Sono assolutamente contrario a qualsiasi violenza politica. Lo sono stato anche quando non era troppo di moda e spero di esserlo anche in futuro. Mi auguro che Berlusconi se ne vada al più presto per il bene delle istituzioni anche se penso che l'impresentabile ceto politico italiano - indipendentemente dalla collocazione - sia incapace di una politica a favore della collettività invece che di individui privilegiati.
Non odio Berlusconi, non gli auguro alcun male e neppure la galera. Tolga solo il disturbo e vada a godersi i suoi soldi dove vuole, permettendo a questo povero paese di tornare ad un accettabile livello di civiltà in linea con il resto dell'Europa più evoluta. Non è molto, ma è il massimo a cui si possa aspirare.
In Italia gli attentati avvengono, come per incanto, nei momenti di crisi di chi comanda. Dunque vale sempre la pena chiedersi a chi abbiano giovato bombe, stragi e atti vari di terrorismo. Mandanti ed esecutori raramente si identificano.
Non fa eccezione l'aggressione, da parte di un povero cristo, a Berlusconi in piazza Duomo a Milano. Tutti, proprio tutti, anche i "labili di mente", hanno compreso subito quale vantaggio d'immagine ne potesse trarre il Cavaliere minato da una bufera di scandali e processi. Berlusconi del resto ha gestito l'evento magistralmente riemergendo dall'auto, dopo aver ricevuto la "statuettata" di striscio sul viso, con un gesto istrionico degno di premio Oscar. Occorre rendergli atto della bravura. Non a caso è diventato il leader carismatico che è, capace di suscitare tanta ammirazione. Ovviamente, come tutti gli uomini dotati di qualche carisma, è detestato da coloro che non ne subiscono il fascino e non riescono a comprendere in che modo si possa rimanerne incantati.
I dittatori, si sa, sono molto amati o odiati. In genere tutti i detentori di un potere, grande o piccolo che sia, sono oggetto di sentimenti contrastanti. Berlusconi è riuscito nell'impresa di concentrare su di sé un enorme potere senza colpi di stato e, per il momento, spargimenti di sangue, grazie al regno mediatico di cui è padrone. Però è sempre più insofferente dei limiti alla sua decisionalità che una moderna democrazia, regolata dalla divisione dei poteri, impone. Questo è il terreno estremo su cui si sta giocando la partita. Chi non lo capisce è perché non sa o non vuole, per interesse personale, capirlo.
Ora che il piccolo Duomo lo ha incoronato (vedi a piè di pagina la vignetta di Forattini sul Giornale di famiglia) Berlusconi sembra essere stato folgorato sulla via di Damasco. Parla di amore con toni ispirati, ma in chi possiede un ego smisurato, e detiene il comando, questi accenti pacati possono trasformarsi, in quattro e quattr'otto, a fronte di resistenze considerate inaccettabili, in decisioni pericolose per noi tutti.
D'Alema, dopo aver preso sberloni sul muso al tempo della bicamerale, dovrebbe essere il primo a saperlo, anziché riproporre incomprensibili "inciuci".
Una personalità come quella del cavaliere è imprevedibile e capace d'impensabili colpi di teatro.
Personalmente però non credo troppo alle tesi complottiste esasperate e neppure all'ipotesi che tutta la vicenda di piazza Duomo sia una diabolica macchinazione. C'è chi lo ritiene plausibile sulla base degli elementi esposti nel video. Lascio libero il campo alla valutazione individuale.
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