2016-09-25

Culle di cartone e "crisi umanitarie"


Dacia Maraini, sopravissuta ai tempi dei "Daci e dei Moravi", come ironizzava Arbasino, sul Corriere ha scritto un pezzo strappalacrime sull'indigenza degli ospedali venezuelani e, più in generale, del mondo. (http://articoliscelti.blogspot.it/2016/09/le-culle-di-cartone-in-venezuela.html)
Un po' tutta la stampa "malpensante" si è buttata sulle foto dei neonati sistemati in culle di cartone.
Quale sia la vera situazione venezuelana non so.
Le foto sembrano provenire da Manuel Ferreira Guzman, un avvocato venezuelano dell'opposizione, secondo taluni ispiratore in passato di un tentato golpe contro Chavez, e non "pediatra" come si dice su Il Fatto Quotidiano.
Dunque più che altro si tratterebbe di un "attacco mediatico al Venezuela". Questo sostengono i responsabili dell'ospedale in questione.
Comunque sia tutto ciò dimostra la difficoltà a controllare le notizie che però, una volta "sparate" da giornalisti assai discutibili, fanno il loro corso nella testa delle persone.
Dacia Maraini scrive cose sensate, sulla stato del mondo, nel suo articolo, però, prendendo spunto da una dubbia foto sensazionalistica, inficia in parte la validità di quanto afferma.
Quella mentalità americana alla Donald Tump per cui chi non ha soldi non dovrebbe neppure avere il diritto di entrarci negli ospedali è sempre più presente ovunque e questo è il problema.
Tutti, anche in Italia, hanno esperienze relative alle differenze di trattamento della nostra assistenza sanitaria pubblica. Prenotare una visita e sentirsi dire che occorre attendere mesi, ma, pagando, si può fare subito è la norma. È il famigerato "intra moenia", l'uso da parte dei medici di strutture pubbliche per visite private.
In quanto alle culle di cartone, prima della sventagliata di articoli su quelle del Venezuela, su Google se ne diceva meraviglie. Di quelle finlandesi, ecologiche in quanto di cartone riciclato, che addirittura avrebbero aiutato (in Finlandia naturalmente!) a far diminuire la mortalità infantile.
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