2006-04-12

Per il rotto della cuffia

vignetta di Vauro sul ManifestoPer il rotto della cuffia l’Unione ce l’ha fatta. C’è poca da esultare e infatti esultano in pochi. Una vittoria risicata, per una manciata di voti, una vittoria sofferta. Risultati altalenanti. Infine, grazie agli italiani all’estero, e a quella “porcata” di legge elettorale firmata Calderoli, Prodi governerà. Si, ma quando? Il caimano non molla facilmente la preda. Il Cavaliere non sa neanche dove stia di casa il fair play. Contesta i risultati, la tira per le lunghe, si offre perfino per una “grosse coalition” alla tedesca. Incredibile! Se non deciderà di farsi da parte potrebbe tenerci ancora tutti per le palle due mesi buoni. In fondo come dargli torto? Nonostante tutto quello che ha detto e fatto in questi anni metà degli italiani gli credono ancora. Dubito fortemente che la maggioranza di chi l’ha votato di nuovo abbia interessi economici tali da temere l’avvento di una fantomatica sinistra di pericolosi “comunisti”. Ma li vedete i leader? Semmai sono un po’ patetici, come Prodi o francamente antipatici come Rutelli e D’Alema, spocchiosi come Marini, insignificanti come Fassino, garbati come Bertinotti (pochi), tromboni come Pannella. Non tanto più presentabili di quelli di destra insomma e alcuni anche intercambiabili. Capisco benissimo che gli aspiranti manager disseminati nei posti di lavoro più disparati, indistinguibili uno dall’altro come pinguini, siano attratti da sogni berlusconiani. La sinistra a costoro più che paura fa pena. Vecchia e scontata pare un retaggio di uno stupido passato dove l’egualitarismo assistenziale fa piazza pulita di ogni merito individuale e frena il progresso sociale. Va be’, ma non sono milioni! Probabilmente ha avuto effetto la boutade sull’ICI. L’idea di un voto pagato un centinaio d’euro subito ha convinto qualcuno. Sicuramente non si capisce perchè dovrebbe abbandonare la destra chi ha lauti profitti da difendere. Allo stesso modo chi può evadere le tasse, o pagarne il meno possibile, ben si guarda dal cambiare le cose. Ma tutti costoro sono davvero la metà degli italiani? Quanti poveri cristi che faticano a tirare fine mese hanno dato il loro appoggio al Cavaliere subornati da quel cumulo d’idiozia che è l’italica TV? Non lo so e forse nessuno lo sa. Forse si è perso il polso di questa nazione.
Su temi analoghi s’interrogava ieri Rossana Rossanda sul Manifesto, L'Italia profonda e scrive oggi Ezio Mauro su Repubblica, La doppia sfida del Professore. Loro, come altri, dicono cose giuste. Ma è difficile tirare conclusioni dalla somma delle osservazioni. Le persone scelgono in base a un’infinità d’elementi: interesse, sentimenti, ideologia, paura, rancore, speranze e chi più ne ha ne metta. Il filo conduttore non sempre è la razionalità.
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