Hanno destato stupore le dichiarazioni di Margherita Hack sul nucleare.
Premesso, anche se non dovrebbe essere necessario, che nessuno ha sempre ragione, neppure una grande astrofisica e una grande donna come la Hack, invece di insultarsi sul web come accade sulla pagina di Lettera viola sarebbe opportuno andarsi a leggere le puntualizzazioni della scienziata, in merito al suo pensiero, su Micromega: Margherita Hack: “No a centrali nucleari in Italia (ma sì alla ricerca). Puntare su rinnovabili e solare”.
Ci si accorgerebbe che gran parte delle sue affermazioni sono ampiamente condivisibili da qualsiasi antinuclearista, non obnubilato dal terrore irrazionale per il nucleare.
Che il referendum sul nucleare sia perfettamente inutile perché scontato è vero. Nessuno vuole una centrale sotto casa, tanto più se deve già fare i conti con quelle svizzere, francesi e in Slovenia a un tiro di schioppo. In Italia poi, come dice l'astrofisica, ”il pericolo grosso del nucleare siamo noi italiani, perché si ha l’abitudine di pigliare tutte le cose sotto gamba. Si ha tanta paura del nucleare e poi milioni di abitanti vivono intorno alle falde del Vesuvio, che non è morto, è bello vivo, e se sono decenni che non esplode, il giorno che esploderà sarà un vero disastro. La paura dell’atomo è dovuta all’ignoranza..."
Insomma il problema energetico resta comunque ed ignorarlo è da sciocchi.
Questo non significa che non si debba fare il referendum. Felici che ci sia. Il 12 e 13 giugno bisogna andare a votare in massa il nostro "sì" contro la costruzione di nuove-vecchie centrali, contro la privatizzazione dell'acqua e contro il legittimo impedimento.
Che la ricerca scientifica non debba per questo fermarsi è sacrosanto. Il guaio è che da noi la ricerca è poca, malfatta, ed ora quasi del tutto eparita grazie ai colpi di scure al sistema dell'istruzione pubblica dei nostri illuminati governanti.
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