2006-02-09

Guerre sante

Rula JebrealRula Jebreal, la "signora abbronzata" che ha il torto di non chiamarsi Maria Rossi e dovrebbe tornarsene tra i cammelli. Così il nostro ministro Calderoli ha espresso pubblicamente in TV il suo razzismo nei confronti della giornalista somala di La 7. Bell'esempio d'interculturalità!

Ne ho pieni i coglioni! Non sta bene scrivere questa parola tanto è vero che Word corregge in automatico coglioni con ciglioni. È o non è censura? Ciglione: orlo di un precipizio. E sull’orlo del precipizio pattiniamo allegramente come in un film di Charles Chaplin. Semo in guera. La guera con una erre sola – sia in Veneto che a Roma con buona pace dei leghisti. Quella contro i poveri, gli sfigati di tutto il mondo che faticano a combinare il pranzo con la cena. L’imperatore dabliù ce l’ha messa in tal ... (i lombardi non hanno difficoltà a chiudere la rima). Nel 2007 vuole 439,3 miliardi di dollari per il budget del Pentagono, a cui si aggiungono 50 miliardi di dollari di fondi addizionali per le guerre in Iraq ed Afghanistan. Non finisce lì. La Casa Bianca ha precisato che il grosso delle spese per le operazioni militari all'estero, e per l'addestramento e l'equipaggiamento delle forze di sicurezza irachene saranno richiesti come fondi di emergenza fuori bilancio. Bill Clinton sarà stato un mollaccione “facciamo l’amore, non facciamo la guerra”, ma aveva lasciato un avanzo record nelle casse statali americane. Questo George W, tutto Dio, Patria e Famiglia, il record lo fa con il disavanzo nonostante i tagli drastici alle spese per la salute, istruzione e assistenza ai poveri. Magari sarebbe successo comunque, ma a forza di dai, con buona pace di quelli che non vedono “le cause e gli effetti”, lui e tutti i suoi fans ce l’hanno fatta a far scoppiare la guerra tra civiltà. Civiltà? Inciviltà più che altro: orientale e occidentale. I fomentatori di entrambe le parti ci danno dentro a più non posso. Quattro vignette razziste nei confronti dei musulmani, pubblicate qualche mese fa da un giornale di destra (a proposito: ma quanti le hanno viste anche qui in Italia?), non avrebbero provocato un bel niente se qualcuno non avesse avuto interesse a far casotto sapendo d’aver gioco facile per farlo. I pretesti si trovano sempre. Se non era questo era un altro. E via con le dotte disquisizioni, che in ben pochi leggono, e le ferventi chiamate alle armi. Pagine e pagine... e bibi e bibò. La sostanza è un bel bagno d’odio collettivo, di quelli d’aver paura. In nome di Dio naturalmente. La storia è lì a dimostrare, per chi voglia andarsela a vedere, quante nefandezze sono state compiute in nome di Dio. Quando non si ha niente se non il peso di tutte le ingiustizie del mondo sul groppone la religione – o qualche altra ideologia “forte” – è un bel rifugio. I furbastri che sulle altrui disgrazie ci marciano sono ovunque: a dritta e a manca, tra i cattolici e tra gli islamici. Ne ho basta di essere politicamente corretto. Ho sempre rispettato tutti gli dei da Zeus in avanti (e anche indietro). Soprattutto rispetto chi ha fede. Lo rispetto in nome del diritto inalienabile di dire cazzate che non deve essere negato a nessuno. In cambio chiedo un po’ d’ascolto anche per me che non ci credo e per le mie di cazzate. Ebbene quelli che fanno della ragione (la capacità di ragionare senza scannarsi) il proprio credo, non se li caga più nessuno. È vero, siamo pochi, malati d’illuminismo, convinti che tutti siano uguali e che ciascuno dovrebbe possedere di che vivere soddisfacendo i bisogni primari. Folli visionari. I primi a cadere sotto le scimitarre e i colpi di bazooka delle opposte ben pagate fonti di disinformazione.
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