2008-04-16

L'irresistibile ascesa di Silvio B.

dimenticatoio.it Craxi-Berlusconi

Non capisco l'ottimismo diffuso da tanti inutili giornali e giornalisti (chissà quando qualcuno si deciderà a tagliargli i sovvenzionamenti pubblici!) Pronti a saltare sul carro del vincitore incensano il monarca e riscoprono anche le virtù popolari ed amministrative della Lega.
L'Italia ha riscelto il suo vecchio padre e padrone, dimentica dei deludenti risultati dei suoi precedenti governi - non meno deludenti di quelli di centrosinistra. Chi ha avuto sottomano qualche dato economico sa come l'avanzo primario (la differenza tra le entrate e le uscite di bilancio, al netto degli interessi per il debito pubblico) sia sempre stato maggiore nei governi prodiani. (1) Per quel che vale ciò significa che Prodi è stato meno spendaccione del Cavaliere, e più capace di risalire la china del debito pubblico, palla al piede permanente per l'economia italiana. Già che ci siamo: perché dimenticare che l'impennata dell'indebitamento statale è eredità democristian-craxiana degli anni della Milano da bere, gli anni dell'irresistibile ascesa di Silvio B.? Transeat.
Ora che il potere è tutto nelle sue mani come mai lo fu in quelle del padrino socialista vedremo cosa ne farà. In passato ha pensato maggiormente hai suoi interessi che a quelli dell'Italia. Colpa grave della defunta Unione è stata non saper smontare le leggi fatte per interessi personali e disinnescare il conflitto d'interessi. Un Cavaliere super appagato potrebbe ragionare più in grande, ma non per questo meno pericolosamente.
In quanto alla Lega ha intercettato tutti i mal di pancia ampiamente alimentati dalla pubblica disinformazione. Buon per lei. Medita di aprire una sezione vicino ai cancelli della storica Fiat Mirafiori. «Siamo il nuovo riferimento della classe operaia, dobbiamo ringraziare anche loro per questo risultato», spiega il segretario regionale Roberto Cota. Bene. Estinta la sinistra auguriamoci che della "classe operaia" vogliano anche sostenere gli interessi almeno quanto riescono a preservare quelli della loro "classe politica", come i più chiamano il ceto meglio ridefinito in "casta".

(1)
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