2009-11-19

Acqua privata - Firma la petizione contraria al decreto che oggi è diventato legge

acqua-denaroPrivatizzazione dell'acqua. Oggi il decreto 135/09 è stato trasformato in legge. La petizione contraria Salva l'acqua del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua ha raccolto, fino ad ora, quarantamila firme. C'è stata anche un mail bombing nei confronti dei deputati.
A buonsenso l'acqua, come l'aria, dovrebbe essere gratuita e a disposizione di tutti. Per i nostalgici del socialismo utopico anche la terra ed i suoi prodotti, la casa, le cure mediche e l'istruzione dovrebbero essere garantiti a chiunque. Un diritto per chi nasce, altrimenti il nascere, per due terzi dell'umanità, più che un dono divino è l'inizio di un infinito tormento.
Il nostro governo ha varato una legge, come al solito blindata, che regalerà ai privati l'acqua pubblica. Inevitabile corollario sarà l'innalzamento dei suoi costi a livelli inimmaginabili. Non per niente l'acqua, sempre più scarsa, è definita "oro blu". Non è detto però che un governo, diciamo così, "di sinistra" avrebbe fatto meglio. Molte amministrazioni del vecchio centro-sinistra infatti, precorrendo i tempi, avevano già rinunciato alla gestione di questo - come di altri - bene pubblico.
Nell'indifferenza generale? No, tra proteste che non hanno prodotto un granché. Del resto si sa: gli italiani sono grandi consumatori di costose acque imbottigliate, anche se gli esperti concordano sul fatto che la qualità dell'acqua del rubinetto, quando non è migliore, è uguale a quella delle bottiglie.
Dunque, gli ambientalisti nostrani, resi impotenti dall'assenza della politica, corrono a chiudere le stalle quando i buoi sono ormai scappati. Come spesso accade, molti patetici sostenitori del PD, si accodano.
Già Bersani e Marino, sollecitati a prendere posizione dal Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua, pur tra molti distinguo, avevano sostanzialmente avallato, la privatizzazione delle acque.
Ora, sulla Provincia Pavese, sulla questione si sono espresse molte firme illustri, da Boatti a Osculati. Sono le argomentazioni di quest'ultimo, noto professore universitario e, a suo tempo, capo delle aziende municipalizzate pavesi per i Democratici di Sinistra, a farmi riflettere.
Osserva: "la logica del profitto non è incompatibile con l'erogazione di buoni servizi." Vero, ma altrettanto vero che spesso gli interesse privati confliggono con quelli collettivi. Ad esempio banche ed assicurazioni sono abilissime nel produrre profitti privati, ma si curano ben poco dei danni arrecati alla collettività.
Nel pubblico "si possono verificare varie situazioni di sfruttamento di utenti e contribuenti sotto forma di inefficienze, clientelismi e disservizi." Ancora vero. Però è la mancanza del senso dello Stato, l'idea che ciò che è pubblico non è di nessuno, anziché di tutti, le continue malversazioni dei pubblici funzionari, collusi con politici corrotti, a rendere inaffidabile la pubblica amministrazione. Inoltre molte privatizzazioni dei servizi, all'estero come in Italia, si sono tradotte in autentici disastri per gli utenti finali. Ferrovie ed autostrade sono lì a dimostrarlo.
"Il fatto che, talora, le tariffe applicate dai soggetti pubblici siano più basse di
quelle applicate dai soggetti privati assume un ben scarso significato, visto che
comunque l'intero dei costi del servizio si paga: se non in tariffa, mediante la tassazione generale, tassazione che da noi non è affatto progressiva." Ancora una volta vero. Tuttavia non è ineluttabile l'ingiustizia fiscale che pone l'Italia all'ultimo posto tra i grandi Stati per capacità di riscuotere le tasse. Se l'evasione è tale da eguagliare annualmente l'ammontare di una intera corposa finanziaria probabilmente è anche dovuto al fatto che i comportamenti governativi - della destra in primo luogo, ma non solo - la favoriscono spudoratamente. A pagare fino all'ultima lira sono soltanto lavoratori dipendenti, pensionati e quegli autonomi meritevoli con medie entrate che, per onestà o paura di non farla franca, versano interamente i contributi.
Qui mi fermo con un'ultima citazione del prof. Osculati.
"...una tariffa idrica relativamente elevata ha il pregio di scoraggiare gli sprechi." Già, soltanto imposizioni e sanzioni possono indurre comportamenti virtuosi. Come dargli torto? È davvero sconsolante. Eppure ci dev'essere un modo per "educare" i cittadini a comportamenti corretti senza necessariamente ricorrere a vessazioni pecuniarie.
Ricordo tanti anni fa, ospite in Svizzera, di aver portato le bottiglie in un punto di raccolta dove erano distinte in contenitori a seconda del colore. In Italia la raccolta differenziata non si sapeva ancora cosa fosse. Là era normale e nessuno si sottraeva. Perché? Non ho una risposta. Sommessamente ipotizzo l'interiorizzazione di una forma statale che chiede un impegno, ma poi dà anche un ritorno in positivo. In Italia non è mai avvenuto.
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