Andrea Mantegna, Cristo morto
I rapporti tra padri e figli sono complicati. Dio il suo lo ha abbandonato sulla croce. Così doveva essere ed è stato. "Dio infatti - scrive san Giovanni - ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito" (3, 16). Anche Abramo era stato sul punto di sacrificare, per fede, il figlio Isacco. Molto più tardi Freud non ci ha risparmiato nulla sui conflitti tra padri e figli.
Secondo quanto riferito dai giornali Abdul Manan, il padre di Abdul Rahman, l'afgano convertito al cristianesimo e rilasciato dal governo di Kabul, ha chiesto che il figlio venga condannato. Avrebbe detto: "Non è più mio figlio. Ha fatto un'altra scelta. La nostra costituzione si basa sulla sharia. Ma lui ha deciso di rinnegare l'islam e di convertirsi al cristianesimo. E' peccato, peccato grave. Deve morire".
Follia o fede, né più ne meno come quella di Abramo?
Sempre secondo i giornali il padre del piccolo Tommaso rapito da casa un mese fa avrebbe detto: "Sto cominciando ad essere seriamente preoccupato per il mio bambino". Sta cominciando? Io mi sarei disperato fin dal primo istante. Stento a crederci. Ancora, richiesto sul perché nutra tante speranze per domenica prossima, risponde: "Perché è un giorno magico per Tommaso. Il 2 aprile dello scorso anno è stato battezzato, ed è stato il giorno in cui è morto Giovanni Paolo II, cui lui era molto legato perché gli era stato votato dal papà". Torna l'intreccio con la religione.
Mi sento troppo lontano da queste mentalità per poter sperare di capire, tuttavia c'è di che riflettere.
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