La Associazione Sistemi e Supporti Multimediali Italiana (ASMI) ha denunciato la SIAE per la 'famosa' tassa su CD, DVD e ogni altro supporto digitale (compresi gli hard disk). Una tassa che si basa sul discusso principio "dell'equo compenso": dal momento che tali supporti possono esssere usati per copiare contenuti protetti da copyright, per decreto chi li acquista paga anche un compenso preventivo che vorrebbe salvaguardare il diritto d'autore. Secondo ASMI questa tassa è incostituzionale, e ha intenzione di dimostrarlo in Tribunale.
ASMI è supportata da grandi nomi del settore, come TDK e Verbatim per fare solo due esempi. Secondo l'associazione la tassa è stata arbitrariamente applicata, e di fatto ha incrementato la spesa degli utenti fino addirittura al 3000%, comportando anche un aumento dei costi di vendita del 60%. Naturalmente ASMI non s' è eretta a paladino dei consumatori: il problema è che da quando è in vigore la nuova tassa, ovvero da novembre del 2003, il mercato dei supporti digitali è calato. Una flessione delle unità vendute superiore al 40% per il mercato dei CD-R audio, e di circa il 25% se si considera il consolidato di CD e DVD.
Così si apre la via legale. Secondo i produttori la tassa imposta dalla SIAE, che già naviga in cattive acque essendo a rischio di un nuovo commissariamento, viola il principio di eguaglianza in Europa. In effetti si tratta di un balzello tutto italiano, che non colpisce che vende all'estero. Inoltre si tratta, ancora oggi a distanza di oltre un anno e mezzo dall'entrata in vigore (decreto legislativo 68/2003), di un'imposizione per decreto mai convertita in legge. Dunque violerebbe, secondo ASMI, i principi della Costituzione.
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