Felice e ridanciano il Berlusconi ci propone uno show dietro l'altro. Non gli bastava essere lì in Sardegna a tentare di far vincere le elezioni ad un illustre nessuno suo tirapiedi (cosa che, in teoria, si addice poco ad un presidente del consiglio in carica). Per il Cavaliere la Sardegna è cosa (e casa) sua a nostre spese (vedi Da Craxi alla Maddalena con i nostri soldi)
Così tra una battura e l'altra, orgoglioso della sua "leggerezza", non si fa scrupolo di dire che per evitare gli stupri "servirebbero tanti soldati quante belle donne". Il macismo da bar del Berlusconi è risaputo ed apprezzato ed invidiato, dagli italiani che lo votano, come invidiata è la sua abilità nel comprare super attici romani a metà prezzo dove alloggiare le "amiche" (vedi A Sonia Grey l'attico di Silvio all'interno della ben più corposa inchiesta Mattoni e furboni su L'Espresso in questi giorni in edicola).
Lasciamo ad altri il moralisteggiare su queste ultime esternazioni. La cosa veramente grave è che siamo nelle mani di governanti incapaci di qualsiasi autocontrollo che ci stanno conducendo allo sbaraglio. Persino Carla Bruni, prima donna francese, ospite di Fabio Fazio, si è resa conto che quando si occupano certe posizioni non si può impunemente dire tutto ciò che passa per la testa. Il nostro capo del governo no. Continua a maramaldeggiare, da vecchio impunito qual è, in sede locale ed internazionale, sentendosi irresistibilmente simpatico e sfarfalleggiando tra spese miliardarie per giocatori di calcio, belle donne e tenute d'epoca. Qualcuno può anche pensare "beato lui!". Il fatto è che signoreggia anche su una nazione depressa, sempre più sull'orlo della catastrofe, dove i ricchi sono vieppiù ricchi e ladroni mentre i poveri non trovano modo alcuno di risollevarsi.