2011-08-18

Ma i ricchi devono pagare più tasse? I signori che agitano le borse: Soros Paulson Cohen

Ho fatto un sogno. Berlusconi a reti unificate - come suo solito - parlava agli italiani.
Incredibilmente non di sé, dei suoi guai giudiziari e dei comunisti che gli rovinano la vita.
Affermava con voce pacata che è giusto che i ricchi come lui paghino le tasse, che anzi ne pagano troppo poche rispetto al reddito che hanno, che in un clima di solidarietà sociale spetta a chi ha accumulato patrimoni ingenti di salvare la baracca. I poveri e le classo medie in difficoltà invece devono essere salvaguardate da chi governa.
Questo si fa quando si è una nazione.
Anzi, per dare un esempio non avrebbe comprato un'altra villa, ma venduto il Milan e devoluto il ricavato nelle casse dello Stato.
Mi sono svegliato di botto con un ruttino. Digestione difficile da cena eccessiva.
Prima di addormentarmi avevo letto un articolo di Warren Buffet, il terzo uomo più ricco del mondo. Io, milionario d'America vorrei pagare più tasse.
Lui, non Il cavaliere di Arcore, vorrebbe pagare più tasse. Volevo ben dire!
Ho preso il giornale per terra accanto a me e l'occhio mi è cascato su un trafiletto di Giuliana Ferraino :

Soros Paulson Cohen: i signori che agitano le borse

Chi sono i signori della speculazione da contrastare con l'introduzione di una tassa sulle transazioni finanziane per salvare Eurolandia nel mirino della coppia Merkozy (copyright dell'economista Nouriel Roubini)? Non è difficile immaginare che la cancelliere tedesca Angela Merkel abbia m mente innanzitutto tutto gli hedge funds, quei fondi che usano strumenti finanziari sofisticati e strategie d'investimento spregiudicate per generare alti ritorni, e m Germania vengono chiamati. con disprezzo, locuste. Mentre è probabile che il presidente francese Nicolas Sarkozy pensi soprattutto, alle. grandi banche di Wall Street, forse dimenticando che anche in Europa la gran parte delle transazioni finanziarie quotidiane passano attraverso i principali istituti di credito, francesi compresi. La tassa, nota comunemente come Tobin tax, scatterebbe ogni volta che un'azione, un'obbligazione o un altro strumento finanziario venisse comprato o venduto, così come su ciascuna operazione valutaria. Non colpirebbe quindi soltanto i grandi player (o grandi speculatori) del mercato, ma tutti gli attori indistintamente. Ricadrebbe sui piccoli speculatori, i cosiddetti retail trader, che possiedono piccoli account retail e tendono a concentrarsi nei punti di minimo e massimo del mercato. Ma colpirebbe anche gli hedgers, cioè i trader commerciali, come i grandi produttori e le società di gestione di fondi che fanno hedging, comprando derivati e Cds, sorta di polizze assicurative, per proteggersi dai rischi di bruschi movimenti sui mercati. Come in ogni crisi che si rispetti, i grandi accusati restano i gestori dei potenti hedge funds, capaci di muovere i mercati con un'enorme potenza di fuoco. La vendita allo scoperto a scopo ribassista è una delle tecniche preferite per guadagnare in tempi di crisi. Ma non l'unica. I nomi più famosi? George Soros, 27 miliardi gestiti: con il suo Quantum Fund avrebbe guadagnato un miliardo scommettendo sul downgrade del debito Usa. John Paulson, che ha ricavato una fortuna nel 2008 puntando contro i Cdo, i prodotti strutturati costruiti sui mutui subprime, e oggi possiede «munizioni» per 35 miliardi. O Steven Cohen, fondatore di Sac Capitai Advisor, che amministra un patrimonio di 16 miliardi.
La lista è assai lunga.

In che merda di mondo viviamo, mi sono detto prima di riaddormentarmi.
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