo più, decisamente dannose per la collettività]!
Emerge più che altro l'incompetenza e si conferma, in continuità con il passato, la sostanziale inutilità di questo pletorico e costoso parlamento. 

2018-10-28

Grillo [corsivo domenicale alla Scalfari!] 😂

Alla fine ho trovato il tempo e la voglia di andare  su YouTube a sentire dal vero cosa ha detto Grillo a Roma ai suoi "militonti" M5s, tanto simili ai militonti di tutti i movimenti che nella storia hanno preceduto questo.
Ho sentito con una certa tristezza un vecchio sfiatato delirare su un palco incapace di esprimere un concetto compiuto che fosse uno, con batteri coliformi della pancia al posto dei pochi neuroni del cervello.
I suoi sproloqui da Speakers' Corner londinese, incomprensibile miscuglio  di verità e fandonie da quando non sembra più essere spalleggiato da validi ghostwriter, non farebbero male a nessuno se non diventassero cibo mentale per i troppi delusi nelle loro aspettative dai politici del passato.
Da salvare soltanto quando ha detto di se stesso: "Sono una vecchia puttana da palcoscenico" e  quando ha fatto l'elogio dell'ironia. "Non prendetevi mai troppo sul serio... dove non c'è in ironia non c'è umanità".
Ho pensato alla faccina triste da abatino di Di Maio e al ghigno truce di Salvini. Entrambi si prendano maledettamente sul serio e l'ironia non sanno neppure dove stia di casa. Nessuna umanità.
Allora ho capito la pericolosa differenza che intercorre tra la ricca e incosciente vecchiaia di Grillo che nulla potrà scalfire e i milioni di pensionati e lavoratori dipendenti con redditi modesti che un'eventuale uscita dell'Italia dall'Europa o semplicemente la crescita esponenziale del debito penalizzerà brutalmente.


2018-09-23

Rocco Casalino. Il Nulla, nel regno di Fantàsia


Agli onori della cronaca Rocco Casalino, portavoce dell'inesistente capo del governo Giuseppe Conte, fantoccio manovrato dei suoi due "vice".

Dall'audio di Casalino in cui minaccia l'epurazione dei tecnici del Mef (Ministero dell'Economia e delle Finanze):
 "...non è accettabile che non si trovano dieci miliardi del cazzo,[...] se per caso alla fine dovesse venir fuori che i soldi non li abbiamo trovati, dopodiché nel 2019 ci dedicheremo soltanto, ci concentreremo a far fuori tutti questi pezzi di merda del MEF".


Casalino, narcisista e arrivista confesso, è pagato oltre 170mila euro per sparare cazzate e insultare il ministro che ha il compito istituzionale di mantenere in ordine i conti dello Stato, minacciando in stile mafioso i burocrati del Ministero del Tesoro se non accondiscenderanno a sborsare il denaro che non c'è per fare, oltre al cosiddetto "reddito di cittadinanza", tutte le altre puttanate proposte dalla lega e accettate dal M5s.

Tipi come questo sono gli individui davvero pericolosi che hanno fatto carriera all'ombra del Movimento 5 stelle.
Costui non era sul mio radar non avendo mai visto una puntata del Grande Fratello, non essendo lettore assiduo di Vanity Fair e tantomeno di Chi, non appassionandomi al gossip di Signorini o alle vicende di Lele Mora con il suo clan e al retrobottega della Casaleggio e associati.
Gli intellettuali che vorrebbero unirsi in nome di quella cosa un po' maleodorante chiamata cultura dovrebbero invece armarsi - e non solo metaforicamente - contro tipi come questo che ormai popolano a schiere l'arengo politico e dei quali Trump è il vecchio precursore è l'attuale capintesta.
Non io certamente, mai stato né intellettuale, né militante armato, ma soltanto un inutile parolaio e per giunta, ora, un anziano babbione.
Alla prossima catastrofe dell'umanità non ci porteranno populismi e popolo, ma questi falsi guru, privi di autentiche appartenenze ideologiche, per i quali la politica è un mezzo per raggiungere i propri individualistici fini.
Il guaio è che sono propagandati a dismisura dagli strumenti di comunicazione embedded e, di conseguenza, idolatrati da masse di persone speranzose di raggiungere ricchezza e potere.

2018-09-11

11 settembre 1973. Golpe cileno

11 settembre 1973. Il generale traditore Pinochet assalta il palazzo presidenziale uccidendo il socialista Presidente Allende, democraticamente eletto tre anni prima dal popolo.
Le responsabilità degli Usa, che consideravano l'America latina il "cortile di casa", sono note.
Nei successivi 17 anni di dittatura e sistematica violazione dei diritti umani, moriranno 3000 persone. I torturati saranno 30.000. La metà aveva dai venti ai trent'anni. (Cifre del Rapporto Rettig, inchiesta ufficiale condotta in Cile dopo la fine della dittatura).
Morte e sofferenza. Questo è una dittatura anche se chi non la vive sulla propria pelle se ne dimentica.

