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Ho trascorso una decina di giorni all'estero, tra Francia e Spagna, ascoltando soltanto - e non sempre - una rapida rassegna stampa dei nostri giornali quotidiani.
Mi sono ritrovato per caso a Madrid nel giorno dello sciopero generale, uno sciopero compatto, sentito anche da coloro che non vi hanno partecipato.
Quando in Tv appare Zapatero nei notiziari - con parsimonia - non si sentono dal capo del governo proclami contro i giudici per salvare sé stesso dai processi in corso, né lo si sente difendere un Ciarrapico fascista di turno che in Parlamento pronuncia ignobili frasi antisemite, né lo si sorprende a raccontare barzellette di cattivo gusto su donne ed ebrei con bestemmia "contestualizzata" o tantomeno a vantare il possesso di venti case per cui non saprebbe dove andare se lo rimandassero a casa.
In Spagna l'informazione sul presidente del governo riguarda eventi relativi alle sue funzioni. Si può essere d'accordo o meno su quanto Zapatero dice e fa, ma tutto rimane nei limiti della politica senza usi sgangherati della parola da parte di questo o di quello. Almeno così mi è parso e se tornasse ad accadere altrettanto sulle Tv italiane sarebbe un passo avanti.
Il ritorno nella realtà italiana con la sua informazione giornalistica e televisiva deformata e grottesca ed i suoi personaggi politici da baraccone è da brivido.
L'Europa, della quale un tempo tentavano d'essere parte integrante, è sempre più lontana rivolta ad un futuro che ci viene negato dall'ignoranza sconcertante degli attuali governanti, legati a dittatori feroci e ridicoli come il satrapo libico e il pericoloso Putin e sempre pronti a schierarsi con posizioni retrive in fatto di politiche dell'accoglienza, nucleare, bioetica, controllo dell'informazione in rete e quant'altro.
C'è da chiedersi cosa ne sarà di noi.