Ore 17, qui da noi, e la parata comincia. Un esercito di oltre ventimila agenti deve garantire la buona riuscita della faraonica cerimonia a copertura mediatica universale.
Non vorrei essere frainteso. Sono contento che sia stato eletto un uomo relativamente giovane e di colore alla più importante carica del mondo: accende un sacco di speranze. Ma, per quel che ne so, al momento sono le sue uniche doti.
Il discorso di venti minuti è stato aria fritta in mezzo a un tripudio di improbabili cappellini sulle teste delle signore (imperdibile il fioccone da uovo di pasqua di Aretha Franklin), sorrisi, espressioni ispirate, mani sul cuore, abbracci, pacche sulle spalle, foto e strette di mano.
D'ora in avanti dovrà farci davvero vedere di che pasta è fatto con le sue non facili scelte.
Oggi una lettera aperta a Obama, nel giorno dell'insediamento, da parte del premio nobel dell'economia Paul Krugman è stata pubblicata su La Stampa: Presidente, Roosevelt non basta. Andatevelo a leggere, in mezzo a tanti osanna di facciata è interessante.
Oggi una lettera aperta a Obama, nel giorno dell'insediamento, da parte del premio nobel dell'economia Paul Krugman è stata pubblicata su La Stampa: Presidente, Roosevelt non basta. Andatevelo a leggere, in mezzo a tanti osanna di facciata è interessante.