L'Avanti, senza punto esclamativo, è lo sconsolante epigono di un giornale che - con il punto esclamativo - fu, nel bene e nel male, la gloriosa testata dei socialisti.
Si tratta, o trattava - visto che se cercate il sito avanti.it troverete "SITO IN MANUTENZIONE. CI SCUSIAMO PER IL DISAGIO" - di un foglio di quattro pagine che nessuno ha probabilmente mai visto e tantomeno comperato. Il curioso che ne rintracciasse la copia cache on-line troverebbe sulla vicenda Tarantini (il fornitore di "escort" a Berlusconi) un criptico:
26/08/2011
Mi trovo in Bulgaria per contatti con potenziali distributori di pesce congelato, e sono arrivato qui prima che fosse diffusa la notizia. Ho appreso ieri sera dalla collega Cristiana Lodi, di Libero, che stavano battendo delle agenzie su quanto riportato oggi da Panorama. Non mi è stato notificato nessun avviso di garanzia...
La nota è, si suppone, di Lavitola, direttore di questo giornale fantasma voluto nel 2003 da Cicchitto e Brunetta, quel Lavitola che comunicava con il presidente del consiglio Berlusconi tramite telefonini rubati che si ritenevano immuni da intercettazioni.
Il medesimo Lavitola ora latitante per consiglio esplicito dello stesso Berlusconi. Il Lavitola che faceva da tramite tra il cavaliere di Arcore e il "bisognoso" Tarantini al quale Berlusconi, sempre splendidamente munifico, garantiva ventimila euro al mese per "sopravvivere" più altre centinaia di migliaia di euro a titolo di beneficenza.
Ma anche tutti noi abbiamo foraggiato Lavitola che ha goduto dei CONTRIBUTI PER QUOTIDIANI EDITI DA COOPERATIVE DI GIORNALISTI (Art. 3 comma 2 Legge 250/1990) per 2.530.640,81 euro nel 2010. (Dati Presidenza Consiglio dei Ministri)
Chi fosse interessato a qualche notizia supplementare sui contributi all'editoria vedere su Il Fatto Quotidiano Contributi all’editoria: 150 milioni nel 2010 di Guido scorza e Editoria: 20 milioni in sette anni a Lavitola di Beppe Lopez.
Lo stato d’eccezione provocato da un’emergenza immotivata
-
Coronavirus. La paura dell’epidemia offre sfogo al panico, e in nome della
sicurezza si accettano misure che limitano gravemente la libertà
giustificando l...