2018-08-18

Autostrade e non solo


Fatico a capire certi cari, stimati, colti e gentili amici che, pur di attaccare i cinquestelle, perdono il lume della ragione e si comportano come gli ultrà del calcio.
Taluni sembrano non aver ancora capito quanto in basso siano caduti i loro ex beniamini politici nella considerazione degli italiani, non certo per merito degli avversari, ma per loro esclusive colpe.

Sono da sempre stato molto critico nei confronti del Movimento 5 Stelle e ora più che mai, ma ciò non mi impedisce di operare distinzioni tra i troppi ciarlatani che ne sono assurti ai vertici e le poche buone cose delle intenzioni originarie che ogni tanto riemergono.

Prendiamo ad esempio - al netto della propaganda - la vicenda delle concessioni autostradali (che non riguardano solo Benetton).
Uno dei due improponibili leader contrattualmente legati ha affermato che gli "assetti strategici" *devono* (o, meglio, avrebbero dovuto!) rimanere saldamente nelle mani dello Stato.
Può non piacere agli amanti del "privato è bello", però non è di per sé una cagata.

Chapeau ai Benetton che sanno guadagnare miliardi laddove lo Stato è sempre in perdita. Ottimi imprenditori! Però la storia delle concessioni autostradali, a partire da Prodi sul finire del secolo scorso - e poi D'Alema che ha pure spalancato le porte alle scuole private foraggiandole ampiamente con soldi pubblici in barba alla costituzione - è emblematica della dismissione dello Stato sugli asset strategici a tutto vantaggio dei privati.

Privato meglio di pubblico non mi ha mai convinto e non c'è nulla di razionale nel fatto che il pubblico perda laddove il privato trae profitto.
Penso non soltanto ad autostrade ma anche a ferrovie, banca d'Italia, dorsali di comunicazione telematica, ecc.

Nel caso autostrade chiunque sarebbe stato in grado di fare come i Benetton e altri che pur godono di buona stampa. Hanno ricevuto le concessioni pagandole con i balzelli sempre più salati di chi vi transita (noi!) ovviamente lucrandoci.
Ben inteso, non è una loro colpa, così come probabilmente non sono personalmente colpevoli del crollo del ponte genovese sul quale dovranno pure esprimersi i giudici competenti anche se alla fine, chissà quando, come spesso è accaduto, voleranno soltanto gli stracci.
Trovo anzi stimabile da parte dei Benetton l'essersi proposti - se ho ben capito - per una immediata ricostruzione a loro spese.

Sono i governanti che abbiamo avuto nel corso del tempo che in cambio di pochi spiccioli si sarebbero venduti anche nonne e madri se avessero trovato qualcuno disposto a comprarle!
Sia chiaro: incompetenza, disonestà e corruzione degli apparati statali e sub-apparati non riguardano esclusivamente l'Italia.

Sono anche disposto a credere che la maggior parte degli italici politici, magistrati, imprenditori, banchieri, medici, insegnanti universitari (per gli altri c'è ben poco da mordere!), professionisti di ogni tipo e anche preti (tutte categorie dove gli scandali sono all'ordine del giorno) siano onesti così come la maggioranza degli italiani.

Il problema sono le percentuali di radicamento sul territorio e nelle istituzioni degli "altri", che in Italia da troppo tempo (forse da sempre per quel poco che siamo un'unica nazione) detengono saldamente le leve del potere e impediscono qualsiasi significativo cambiamento strutturale.

2018-03-25

Inciucio? No, ammoore!

Ieri, nel giro di una manciata di minuti, l'ira iconoclasta della sindaca di Roma si è abbattuta sul pregevole manufatto di Street Art in immagine. Virginia Raggi, dimostrando una efficienza invidiabile, che non le si conosce nell'ordinario mantenimento del "decoro urbano", ha fatto rimuovere dall'ASM l'offensivo "obbrobrio". Ma perché lei, creata da una costola del comico più irriverente d'Italia, e paladina di quel Movimento5stelle, dove - si dice - alligni una potente lobby gay determinante nelle scelte si è comportata così? Perché? Ah! Ah! Ah!

2018-03-17

L'affare Moro, spiriti, segreti e bugie

A quarant'anni dal sequestro restano i misteri. O meglio: si sa tutto tranne quello che non si saprà mai!

