2005-05-26

Scandali e media

Il direttore del Guardian, Alan Rusbridger, ricorda sull'ultimo numero di Newsweek ciò che ebbe a dire uno dei più noti cronisti e commentatori politici americani, David Broder:
"Mi piacerebbe che continuassimo a ripetere e a ripetere, finché la cosa non sia entrata in testa... che il giornale che arriva ogni mattina a casa vostra è una rappresentazione parziale, frettolosa, incompleta, in qualche modo inevitabilmente difettosa e imprecisa delle cose che abbiamo udito nelle ultime 24 ore (...) (una rappresentazione) distorta, nonostante i nostri energici sforzi tesi a eliminarne la tendenziosità più grossolana, da quello stesso processo di compressione che vi rende possibile leggerla in un'ora circa. Se definissimo in modo preciso il giornale dovremmo anche aggiungere: è però il meglio che abbiamo potuto fare nelle circostanze date e domani saremo di nuovo da voi con una versione corretta e aggiornata".
Rusbridger se la prende con quanti, nel mondo del giornalismo, continuano a proclamare che si tratta "della verità, nient'altro che la verità". Il punto è che nel giornalismo gli errori capitano, piccoli e grandi, ininfluenti o gravidi di conseguenze, e che l'unico modo per affrontare il problema non è negarlo o negare la natura costituzionalmente approssimativa della narrazione giornalistica, ma impegnarsi a minimizzare sia errori, sia conseguenze. Tanto più in un ambiente mediatico ormai totalmente rivoluzionato dalla Rete che fa sì - ricorda il direttore - che il Guardian abbia oggi dieci milioni di lettori in un mese ed è impossibile che uno o l'altra di questi dieci milioni di lettori non colga un errore.
Smettere di sbandierare ogni giorno i principi della "verità", mi sembra, non vuol dire smettere di ricercarla o sostenere che si può essere solo parziali e tendenziosi. Piuttosto essere consapevoli dei propri limiti e cercare di rimediarvi concretamente. Ancora una volta la parola d'ordine sembra essere "trasparenza".
P.S.: Tra le altre "contromisure", anche il Guardian - giornale liberal e di sinistra - ha un efficiente "difensore del lettore".

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