Tutti tirano l'acqua al loro mulino, ma a sparare sulle pensioni per salvare i redditi di chi guadagna di più si trovano d'accordo. Berlusconi, Marcegaglia, Casini, scopertamente, ma chissà quanti altri anche del PD, IDV e zone limitrofe che non hanno il coraggio di venire allo scoperto.
Siamo un paese allo sbaraglio di barlafùsi e il decrepito Bossi, con la sua canottiera, il sigaro sbausciato, il dito alzato, ne è l'emblema (insieme al suo compagno di merende Berlusconi, ovviamente).
Ora si finge difensore dei pensionati e della povera gente, ma dov'era mentre i ceti sociali più disagiati continuavano ad essere tartassati in tutti questi anni? E cosa ha fatto quando qualche giorno fa ai pensionati con pensioni da fame di poco superiori ai mille euro al mese venivano sfilati dalle tasche i pochi euro di adeguamento all'inflazione per ragranellare la miseria di un paio di miliardi entro il 2014?
Non abbiamo sentito proporre da nessuno di recuperarli dall'immediato dimezzamento del numero di parlamentari e dei loro stipendi e vitalizi (parlamentari europei compresi), delle spese astronomiche di funzionamento di camera e senato, delle auto blu, di tutte le province e delle centinaia di enti inutili e relativi emolumenti ai dirigenti.
Bossi spernacchia, minaccia e insulta, ma non si fa scrupolo a sistemare il figlio con un lucroso seggio in consiglio regionale e finanziare con centinaia di migliaia di euro pubblici la scuoletta privata della moglie grazie ai milioni di euro che annualmente vengono distribuiti a pioggia senza alcun controllo dalle "leggi mancia".
Ed è la sua Lega che continua a puntellare il governo più inconsistente, sorretto dalla maggioranza parlamentare più marcia che si sia mai vista, con la scusa del federalismo. Eppure sa benissimo che di soldi per fare il federalismo non ce ne sono - come impietosamente gli ha ricordato quell'altro bel tomo che da anni governa indecentemente la Lombardia. Non gli credono neppure più i suoi fedeli.
E dall'altra parte, da quella che dovrebbe essere l'opposizione, avete sentito qualcosa di chiaro? Le solite fregnacce e i pianti greci sull'evasione fiscale.
Ci si è messo pure il cardinale Bagnasco che si è detto impressionato dai dati sull'evasione e ha auspicato che tutti paghino le tasse. Caspita che incisività! Ben si è guardato però dal proporre che la chiesa dia il buon esempio pagando allo stato quei quattro miliardi e più di tasse sugli immobili dalle quali è esentata.
Per non parlare poi dell'8 per mille. Altri miliardi di euro annui regalati al Vaticano. Nessuno né nel governo né all'opposizione ne propone l'abolizione. Eppure ci riporterebbe ad essere uno stato normalmente laico.
Allo stesso modo non si sentono proposte per revocare lo ingenti sovvenzioni alle scuole private a scapito dell'istruzione pubblica.
In queste ore pare stia cadendo il feroce regime di Gheddafi. Ce lo auguriamo.
Ma quando noi italiani riusciremo a liberarci del regime da operetta Berlusconi-Bossi? Non sarebbe risolutivo della nostra crisi, considerando anche l'assoluta mancanza di alternative, ma sarebbe un primo passo verso una possibile rinascita da festeggiare scendendo nelle piazze a brindare.
Lo stato d’eccezione provocato da un’emergenza immotivata
-
Coronavirus. La paura dell’epidemia offre sfogo al panico, e in nome della
sicurezza si accettano misure che limitano gravemente la libertà
giustificando l...