
Stranamente ho trovato qualcuno che non conosceva ancora questo celeberrimo apologo [ndr: breve racconto, nel quale parlano cose e animali, dotato di un finale a sorpresa moraleggiante come la coda dello scorpione del pungiglione velenoso].
Sconosciuta l'origine di questa favola che non è né di Esopo né Zen, ma, forse, deriva da qualche narrazione persiana.
Questa è la mia versione.
Uno scorpione volendo attraversare un fiume, chiese a una rana: “Mi daresti un passaggio sulla tua schiena fino all’altra sponda?”
La rana gli rispose: “E se poi, quando siamo in acqua, tu mi pungi?
"Sono mica stupido." Disse lo scorpione. "Non so nuotare, se muori tu muoio anch'io."
La rana si lasciò convincere, caricò lo scorpione sul dorso e iniziò la traversata.
A metà percorso però lo scorpione trafisse la rana con il suo pungiglione.
La rana morente chiese allo scorpione che stava annegando: "Ma perché lo hai fatto?"
Lo scorpione rispose mentre affogava: "Non posso farci niente. É nella mia natura."