"Tra i partecipanti alla seduta vi ero io, che sono un economista, il professor Gobbo, che ha la cattedra a Bologna di politica economica, il professor Ciò, che ha l’incarico di economia applicata all’Università di Modena e che si interessa di energia, ma di petrolio, non di fluidi. Vi era anche suo fratello che è un biologo (non so di quale branca, anche se mi pare genetica) e vi era anche il professor Baldassarri che è economista, ha la cattedra di economia politica all’Università di Bologna. Tra le donne vi erano mia moglie, che fa l’economista, la moglie del professor Baldassarri, laureata in economia, ed altre che non so cosa facciano professionalmente." (Romano Prodi, audizione presso la commissione Moro, 10 giugno 1981).
Cosa faceva tutta questa bella gente importante e colta durante Il rapimento Moro? Una seduta spiritica, però non spiritica, era ludica, solo un gioco di società per divertirsi insieme, magari con gli spiriti ispiratori di don Sturzo e La Pira, per chiedere dove fosse finito Moro, visto che tutti lo cercavano. Mentre Moro, prigioniero, scrive lettere alla DC - della quale Prodi è esponente di spicco - perché tratti la sua liberazione, queste rispettate colonne della società, riunite per un weekend nella campagna bolognese, mangiano, bevono e si dilettano, per ammazzare il tempo, a imbastire una seduta spiritica. Però a queste cose mica credono. Anzi Prodi, in commissione, è finanche imbarazzato a parlarne. E sì: manovrando il piattino è venuto fuori il nome Gradoli (la via del covo dei sequestratori), ma pensavano tutti che fosse una località in provincia di Viterbo. Comunque Prodi va a Roma e, poiché si considera una persona "ragionevole", racconta la storia a chi di dovere. Non se ne fa niente. Il Ministro degli Interni, poi presidente, Kossiga (con la k come si scriveva allora) sostiene che a Roma una via Gradoli neppure ci sia. Eppure due giorni dopo il sequestro due agenti erano già andati in quella via e avevano bussato alla porta del covo che non si era aperta. Così se ne erano andati. Mah!

2018-03-08

Grillo non c'è più... ma "ogne scarrafone è bell'a mamma soja"


Figura 1 (fonte Wikipedia)
Chi esprime liberamente la sua opinione critica e ben motivata senza accettare supinamente le decisioni di coloro che hanno il potere del comando ben difficilmente fa carriera. Chi si adegua con convinzione va avanti facilmente.
Guardate Di Maio: non una idea originale in testa, vestito perennemente da venditore del libro del Mormone, con la faccia da pretino perbenino che si ritrova, quanta strada ha fatto. Magari adesso potrà finalmente dire la sua, Casaleggio & C. permettendo.
Visto che Grillo si è defilato, ovviamente senza disconoscere la sua creatura e ha dismesso il "vaffa!" a lui tanto congeniale, se ne approprieranno altri ad ogni buona occasione.
Tuttavia si fatica a comprendere coloro che hanno odiato aprioristicamente i pentastellati.
Vabbè, non sono mai stati "compagni", però chissenefrega! È da mo che una sinistra degna di questo nome non alberga più "tra le genti del bel paese là dove 'l sì suona".
I cinquestelle, all'inizio, quando Grillo riempiva prima i teatri e poi le piazze, almeno erano ruspanti e facevano ben sperare; poi è arrivato Casaleggio e sono arrivati i voti, tanti, sempre di più e hanno fatto ideologicamente flop (perché in fondo una ideologia l'avevano: libertaria, ecologista - quando Grillo provocatoriamente sosteneva che un litro di benzina avrebbe dovuto costare non uno, ma dieci euro, considerando l'inquinamento che causa e si scagliava contro l'invasione della plastica e la pubblicità e il mito del PIL a crescita illimitata - caustica, protestataria, contestatrice del sistema - che non significa necessariamente "antisistema").
Al primo boom della tornata elettorale 2013 si era capita chiaramente la volontà di cambiamento degli italiani (vedi fig.1). Se il M5S avesse solo un po' provato a mettersi alla prova come ora sembra intenzionato a fare aprendosi a destra e a manca e come allora molti gli chiesero, magari chissà che non si sarebbero persi altri cinque anni. E se "gli altri", invece di inanellare malgoverni che imperterriti proseguivano negli errori dei precedenti, fossero stati più attenti al monito delle urne, forse non si sarebbe arrivati allo stallo attuale.
Ma si sa: del senno del poi sono piene le fosse.

2018-02-21

Aspettando Gungan


Xenogenesi. Verso "L'isola del dottor Moreau" (H.G. Wells)
Trapianti, sviluppati embrioni di pecora con cellule umane


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