2008-09-21

Alitalia, Colaninno, Telecom, Tronchetti Provera, Geronzi... Pay Me, Pay Me, Pay Me my money down



Dice il sindacalista (?) Bonanni (poco dignitosamente):
"Basterebbe una telefonata di Epifani a Colanninno"
Già, Roberto Colaninno!
Quello che come amministratore delegato Olivetti dichiarava, nel maggio 1997, l'obiettivo di raggiungere il pareggio... entro la fine dell'anno. E una volta ripristinata la credibilità finanziaria e industriale del gruppo di Ivrea...
Che fine ha fatto l'Olivetti che nell'1985 con l'M24 era prima produttrice di computer in Europa e seconda nel mondo?
Disciolta nella Telecom come in un acido.
Colaninno, quello dell'operazione di acquisizione della Telecom appunto (oggi controllata dalla spagnola Telefònica), confortato, ai tempi, da D'Alema. Telecom poi finita, prima d'emigrare in Spagna, nelle mani di Tronchetti Provera (sempre usando soldi nostri maneggiati dalle banche, mentre ai furboni del quartierone vanno i profitti).
Colaninno, quello condannato a quattro anni e un mese per il crack Italcase-Bagaglino nel dicembre 2006 e interdetto dai pubblici uffici per 5 anni - pene condonate grazie alla legge sull'indulto. Condanna condivisa con il grande banchiere Cesare Geronzi (indagato anche, a più riprese, per frode fiscale, estorsione, falso in bilancio, responsabile diretto del crack MMP e coinvolto in quello Cirio e Parmalat - tutte vicende costate un sacco di soldi agli italiani).
Tuttavia Colaninno è capocordata Alitalia e Geronzi è tranquillamente alla presidenza di Mediobanca - candidato vice presidente Tronchetti Provera - nel cui consiglio d'amministrazione è entrata trionfalmente Marina, figlia di... ma si sempre lui, il Cav, il signor B. che detiene, anche di questa banca, una bella fettina.
E il cerchio si chiude. Colaninno, Tronchetti, Geronzi... verrebbe una facile rima che evitiamo sia per buon gusto, sia perché la lista non si ferma qui. Collegato a questi signori c'è tutto il Gota finanziario-politico-industriale italiano. I furboni del quartierone appunto, non i furbetti del quartierino.
Nota finale: quelle scritte non sono invenzioni di un blogghista pazzo, bensì cose verificabili che qualsiasi giornalista mediamente informato conosce, ma che spesso dimentica.
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