2018-08-18

Autostrade e non solo


Fatico a capire certi cari, stimati, colti e gentili amici che, pur di attaccare i cinquestelle, perdono il lume della ragione e si comportano come gli ultrà del calcio.
Taluni sembrano non aver ancora capito quanto in basso siano caduti i loro ex beniamini politici nella considerazione degli italiani, non certo per merito degli avversari, ma per loro esclusive colpe.

Sono da sempre stato molto critico nei confronti del Movimento 5 Stelle e ora più che mai, ma ciò non mi impedisce di operare distinzioni tra i troppi ciarlatani che ne sono assurti ai vertici e le poche buone cose delle intenzioni originarie che ogni tanto riemergono.

Prendiamo ad esempio - al netto della propaganda - la vicenda delle concessioni autostradali (che non riguardano solo Benetton).
Uno dei due improponibili leader contrattualmente legati ha affermato che gli "assetti strategici" *devono* (o, meglio, avrebbero dovuto!) rimanere saldamente nelle mani dello Stato.
Può non piacere agli amanti del "privato è bello", però non è di per sé una cagata.

Chapeau ai Benetton che sanno guadagnare miliardi laddove lo Stato è sempre in perdita. Ottimi imprenditori! Però la storia delle concessioni autostradali, a partire da Prodi sul finire del secolo scorso - e poi D'Alema che ha pure spalancato le porte alle scuole private foraggiandole ampiamente con soldi pubblici in barba alla costituzione - è emblematica della dismissione dello Stato sugli asset strategici a tutto vantaggio dei privati.

Privato meglio di pubblico non mi ha mai convinto e non c'è nulla di razionale nel fatto che il pubblico perda laddove il privato trae profitto.
Penso non soltanto ad autostrade ma anche a ferrovie, banca d'Italia, dorsali di comunicazione telematica, ecc.

Nel caso autostrade chiunque sarebbe stato in grado di fare come i Benetton e altri che pur godono di buona stampa. Hanno ricevuto le concessioni pagandole con i balzelli sempre più salati di chi vi transita (noi!) ovviamente lucrandoci.
Ben inteso, non è una loro colpa, così come probabilmente non sono personalmente colpevoli del crollo del ponte genovese sul quale dovranno pure esprimersi i giudici competenti anche se alla fine, chissà quando, come spesso è accaduto, voleranno soltanto gli stracci.
Trovo anzi stimabile da parte dei Benetton l'essersi proposti - se ho ben capito - per una immediata ricostruzione a loro spese.

Sono i governanti che abbiamo avuto nel corso del tempo che in cambio di pochi spiccioli si sarebbero venduti anche nonne e madri se avessero trovato qualcuno disposto a comprarle!
Sia chiaro: incompetenza, disonestà e corruzione degli apparati statali e sub-apparati non riguardano esclusivamente l'Italia.

Sono anche disposto a credere che la maggior parte degli italici politici, magistrati, imprenditori, banchieri, medici, insegnanti universitari (per gli altri c'è ben poco da mordere!), professionisti di ogni tipo e anche preti (tutte categorie dove gli scandali sono all'ordine del giorno) siano onesti così come la maggioranza degli italiani.

Il problema sono le percentuali di radicamento sul territorio e nelle istituzioni degli "altri", che in Italia da troppo tempo (forse da sempre per quel poco che siamo un'unica nazione) detengono saldamente le leve del potere e impediscono qualsiasi significativo cambiamento strutturale.

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