"Se fossi un nuclearista, sarei piuttosto seccato per la decisione del mio governo di azzerare il progetto delle centrali nucleari, che in campagna elettorale ci venne presentato come indispensabile."
"Ma poiché sono un fan dei pannelli solari, non mi resta che riconoscere che le vie del Cavaliere sono infinite..."
Così Gramellini su La Stampa, ironicamente.
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Chiunque voglia capirlo lo capisce che la mossa del governo di rinunciare - tatticamente - al nucleare è ancora una volta ad personam. Serve a Berlusconi per depotenziare il rischio di un quorum al referendum che potrebbe vederlo soccombente non tanto sul nucleare, o sulla privatizzazione dell'acqua, ma - ben più preoccupante per lui - sul legittimo impedimento.
Non concordo per niente, invece, con il pro-nuclearismo di Rendina sul Sole 24 ore Un Paese senza politica energetica. Resta il fatto però che manca una politica energetica di destra, centro o sinistra che sia. Ciò che brucia a chi già pregustava il business - e ai loro rappresentanti sulla carta stampata - è evidentemente lo sfumare di un piano di una ventina di miliardi di euro (ma forse anche il doppio). Ricca torta andata a male per colpa di Fukushima.
Abito un ultimo piano, ma non vedo pannelli solari sui tetti sotto di me. So che non basterebbe, però quando ci si deciderà a rendere le case, in particolare di nuova costruzione, energeticamente indipendenti? Non è fantascienza, solo buon senso.
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