2010-09-08

Quando fede e politica si confondono. Il pastore Jones e il rogo del Corano

6 In verità [per] quelli che non credono, non fa differenza che tu li avverta oppure no: non crederanno.
7 Allah ha posto un sigillo sui loro cuori esulle loro orecchie e sui loro occhi c'è un velo; avranno un castigo immenso. (Corano, Sura II)
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[36] Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui". (Bibbia Giovanni 3, 35-36)

"Certamente quei bambini ai quali è mancato il sacramento devono considerarsi tra coloro che non credono al Figlio e quindi, se usciranno dal corpo privi della grazia di questo sacramento, subiranno la conseguenza già detta: Non avranno la vita, ma l'ira di Dio incombe su di loro." (Sant'Agostino: Il castigo ed il perdono dei peccati e il battesimo dei bambini - Libro I 20.28)


Il pastore Jones è uno dei tanti furbastri e ciarlatani che vivono sfruttando la credulità e, diciamolo pure, stupidità di molti.
Già il fatto che si faccia riprendere con Bibbia e pistola la dice lunga sull'individuo. La sua intenzione, prima smentita poi riaffermata, di voler pubblicamente bruciare un po' di Corani per protesta contro la costruzione di una moschea nelle vicinanze di Ground Zero dovrebbe semplicemente suscitare commiserazione per l'individuo ed indignazione per l'idiozia del gesto. Dovrebbe insomma essere considerato più o meno alla stessa stregua del nostro ministro Calderoli quando porta a pisciare i maiali dove si intendono costruire moschee.
Invece è diventato un caso internazionale di gigantesca portata e, a sentire certuni, gravido di terribili conseguenze.
Non mi unirò mai al coro di coloro che vogliono mettere al rogo i libri.
Corano o Bibbia, sacro o profano che sia un testo è l'espressione di idee, della libertà di parola, della voglia di dire ad altri ciò che si pensa e spera.
Allo stesso modo non lascerò mai che un solo libro influenzi le mie convinzioni tanto da escluderne qualsiasi altra.
Tra i libri quelli che si pretendono dettati da Dio sono i più pericolosi poiché i loro interpreti terreni esigono obbedienza assoluta.
Ho anche sempre cercato di avere comprensione e rispetto per le ragioni dei credenti, qualsiasi fosse la loro fede, purché ricambiassero la medesima considerazione per il mio non essere credente. Purtroppo, o per fortuna, non sono stato toccato da alcuna grazia divina.
I tempi però sono sempre più cupamente irrazionali. C'è stato un breve periodo nel quale si è pensato di poter scindere l'impasto fatale tra politica e religione. Per motivi economici e politici, ma assai spesso in nome della religione, troppe volte, nel corso della storia, distruzione e morte hanno dominato la scena.
Probabilmente le grandi religioni hanno avuto anche dei meriti dettando regole che contenessero la bestialità umana entro limiti accettabili. Tuttavia è difficile, se non impossibile, tracciare un bilancio per quanto di bene e di male hanno fatto.
Personalmente non ne sono in grado. Certamente però la scia di sangue che le grandi fedi trascinano con sé non depone in loro favore. Più empatia umana e meno fanatismo religioso sarebbero auspicabili.
Ora un pastore, che pagando una piccola tassa si è fondato un'infima chiesa, rischia di scatenare attentati nel mondo. Persino il Presidente degli Stati Uniti Obama si è visto costretto a dichiarare di non essere in guerra con l'Islam, mentre un numero crescente di americani lo ritiene addirittura un musulmano occulto. Pazzesco.
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