2011-09-28

Ma "vadino" un po' a quel paese!

Un "profetico" intervento "strutturale" del finanziere Francesco Confuorti in Rai poco più di un anno fa. Italia agli "argini" della problematica.

Uno strafalcione verbale può capitare a tutti.
Eppure è stato proprio un "vadino" buttato lì con nonchalance dal finanziere di turno Francesco Confuorti, presentato come grande esperto economico internazionale a Linea notte dal pur ottimo Mannoni a farmi rizzare le orecchie.
Francesco Confuorti, fondatore e amministratore delegato della "boutique finanziaria" Advantage Financial con sedi a Milano, New York, Lussemburgo, ha prodotto qualche, lessicalmente contorta, banalità del tipo la situazione italiana è quella che è non per colpa di questo o di quello, ma per venti o trent'anni di politica sbagliata. Ricetta: rilanciare la crescita nei suoi aspetti fondamentali, aumentare flessibilità, mobilità e qualificazione della forza lavoro, ridurre la fiscalità... Le solite cose, insomma, assicurando comunque che l'Italia non farà default. Confortante senza dubbio, ma chissà perché poco convincente sulla bocca del padrone di una piccola banca d'affari.

Cercando qualche informazione sul web relative a Francesco Confuorti è saltato fuori che nel 2004 la Banca d'Italia, nell'ambito delle sue funzioni ispettive di vigilanza, ha rilevato infrazioni presso la Banca Advantage di Investimenti & Gestioni con sede in Milano.
Infrazioni contestate e sanzionate pecuniariamente: carenze nell'organizzazione, controlli e erogazione del credito da parte del Consiglio di amministrazione; carenze nei controlli interni da parte del Collegio sindacale; irregolarità nel trasferimento di titoli in portafoglio da parte del Consiglio di amministrazione, del Collegio sindacale e del Direttore; inesatte segnalazioni statistiche all'Organo di Vigilanza da parte del Consiglio di amministrazione, del Collegio sindacale e del Direttore.
Primo tra gli amminisrtratori sanzionati Confuorti Francesco. (Banca d'Italia, Bollettino di Vigilanza)
Niente di particolarmente grave. Probabilmente le stesse "leggerezze" comuni a tutte le banche che hanno condotto alla crisi del 2008 e all'attuale situazione.
Certo i politici hanno avuto e hanno responsabilità immense, ma che ai finanzieri affaristi venga concessa credibilità a cuor leggero è davvero troppo.
Un po' più di "vigilanza" sarebbe auspicabile anche al TG3.

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