Un mese fa la Birmania occupava qualche spazio sui giornali con le manifestazioni dei monaci buddisti e la polizia che uccideva. Sembra passato un secolo. Evidentemente di quei posti non frega niente a nessuno.
Mi è tornata alla mente questa foto per associazione con la Giamaica, altro luogo dimenticato. Altroché Bob Marley! Miseria e droga la fanno da padroni e la morte violenta è la prima causa di decesso. Ragazzini di quindici anni si vantano di aver ucciso due, cinque, dieci persone, quasi fosse una gara.
Sono cose lontane. Possiamo ignorarle, fingere che neanche esistano. Ci sono morti che contano meno di niente.
Questa foto [cliccarci sopra per ingrandirla] mostra il reporter giapponese ucciso alla fine di settembre a Rangoon. Sdraiato per terra con le braccia alzate. Non impugna un revolver, ma la sua macchina fotografica. Il soldato con il fucile, poco più di un ragazzino, sta per ammazzarlo. Gli sparerà (o forse lo ha già fatto) a sangue freddo, senza neppure fermarsi. Mi colpiscono le infradito che indossa. Penso agli scarponi in dotazione alle nostre forze dell'ordine. Anche l'uomo che sta per morire è in ciabatte. Per terra c'è un'altra infradito, probabilmente persa da qualche manifestante in fuga e, poco oltre, una bottiglietta d'acqua di plastica. Un senso di normalità che sbigottisce.
Paccherotti e parmigiana di melanzane
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Delizia di pastaI paccherottiAlla parmigianaParmigiana al forno, semplice e
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