
Così dell'Utri, ideologo berlusconiano di grande cultura (ha letto i diari del Duce).
Ha scoperto che, all'inizio, Mussolini era socialisteggiante, che temeva Hitler, che era blandamente razzista.
Però lo sostenevano agrari e industriali, si alleò con Hitler, del quale si riteneva "maestro", fece emanare le leggi razziali e deportare gli ebrei che morirono in massa nei campi di concentramento. Sorvolando sulle atrocità commesse in Africa per conquistarsi un impero da operetta, il Duce si decise a entrare in guerra solo alla vigilia della capitolazione della Francia, temendo di rimaner tagliato fuori dalla spartizione del bottino. Gettò milioni di giovani nell'avventura bellica pur sapendo di avere un esercito senza alcuna preparazione militare ed equipaggiamento - a parte le baionette, e forse neppure quelle in numero sufficiente.
In compenso "Sorge il sole canta il gallo Mussolini monta a cavallo" cantava all'epoca Curzio Malaparte, tessendone le lodi. Qualcuno, maliziosamente, ci vide anche un doppio senso legato alle mitiche imprese sessuali del Duce.
Malaparte, fascista, controverso giornalista e scrittore - caratterialmente non troppo dissimile da Montanelli - lo stesso che scrisse di Mussolini che ben conosceva:
Lo spirito di Mussolini è uno spirito profondamente femminile: la sua intelligenza, la sua stessa volontà non hanno niente di virile. È un uomo debole che si rifugia nella brutalità per mascherare la sua mancanza di energia, le sue debolezze sorprendenti, il suo egoismo morbido, il suo orgoglio senza risorse... Come tutti i dittatori, Mussolini è guidato assai più dalle sue passioni che dalle sue idee... La dittatura è la forza più completa della gelosia. Mussolini non ama che coloro che può disprezzare.
(Malaparte, Tecnique d'un coup d'Etat)