2010-02-12

Manifesto e carta stampata


Qualche giorno fa il direttore del Guardian, Alan Rusbridger, ha spiegato così perché ha deciso che il suo giornale lascerà l'accesso gratuito ai contenuti online: Far pagare i contenuti online potrebbe essere una buona scelta "in termini economici" ma "sul piano editoriale" significherebbe ridurre i propri accessi e la propria influenza.
Altri la pensano in maniera opposta, Rupert Murdoch ad esempio.
A me sembra che l'urlo di dolore del Manifesto per quanto "politicamente" condivisibile sia di vecchio stampo. Neppure quelli del Manifesto sembrano capire a fondo le implicazioni del cambiamento epocale del modo di dare e ricevere informazione. La loro è sicuramente una informazione di qualità ed io sarei il primo a sentirne la mancanza, ma la carta stampata non ha futuro. Sopravviverà ancora a lungo magari, ma come un morto che cammina.
I prezzi d'abbonamento proposti (annuale 330 euro) sono inadeguati alle possibilità dei più e anche quelli on line (vedi sotto) sembrano eccessivi.
Non piangerò certo per l'estinzione di tanti inutili fogliacci - che purtroppo, invece, troveranno il modo di cavarsela anche se nessuno li legge -, però vorrei davvero che il manifesto trovasse la forza di rinnovarsi e sopravvivere, magari solo on line. Come sempre in Italia siamo alla retroguardia anche per quanto riguarda il Web, eppure i tempi stanno maturando.

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