Goffredo Fofi, I lunghi anni ottanta, L'Unità
...è opportuno fermarsi proprio agli anni ottanta, su cosa sono stati e cosa hanno significato per tutti. Di fatto: la pacificazione sociale dopo gli anni dei movimenti e la loro deriva, negli anni di piombo, il trionfo della finanza e della new economy, del craxismo e della risposta speculare di Mani Pulite (segnali entrambi della fine della politica), e verso la fine del decennio, con la caduta dell’impero sovietico, l’unificazione del pianeta sotto un pensiero unico, il capitale, e padroni unici, gli avventurieri del denaro e i loro complici politici. Di fatto: la sconfitta secca dei movimenti e delle utopie, la «fine della storia», la post-modernità, il dominio dei media favorito dalla diffusione della ricchezza e dalla fine di classi sociali fondamentali nei conflitti precedenti, la cetomedizzazione del proletariato e della borghesia, l’incanaglimento di tutti… Con gli anni ottanta la «terza guerra mondiale» che ha sconvolto dal ’68 il pianeta, i movimenti e le rivoluzioni l’hanno perduta: una perdita secca e senza speranze. Ed ecco il ripiegamento nella «cultura del narcisismo», il «pensiero debole», il new age, e la chiacchiera che sostituisce il pensiero, l’esibizione che sostituisce la rivolta. Fino ai nostri anni, e più che alle passioni tristi, alla tristissime assenze di ogni passione non volgare. Resta ben poco, da cui ripartire, su cui ricostruire qualcosa di non fragile, che possa crescere...