C'è tra gli italiani una estesa «voglia» di votare per Grillo, se si presentasse alle elezioni. Il 17 per cento preannuncia senz'altro il proprio suffragio. E un altro 33 per cento dichiara che «lo prenderebbe comunque in considerazione». (Renato Mannheimer: Il sondaggio: il comico piace a sinistra
Sicuro. Se Beppe Grillo si presentasse alle elezioni prenderebbe molti voti. Una valanga? Forse si, forse no, ma certamente sarebbe eletto come a suo tempo Cicciolina. Strana gente gli italiani. Evidentemente la sua elezione e, magari, quella di un manipolo di adepti, non cambierebbe molto le cose. Un nuovo partito sorgerebbe all'orizzonte per poi rapidamente declinare nella generale delusione per le non mantenute promesse. Qualcuno ricorderà Di Pietro, universalmente osannato e corteggiato come magistrato ai tempi di "manipulite". Gli si attribuiva, allora, una capacità d'attrazione elettorale superiore al 30%. Oggi è a capo dell'ennesimo patetico, inutile partitino e non sembra neppure molto bravo a scegliersi le persone da far eleggere a giudicare dalla penosa vicenda di De Gregorio, portato al senato nell'Italia dei Valori e subito passato all'opposizione.
Grillo però non è neppure Di Pietro, ma un comico navigato che da molti anni si occupa dei problemi più scottanti che affliggono il pianeta. Si circonda di validi collaboratori e si avvale degli strumenti della moderna comunicazione coniugati con la sua collaudata, antica ed istrionica abilità di bestia da palcoscenico. A leggere i commenti sembra che molti non se ne fossero mai accorti, impegnati com'erano a contemplarsi l'ombelico. Eppure da una ventina d'anni svolge un ruolo "pedagogico" facendo sbellicare dalle risate - spesso crasse come è crassa la sua comicità - migliaia di persone ogni sera, per decine di serate consecutive, in ogni città d'Italia. Sudato eccessivo, sguaiato trasforma argomenti indigesti in pillole di fosforo illuminante per le menti di chi ascolta. Deve avere una fibra eccezionale per non crollare dopo ore di monologhi esagitati. Negli ultimi anni, in particolare dall’ingresso su internet, forse esaltato dai ripetuti successi, si atteggia un po' troppo a guru, ma si può comprenderlo. Ha un ego smisurato e la possibilità di togliersi la soddisfazione d'espanderlo, è un attore costantemente al centro dell'attenzione, perché dovrebbe limitare la propria fiducia in sé stesso rinforzando il controllo autocritico?
Penso non costituisca un pericolo per nessuno. In definitiva fa appello all'intelligenza delle persone non all'irrazionalità rasserenante dei credi religiosi. Se non fosse perché si ride a crepapelle, dai suoi spettacoli si uscirebbe terrorizzati per la stupidità del mondo. Confido non si bruci impegnandosi in prima persona sulla scena politica. Sarebbe interessante invece se facesse emergere qualche faccia nuova, nello sconsolante paesaggio dei soliti noti, giusto per portare avanti quelle tre iniziative indicate nel Vaffanculo day. Vedere qualcuno che davvero risponda del proprio mandato a chi l'ha eletto sarebbe un'esperienza significativamente nuova.
In quanto al "terrore" dei partiti per il qualunquismo non si giustifica più di tanto. Sarebbe piacevole vedere, d'un sol colpo, sparire tutta la generazione degli attuali leader di governo e d'opposizione che hanno distrutto ogni credibilità della politica inseguendo i propri miopi interessi, ma si tranquillizzi Fassino, non accadrà. Per qualche ragione, nonostante la dilagante sfiducia, una moltitudine di persone continuerà a votare Forza Italia e i suoi alleati e una pressoché uguale quantità di elettori si schiererà con una sinistra che di sinistra non ha più niente. Svanisse almeno, grazie ad una legge elettorale non farsesca, tutto il pulviscolo di piccoli arrivisti capaci soltanto di impedire con i loro veti incrociati qualsiasi scelta governativa, buona o cattiva che sia, già sarebbe qualcosa.