Un video del "buon" tempo andato, quando le relazioni umane sembravano improntate ad una maggior gentilezza. Forse non era vero, forse c'era solo maggiore ipocrisia, ma Modugno resta un piacevole ascolto
Stronzo, metastasi, "Alberto salta il cancellino, uccidi Chiara con il coltellino. Stasi alé!"
Siamo alla frutta. Non c'è più alcun freno inibitore e il prossimo passo non può essere altro che lo scontro fisico tra opposte fazioni. Guerra civile. Quando le più elementari regole della convivenza civile saltano si arriva a questo.
Qualcuno attribuisce a Bossi astuzia e intuito politico. Può darsi, ma, se così è, non differisce molto dall'istinto del capobranco tra gli animali. Il suo argomentare è ormai ridotto a gestacci, esibizione di pugni, celodurismo verbale del tipo "la lega ha l'Italia in mano" e parolacce. La sua ultima argomentazione pubblica contro l'ex alleato Fini è stata di una povertà sconcertante: "è uno stronzo."
La Santanchè, anche più miserabilmente, al fianco di Berlusconi che inveisce senza freni contro i magistrati, lo ha spalleggiato ripetendo ossessiva: "La Bocassini è una metastasi". Una metastasi cioè qualcosa da estirpare con ogni mezzo. E il capo del governo rincara la dose irridendo i suoi avversari politici insinuando che puzzano perché "si lavano poco".
A una partita di calcio nel pavese tra Motta Visconti e Garlasco - il paese del delitto balzato all'onore delle cronache qualche tempo fa -, sul campo dell'oratorio qualche centinaio di giovani tifosi canta l'ignobile coretto riportato all'inizio come sfottò ai perdenti garlaschesi.
Da personaggi come Bossi, Berlusconi, Santanchè e simili, da tempo ci vengono esempi di questo tipo. Si è fatta l'abitudine e non ci si scandalizza più di tanto.
Poco m'importa delle volgarità verbali usate come artifici linguistici. Talora sono anche efficaci per veicolare concetti importanti. Grillo ne fa ampio uso fin dai tempi dei suoi spettacoli da ecologista impegnato. La platea ride e capisce meglio i temi proposti che annoiandosi con paludate relazioni. Qualche volta Beppe era - ed è - talmente greve da far storcere il naso, ma questa è solo la valutazione personale di uno che riconosce l'istrionismo dell'attore senza condividerne le modalità.
Preoccupa invece la trivialità priva di qualsiasi ironia, fine a se stessa, vuota di idee, tendente a mascherare l'incapacità di dare un senso alle parole.
Fa paura L'invettiva da bar, da stadio, da skinhead, volta ad offendere e distruggere il presunto nemico senza una vera ragione, solamente per sfogare la propria rabbia aggressiva e sentirsi superiori praticando violenza.
Triste quando personalità pubbliche si fanno portatrici di analoghi modelli.
Il vero cancro italiano dell'ultimo ventennio è la stupidità.
Lo stato d’eccezione provocato da un’emergenza immotivata
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