di Luca Landò
La festa è finita. Il pianeta che senza troppi complimenti abbiamo calpestato per 120mila anni questa volta getta la spugna. Lo dice, senza giri di parole, un accurato rapporto dell’Onu presentato ieri in nove città del mondo - da Tokyo a Roma passando per Londra e Pechino, il Cairo e New York - e che rappresenta la più fedele fotografia sullo stato di salute della Terra. Si tratta di un messaggio esplicito e drammatico, ma soprattutto diverso: per la prima volta, infatti, i tempi a cui si fa riferimento non sono più quelli della fantascienza, ma della cronaca. Non più migliaia e nemmeno centinaia di anni.
No, il conto alla rovescia questa volta si fermerà a cinquanta, individuando nel 2055, anno più anno meno, il momento in cui le condizioni del pianeta saranno talmente compromesse da rendere impossibile o quasi la vita dei propri inquilini.
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