Epifani dovrebbe dimettersi... se non fosse anche lui come gli altri, ma in tal caso non sarebbe a capo della CGIL.
Resta il fatto che a pagare il papocchio saremo noi italiani, non certo il Cav, titolare dei più grandi conflitti d'interesse del mondo, che si depura nei centri-benessere di Mességué.
Chi cerca ulteriori informazioni sulla credibilità di due degli attori in campo vada a leggersi Primo tempo libro intervista di Roberto Colaninno con Rinaldo Gianola. Tra l'altro a un certo punto si parla di un articolo di Lerner su Repubblica. In un incontro con l'allora presidente del consiglio D'Alema - mai smentito - Bernabè, ai tempi come oggi amministratore delegato di Telecom (dopo il disarcionamento ad opera di Colaninno e la spolpante gestione Provera) disse: "Saranno centinaia di migliaia, domani, gli italiani che correranno a comprare in Borsa i titoli del grande affare che tu, D’Alema, hai magnificato. Un errore catastrofico. Dopo il boom, puntuale, verrà il crollo. La conquista di Telecom da parte di Olivetti si rivelerà per quello che è, una bolla di sapone. Le banche d’affari ci avranno guadagnato un mucchio di soldi, ma sul terreno resteranno migliaia di cadaveri. Tutti sul conto del governo di sinistra, colpevole di aver sponsorizzato un’operazione inconsistente, senza uguali dai tempi di Sindona." In effetti Olivetti, in pratica, non esiste più e la Telecom allora arraffata da Colaninno - magari con ottime intenzioni - sappiamo che fine a fatto.
In quanto a Toto, che porta in dote all'Alitalia i debiti Air One, è di oggi una sua lettera al Sole 24 ore nella quale sostiene che la sua è un'azienda sana. Gli risponde il direttore De Bortoli, non certo un pericoloso comunista, che basta leggere il bilancio per vedere una perdita, nel 2007, di 32,66 milioni di euro e un indebitamento per complessivi 896 milioni [sic!].