«Chi uccide un innocente, uccide l'intera umanità. Chi salva un innocente, salva l'intera umanità»
sura del Corano
Strage di ragazzini dai 10 ai 13 anni questa mattina a Bagdad.
Lo scoppio di un'autobomba ha fatto 27 vittime e una settantina di feriti. Anche l'attentatore dilaniato nello scoppio.
Oggi i giornali danno notizie circa l'identità di alcuni dei terroristi islamici che avrebbero collocato le bombe di Londra. Almeno due sarebbero morti negli attentati. Si tratterebbe di giovani pachistani nati e vissuti in Inghilterra.
Il brano che segue è tratto da La «fabbrica» europea dell’odio di Magdi Allam, corriere.it)
Bakri, un ideologo radicale siriano che da 18 anni vive a Londra, [ndr: attualmente irreperibile] lui e la sua numerosa prole, con i sussidi sociali, commentò così l’esordio dei kamikaze europei: «Sono anni che i nostri combattenti vanno a fare la Jihad in Bosnia, in Afghanistan, in Kashmir, in Cecenia e anche in Palestina. E’ vero che Asif è il primo martire britannico in Palestina. Ma ci sono stati altri martiri britannici in Kashmir e in Cecenia. Attualmente abbiamo dei combattenti in Iraq che continuano a lottare contro l’occupazione americana. Per noi è un fatto naturale. Con il martirio noi attestiamo che siamo un’unica nazione, che abbiamo un’unica causa e che perseguiamo lo stesso obiettivo: la vittoria della nazione islamica». Con inalterata tranquillità Bakri previde uno scenario inquietante: «Certamente queste azioni di martirio potrebbero verificarsi anche sul territorio europeo. Le minacce proferite da bin Laden vanno prese molto sul serio. Per lui l’Europa è un Dar al harb , un Territorio di guerra». All’epoca Bakri chiarì che «non saranno dei kamikaze europei a farsi immolare sul suolo europeo. Noi abbiamo contratto un Aqd al Aman , un Accordo di sicurezza, con le autorità europee. Noi rispettiamo le leggi e l’ordine in Europa fino a quando non ci perseguitano come musulmani». Senonché in un’intervista concessa al londinese The Times il 17 gennaio 2005, Bakri spiegò che «l’Accordo di sicurezza, in base al quale i musulmani in Gran Bretagna vivono pacificamente, è stato violato dal governo tramite la sua legge anti-terrorismo».
Intanto i nostri gurrafondai battono il "tamburo".
Ferrara titola su Il Foglio:
«Strage islamista nel Londonistan», con implicito invito al repulisti politico-religioso in Gran Bretagna. E anche oltre, se si va a leggere il commento del direttore Ferrara: «Conosciamo a memoria la cantilena multiculturale, che ha perfino le sue ragioni perché del nostro modo di vita fanno parte l'accoglienza,la mescolanza. Ma se vogliamo salvarlo non è con la musica afro style che ce la faremo, dobbiamo cominciare a battere il nostro tamburo, a considerarci una umma la comunità occidentale».
Feltri su Libero si produce in un maschio inno all'uso della forza.
«Il regime di guerra - scrive - richiede sacrifici speciali, anche la rinuncia a certe libertà. La sicurezza ha un prezzo. Più sicurezza equivale a meno libertà». Giro di vite alle frontiere, dunque, ma non solo. E' anche «da stupidi finanziare la costruzione di moschee» e «non ha senso eliminare dai luoghi pubblici i simboli della nostra civiltà per non offendere i sentimenti di chi appartiene ad una civiltà "inferiore"». Per islamici e «buonisti» nessuna pietà.
Anche sul Corriere della Sera Paolo Mieli invita l'Europa alla mobilitazione militare contro il terrorismo.
«Ci eravamo dimenticati - scrive Mieli - che l'11 settembre del 2001 avevamo preso con noi stessi l'impegno di considerarci in guerra». Secondo il direttore del Corsera, dopo le bombe di Londra bisognerà «ritrovarel'Europa», a prescindere da accordi e dissensi rispetto alle scelte di politica estera degli Stati Uniti. E come? «Anche e soprattutto mettendo in campo un progetto politico militare per sconfiggere il terrorismo». «Faccia pure l'Europa qualcosa di diverso dall'America - conclude Mieli - ma faccia qualcosa». Se il suggerimento è la guerra, però, non sarà facile cogliere le differenze.
(I tre pezzi sono tratti da il manifesto del 9 luglio)
Paccherotti e parmigiana di melanzane
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Delizia di pastaI paccherottiAlla parmigianaParmigiana al forno, semplice e
leggera con melanzane grigliate, passata di pomodoro, mozzarella e
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