2009-05-27

Gli economisti hanno previsto la crisi?


Oggi sul Sole 24ore c'è una lunga disamina in proposito (Economisti alla sbarra, ecco l'atto di accusa) che è anche, indirettamente, una accusa d'ignoranza al ministro Tremonti, che economista non è e si vanta d'averla prevista.
Vi si dice:
- “Gli economisti non hanno previsto la crisi”. Non potevano prevederla perché le crisi economiche sono come i terremoti, quando vengono vengono. Si possono tutt'al più criticare per non aver previsto le conseguenze di una eventuale, sempre possibile, crisi.
- “Gli economisti non hanno saputo prevedere né capire perché la metodologia economica prevalente si basa su modelli troppo astratti e matematizzati”. Sbagliato. Lo afferma chi ignora gli sviluppi della scienza economica negli ultimi trent'anni. I modelli sono strumenti per organizzare il pensiero, ma l'economista intelligente ne conosce i limiti.
- “Gli economisti guardano la realtà con la lente perversa di ipotesi assurde come le aspettative razionali, l’ informazione completa, i mercati efficienti etc.” Altra critica frutto d'ignoranza. La mole di ricerche dedicate allo studio di miriadi di deviazioni dall’ ipotesi di efficienza e di informazione perfetta è enorme.
- “Molti non economisti hanno previsto la crisi”. Decisamente falso. Gridare continuamente al pericolo di un evento catastrofico, senza neppure conoscere i meccanismi per i quali potrebbe verificarsi, non significa prevedere l'evento quando, casualmente, si verifica.
Dopo aver smontato le accuse correnti l'analista propone le sue:
- "La stragrande maggioranza degli economisti non ha previsto né capito la crisi finanziaria perché essi erano totalmente all’oscuro di alcuni fondamentali sviluppi del mercato del credito." I macroeconomisti hanno perso di vista completamente uno sviluppo ben più importante, cioè l’enorme evoluzione del mercato del credito. Guardavano dall'alto la rigogliosa foresta e non vedevano che sotto marciva. Le banche crearono un sistema bancario ombra, delle entità formalmente fuori bilancio in cui piazzarono le attività più rischiose.
- "Anche se non è vero che i macroeconomisti credono ciecamente nell’auto aggiustamento del mercato, è vero che non ci siamo resi conto dell’abissale ignoranza dei rischi macroeconomici da parte del management delle banche. La nostra reazione istintiva è stata “ci sono state delle innovazioni nel mercato del credito, noi ci occupiamo della foresta, questi sono gli alberi e noi non ce ne occupiamo; ma sicuramente le banche più o meno sanno cosa stanno facendo. Non è pensabile che si prendano un abbaglio collettivo così colossale da minare il funzionamento del mercato del credito”.
Insomma si insiste molto sull'abissale ignoranza dei banchieri circa le conseguenze delle loro azioni e sull'errore - più veniale? - degli economisti nell'aver pensato che sapessero cosa stavano facendo.
Alla fine, pur capendo poco d'economia, vengono i brividi. Ma in che razza di mani sono i nostri soldi? Vuoi vedere che la vecchia idea da coglionazzo che le banche siano organizzazioni criminali legalizzate non è poi così campata per aria?
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