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A volte i telefonini servono a qualcosa. Questa volta documentano la sadica cultura della violenza di italici carabinieri su un marocchino in mutande. Non è la prima né, purtroppo, sarà l'ultima delle testimonianze d'odio gratuito che le così dette "forze dell'ordine" esprimono nei confronti di persone inermi (poco importa se colpevoli di qualcosa o innocenti). Sicuramente qualcuno troverà il modo di giustificare anche questa volta atteggiamenti che sono un insulto a qualsiasi regola di convivenza democratica. Del resto sui nostri telegiornali, prodighi di immagini "forti" il pestaggio ha avuto poco o nessun spazio. Forse democrazia e polizia sono termini inconciliabili, ma non tutti coloro che per mestiere dovrebbero garantire la sicurezza collettiva sono dei picchiatori capaci solo d'imporre l'autorità a suon di pugni e scarpate quando non con la tortura. Certamente c'è tra loro chi crede che per nessuna ragione la dignità umana debba essere calpestata. Quella delle sevizie era ed è la cultura tipica dei campi di concentramento. Tuttavia vengono addestrati a comportarsi così. Si vuole che il rapporto tra cittadini e chi è preposto a mantenere l'ordine sia di paura, non di fiducia. La smettano allora i politici di tessere gli elogi degli "eroici tutori dell'ordine". Sono pagati per fare quello che fanno e anche quello che non dovrebbero fare. Quando un uomo comune è in loro balia sappia che le sue garanzie civili sono sospese.
Paccherotti e parmigiana di melanzane
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Delizia di pastaI paccherottiAlla parmigianaParmigiana al forno, semplice e
leggera con melanzane grigliate, passata di pomodoro, mozzarella e
parmigiano t...