Sarebbe rituale augurare ogni bene a nuove testate di comunicazione indipendentemente dalla collocazione politica. Ora, se si tratta di avventure in rete, ben vengano. Ci sono ormai una quantità smisurata di comunicatori, ma non importa. C'è chi vorrebbe impedirlo: guai se accadesse!
Diverso il discorso per giornali di carta. Costano - dunque qualcuno alle spalle deve pur esserci - e sprecano risorse. Ciascuno giura sul proprio successo, è normale, la verità però è che anche le testate storiche tirano sempre meno. I dati di confronto tra giugno 2008 e 2009 sono impietosi:
Con questi chiari di luna non si capisce cosa abbia spinto Sansonetti (gli Altri) Padellaro (il Fatto Quotidiano) e compagnia a tentare la sorte, tanto più che pescano nello stesso piccolo stagno di altri più affermati giornali politici di sinistra.
Il calo delle vendite è un trend mondiale né c'è da sperare in una prossimo riavvicinamento dei giovani alla carta stampata.